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Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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28/01/2012

Una babele corporativa

Ettore Bonalberti segue la situazione politica attuale ove il Governo dei professori cerca di cambiare gli assetti del Paese, ma intanto il peso parlamentare scema

   

Una babele corporativa

Doveva arrivare il governo dei tecnici e l’urgenza della crisi economico- finanziaria per sperimentare i vantaggi e l’efficienza di un esecutivo che governa a colpi di decreti.
D’incanto, quello che sino a qualche mese fa sembrava un ignobile attacco al regolare funzionamento della democrazia parlamentare sta diventando la prassi settimanale del governo Monti.
Decreto “salva Italia”, decreto” cresci Italia” e decreto “semplifica Italia”: sono i tre provvedimenti con cui il professore della Bocconi sta dimostrando agli italiani l’inefficacia dei tradizionali riti parlamentari, finendo con acquisire consensi generalizzati, persino dalla stragrande maggioranza dei lettori de “ La Padania” leghista.
E’ sufficiente qualche incontro semi clandestino con alcuni esponenti del tripartito che sostiene il governo e, soprattutto, l’entente cordiale con il supervisore presidente Napolitano, unico vero dominus di una Repubblica in transizione e dalle regole mutanti, e nel giro di qualche giorno di scontate dichiarazioni in Parlamento, i decreti si trasformano magicamente in leggi dello Stato con votazioni a colpi di maggioranze bulgare.
Ci fosse in giro, non dico un gen. De Gaulle, ma qualcuno che assomigliasse al miglior Fanfani d’antan, l’Italia sarebbe già sulla strada di una matura repubblica presidenziale.
Quello che sta accadendo, nella sostanziale accettazione dei più, con la sola eccezione dell’ormai bicefala Lega e dello sparuto e sempre più mutevole gruppo dipietrista, esprime sino in fondo il profondo degrado istituzionale che si accompagna alla crisi economica, finanziaria e sociale dell’Italia.
Realizzata un’inedita prassi nel rapporto governo-parlamento, i fenomeni diffusi di ribellismo sociale provocati dai provvedimenti dei decreti del governo senza mediazioni, fanno emergere in maniera evidentissima la realtà di un’Italia corporativa, sfilacciata e senza più coesione sociale.
Sciolto il collante che, nella prima repubblica, era stato garantito dai partiti e dai sindacati, dopo la lunga stagione della permanente contrapposizione del bipolarismo malato, con la messa in mora dei partiti e del parlamento ridotto a semplice ratificatore accelerato delle decisioni dei tecnici etero guidati dal capitale finanziario, vigilante in via permanente a colpi di rating, si dà libero sfogo alle proteste dei taxisti, autotrasportatori, medici, farmacisti, notai, avvocati, pescatori e all’interminabile sequela della vasta e disaggregata realtà della società italiana. Un ribellismo corporativo ampio e diffuso al quale sarà difficile por freno con le sole annunciate e poco credibili risposte di tipo repressivo.
I partiti scendono all’ultimo posto del gradimento degli elettori e gli stessi sindacati, chiusi nella rigida difesa dei loro iscritti, sempre meno rappresentativi di interessi generali, vivono una condizione di crisi tra le più rilevanti nella lunga storia della repubblica.
Mancano riferimenti di alto profilo in grado di ricostruire sintesi e proposte di strategie all’altezza della situazione interna e internazionale e a soli pochi mesi dalla scadenza naturale della legislatura, tutto ciò che accade sembra anomalo e provvisorio, senza certezze di prospettiva.
Una ricetta ci sarebbe: passare dal tripartito ombra a un governo esplicito di unità nazionale che dovrebbe preparare, con legge proporzionale e sbarramento alla tedesca, la prossima assemblea parlamentare con il compito di riformulare la nuova Costituzione a misura della nuova realtà interna e internazionale dell’Italia.
Un’inevitabile discontinuità costituzionale da costruire sulla base delle possibili convergenze politico culturali maggioritarie del Paese. Un compito per il quale il contributo dei cattolici sarà ancora una volta essenziale, insieme a quanti di diversa ispirazione ideale si impegneranno nella costruzione dei nuovi equilibri istituzionali e politico-amministrativi italiani.
 

 

Ettore Bonalberti

Presidente ALEF (Associazione dei Liberi e Forti)

 

Venezia, 28 Gennaio 2012

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria