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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/07/2012

Rosy Bindi e la legge del contrappasso

Volendo sempre cacciare gli altri adesso rischia di essere cacciata da Matteo Renzi. La disamina di Don Chisciotte

   

Rosy Bindi e la legge del contrappasso

Era stata la rottamatrice della DC veneta agli inizi degli anni’90. Ora sembra sia giunto il suo turno e, ironia della sorte, per mano di un corregionale toscano : senese lei, fiorentino lui.
Parliamo di Rosy Bindi, la “pasionaria di Sinalunga” e di Matteo Renzi, sindaco di Firenze.
E’ la legge del contrappasso sempre possibile in politica: chi la fa l’aspetti.
A furia di gridare all’uscita di scena degli altri ora sono gli altri, i più giovani, che le chiedono di lasciare spazio.
Qualche suo amico stava accarezzando l’idea di vederla candidata al Colle supremo, qualora diventasse concreta l’ipotesi di una donna presidente. Matteo Renzi, molto meno diplomaticamente, sembra invece mandarla… a quel paese.
Insomma, dopo l’assemblea di sabato scorso, nel PD le acque sono molto agitate.
Scontentati i gay, al punto di minacciare lo straccio delle tessere e con Grillo pronto a raccoglierne insieme a Vendola e a Di Pietro le truppe, secondo le statistiche nemmeno troppo scarse, è sulle primarie incerte e confuse che si consuma il più lacerante strappo in quel partito.
Renzi l’ha giurata a Bersani: intende giocare la partita e batterlo alle primarie da "non ridurre a un Festivalbar” dalle regole truccate.
Non meno confusa la situazione nel Pdl, dove il Cavaliere, sondaggi alla mano più o meno eterodiretti, ha deciso che, senza la sua candidatura, per il partito sarebbe la catastrofe.
Quel che più impressiona non è l’adesione immediata, scontata e acritica dei vari luogotenenti, pifferai magici, e modesti turiferai della truppa.
Passi per il solito Galan, creatura Publitalia, fascia tricolore della prima ora, allievo dei corsi di formazione dell’”operazione Botticelli”, il quale all’idea della ridiscesa in campo di Berlusconi, con la sua faccia rubiconda e sorridente si è lasciato andare con il suo solito idioma da accademico della crusca di prato della Valle : “questa notizia mi fa godere, meglio di un orgasmo” . Contento lui.
Più patetico l’On Osvaldo Napoli. Conoscevamo il fratello compianto On. Vito, grande militante di lungo corso della Democrazia Cristiana che, di lassù, sicuramente scuoterà la testa alla notizia dell’entusiasmo del fratellino per il ritorno di Forza Italia, considerato che Osvaldo era stato allevato nelle file dello scudocrociato riducendosi oggi al ruolo di un DC pentito fedele al padrino di turno. Il più emblematico di tutti è, tuttavia, il furbetto Gianfranco Rotondi. Era passato al Consiglio nazionale DC del 30 marzo scorso, nel quale si sono ricostituiti gli organi della Democrazia Cristiana, esprimendo il suo interesse a quel progetto e, ora, all’annuncio della rinascita di Forza Italia, rivendica il suo asse ereditario, in quanto “parte del triumvirato dei soci fondatori del Pdl con Berlusconi e Fini”.
Mi auguro che gli amici democristiani che avevano aderito al progetto del Pdl, con il ritorno del Cavaliere al primo amore, si uniscano ai “DC non pentiti” nel progetto per il quale avevano combattuto in tutti questi anni: mantenere viva l’esperienza e la tradizione politica della DC.
Obiettivo comune: concorrere alla costruzione della sezione italiana del PPE nella quale, tuttavia, se ho ben capito, si intende partecipare, da soci fondatori, come democratici cristiani, legittimi eredi della DC di De Gasperi, Fanfani, Moro, Rumor, Zaccagnini, Piccoli, De Mita e Forlani. Tutti, indubbiamente, qualche spanna più in su dei deludenti attori dell’odierno teatrino della politica italiana.

 

 

Don Chisciotte

Venezia, 16 Luglio 2012

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria