Dimensione del carattere 

Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

13/08/2012

La macroregione del Nord: una sfida da raccogliere

Ettore Bonalberti sostiene la proposta di Roberto Formigoni, che peraltro prevede anche una sostanziale riscrittura della Costituzione del 1947

   

La macroregione del Nord: una sfida da raccogliere

La proposta di Roberto Formigoni sulla macroregione del Nord, dalla Liguria al Nord Est e all’Emilia e Romagna, rappresenta una sfida da raccogliere senza indugi e che mi trova totalmente d’accordo.

Essa corrisponde a quanto da tempo vado scrivendo, in coerenza con l’insegnamento del compianto prof. Miglio, nella seria convinzione di due constatazioni fondamentali:

1) il federalismo resta una parola vuota e una proposta politico istituzionale e di riordino amministrativo vana se resta l’attuale frammentazione regionalistica dell’Italia;

2) ogni mutamento istituzionale, quale quello della formazione di cinque o sei macroregioni, necessita di una modifica della Costituzione del 1947 del tutto superata in molte delle sue parti, compreso lo stesso titolo V, frutto di un compromesso al ribasso confuso e per molti versi contraddittorio, da compiersi con l’elezione di un’assemblea costituente.

Essa, in ogni caso, come sostiene il governatore lombardo, è il sintomo e l’effetto di una situazione di profondo malessere di un Nord che non è più disposto a sostenere da solo il quasi totale onere di un Paese da ricostruire dalle fondamenta.

Non siamo disponibili a farci mettere sotto dall’arroganza merkeliana e di quanti hanno saputo imporre le “stupide” regole di Maastricht, acriticamente subite da politici malaccorti con precisi nomi e cognomi, Prodi e Ciampi, agli inizi degli anni ’90.

La nuova realtà glocale, per dirla con Piero Bassetti, impone di pensare globalmente e di agire localmente sulla base di realtà istituzionali dimensionalmente in grado di concorrere sul piano dell’autonomia e della responsabilità ai compiti e ai doveri nuovi che la realtà economica, finanziaria, politica e sociale internazionale ci impone.

Quale Paese sogniamo?

Un’Italia unita federale, sostenuta da un forte senso di solidarietà dei più forti verso le realtà meno dotate, ma con queste ultime in grado di assumere autonome responsabilità sin qui mancate o occultate da politiche insensate non più sostenibili.

La sussidiarietà come stella polare della politica, con al centro la persona e la famiglia e il ruolo determinante dei corpi intermedi, con le strutture istituzionali di medio e più elevato livello soprattutto in funzione di regolamentazione e controllo, con potere di intervento solo nelle situazioni in cui l’ente minore non è in grado di realizzare autonomamente il soddisfacimento delle funzioni e dei bisogni emergenti.

L’economia sociale di mercato, meglio se nella sua più ampia declinazione tipicamente di scuola italiana, dell’economia civile, a fondamento delle politiche economiche regionali e federale, in sintonia con quanto i colleghi di analoga ispirazione ideale, popolare e cristiano sociale intendono difendere e sviluppare a livello europeo e internazionale.

Ecco perché nello stesso dibattito apertosi tra i democratici cristiani che stanno per celebrare il XIX Congresso nazionale della DC, da alcuni di noi è stata avanzata la proposta di costruire il nuovo partito su basi federali di due o tre grandi organizzazioni (nord-centro-sud) collegate a livello nazionale, con ampia adesione popolare nei centri di cultura e partecipazione politica nelle città e comuni, dalla riconosciuta personalità giuridica e sostenute da risorse finanziarie esclusivamente private, attraverso una fondazione ispirata ai padri del pensiero democratico cristiano.

Si apre un terreno di ampio confronto con quanti sono interessati a superare la crisi degli esangui partiti della seconda repubblica e a non ridurre la prossima consultazione elettorale al solito dilemma pro o contro il Cavaliere, o al mero perseguimento di malcelate ambizioni personali elevate a strategia di corto respiro e di nullo interesse per gli italiani e per l’Italia.

 

Ettore Bonalberti
Direzione nazionale DC
 

Venezia, 10 agosto 2012

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria