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Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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28/01/2013

Un po' di chiarezza sulla Corte dei Conti

La sentenza, che pur dispone una multa per 32 amministratori, certifica che nessuno ha toccato un soldo dei cittadini. Si potevano effettuare le spese nel 2011 oppure no? Questo è il problema. Jacopo Scafaro (PDL) ci ha lavorato su e...

   

Un po' di chiarezza sulla Corte dei Conti

Pare che la vicenda che ha interessato 32 amministratori del Comune di Alessandria, tra cui Piercarlo Fabbio, attuale Presidente del Gruppo PDL a Palazzo Rosso, si sia prestata a più di un dubbio.
Il primo è senza dubbio questo: gli amministratori di PDL, Lega, Destra e Liste Civiche si sono indebitamente appropriati di risorse pubbliche? Anzi, il dubbio è rafforzato dalla sentenza della Corte dei Conti di Torino, in primo grado e di carattere civilistico, lo ricordiamo, che richiede ai 32 amministratori, in parti diverse, circa 7,5 milioni di euro di multa per danno erariale.
Facciamoci ancora una domanda: si può mettere sullo stesso piano il pubblico amministratore che si arricchisce personalmente sottraendo danari alle casse comunali e quello che invece spende per la comunità soldi che in cassa ci sono, ma che per le difficili regole del patto di stabilità non potrebbero essere toccati per garantire ai concittadini un livello di servizi pari a quello di cui hanno usufruito, che so, l’anno prima?
Andiamo con ordine, sgombrando subito il campo dal sospetto che preme di più: NESSUN SOLDO È ENTRATO NELLE TASCHE DEI 32 AMMINISTRATORI.
Lo dice la stessa accusa, cioè il Procuratore della Corte dei Conti. Ecco le sue parole: “le maggiori spese sostenute dal Comune di Alessandria nel 2011 in violazione dei divieti del Patto (ma ricordo solo spostate al 2012 per legge) non corrispondono ad un arricchimento personale degli Amministratori che le hanno consentite, ma si riferiscono ad attività istituzionali” del Comune.
Allora perché vengono chiesti prima 40 milioni di danni, poi 11 e adesso 7,5? Già il progressivo sgonfiarsi della cifra è una particolarità da non sottovalutare, nel senso che appare difficile stabilire esattamente il danno che si sarebbe creato, in quanto corrisponde a spese per servizi ed attività istituzionali, cioè a spese per i cittadini. Quali? Il pagamento del personale dei servizi scolastici, il Cissaca, ratei per i mutui accesi per fare investimenti, le fatture dei fornitori, quelle delle partecipate come Amiu, Atm, Amag, Aspal, Tra e altre. Certamente non spese superflue, perché non vengono neppure considerate piccole spese per rappresentanza o altro di non decisamente necessario.
Quindi i 7,5 milioni sono un risarcimento allo Stato per aver speso soldi nostri nel 2011, ma che non avrebbero potuti essere spesi in quel momento. Solo che, impossibilitati a non fare queste spese nel 2011, i nostri amministratori le hanno comunque affrontate, rimandando al 2012 la loro soppressione. Cosa che è regolarmente avvenuta. Da qui la famosa domanda: ma dovremo pagare due volte la stessa multa?
La seconda questione è spinosa, ma facilmente risolvibile. Non può esserci lo stesso trattamento per chi sottrae soldi alle casse comunali e chi li spende per i propri concittadini. Un tema sul quale diamo un giudizio deciso: CHI HA AMMINISTRATO SOLDI CHE C’ERANO PER GARANTIRE SERVIZI PUBBLICI NON PUÒ ESSERE CONSIDERATO COLPEVOLE ALLA STESSA MANIERA DI CHI SE LI È INTASCATI.
E qui cade tutto il castello di sospetti e di rumors che, ingegnosamente fatti trapelare dalla sinistra al potere in città ed in Provincia, magari hanno anche convinto qualche nostro concittadino in buona fede.
Ai 32 amministratori che stanno affrontando con grande dignità un percorso giudiziario che purtroppo, visti i tempi della giustizia in Italia, si presuppone lungo, va la nostra solidarietà, convinti che, al termine di un iter che vorremmo il più breve possibile, riusciranno a chiarire le loro ragioni che poi sono quelle della cittadinanza per la quale hanno ben amministrato.
Ancora una cosa: sono passati 8 mesi delle elezioni, si sono dette troppe parole e pochi fatti (e quei pochi realizzati male), Alessandria ha bisogno di presente e di futuro.
Ha bisogno di essere governata.
Ha bisogno di un Comune che non faccia mestieri altrui come il giudice dei propri avversari politici.
Per cui, dalla prossima volta vorremmo evitare di affrontare problemi che non aggiungono, né tolgono nulla, ma incominciare a fare le nostre proposte per un’Alessandria che riprenda lo sviluppo e la crescita, come qualche anno fa aveva già fatto.

Jacopo Scafaro
Popolo della Libertà

 

 

 

 

 

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