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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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30/05/2011

PDL: bisogna saper perdere!

Un commento di Ettore Bonalberti al voto amministrativo dopo i ballottaggi e a quello che potrà succedere domani nel partito del Presidente del Consiglio

   

PDL: bisogna saper perdere!

Bisogna saper perdere
Cantava così Shell Shapiro con i suoi Rokes alla fine degli anni ’60: “ Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere”.
Hanno perso la Merkel nelle elezioni regionali tedesche, Obama in quelle di midterm negli USA, Sarkozy nelle amministrative francesi ed è letteralmente collassato Zapatero la settimana scorsa in Spagna.
Bisogna farsene una ragione: gli elettori hanno sempre ragione.
Anche quella, come nel caso di Milano e Napoli, di volersi affidare, nella capitale meneghina all’avv. Pisapia, falso nuovo che avanza, esponente politico di una Milano antiberlusconiana e in cerca di rivincita e a Napoli al duo formato dal novello Masaniello De Magistris e da quel grande statista di Italo Bocchino, capitan Matamoro della politica partenopea.
A Milano è la rivincita dei rancorosi: da De Benedetti a Piero Bassetti e dei “cattolici adulti” ispirati dal cardinale Tettamanzi, ormai in pensione, con l’appoggio incondizionato di quei saltimbanchi e comici vari capitanati dai FO, Paolo Rossi e da quell’arrugginito molleggiato di Celentano.
Dalla Milano da bere alla Milano dei centri sociali. Se Pisapia darà corso al suo programma elettorale ci vorrà un cardinale di ben altra tempra ratzingeriana per contrastare l’inevitabile deriva zapaterista di questa nuova giunta di sinistra.
E a Napoli, dopo che “hanno scassato e finalmente liberato la città”, per dirla con la buona creanza dei vincitori, sarà bene che adesso, finita l’era di Bassolino e della Jervolino, se la sfanghino con le loro mani, dato che coloro che sono stati i responsabili della tragedia napoletana stanno cantando nel coro dei vincitori.
In ogni caso gli elettori hanno sempre ragione e anche il Cavaliere deve farsene una. Aveva impostato una campagna elettorale referendaria su se stesso: l’ha inesorabilmente perduta.
Tuttavia, ai lamenti di Bersani o alle grida di quell’erinni della Bindi per un nuovo esecutivo, Berlusconi e la maggioranza parlamentare rispondano come Zapatero dopo il KO spagnolo: “ El respeto de los tiempos es bueno para el sistema democratico”. Tutto a suo tempo, al di là delle amministrative di Maggio e del risultato del prossimo referendum. Con buona pace degli avvoltoi pronti a svolazzare sul corpo di un cadavere da troppo tempo annunciato.
“El respeto de los tiempos” deve tuttavia essere accompagnato da intelligenti scelte politiche, tanto a livello del governo che a quello del e dei partiti.
Sul fronte del governo, si dovrà testare immediatamente il grado di tenuta della rinnovata maggioranza parlamentare sui grandi temi di riforma a partire da quella del fisco, dell’impianto istituzionale non riducibile alla sola legge elettorale e a quella della giustizia. Basta con il ritornello ormai stonato sui PM di sinistra. Se si ha la maggioranza si proceda senz’altri indugi a quella separazione delle carriere e alla riforma del CSM e si reintroduca l’immunità parlamentare con successiva verifica referendaria.
E, soprattutto, si tenga conto della questione giovanile, avendo consapevolezza che, in Italia, come in Spagna e nel resto dell’Europa, il tema imposto dagli “indignados” della Puerta del Sol non è più eludibile, pena uno scontro generazionale che può innescare pericolosi fenomeni di rivolta sociale, già in nuce negli stessi risultati elettorali di Milano e di Napoli.
E, infine, ma non meno importante, si proceda alla trasformazione globale del Pdl. Un partito senza struttura e legittimazione democratica dal basso, come andiamo predicando da sempre, fondato sul solo carisma del Capo, può andar bene per un certo tempo. E nel caso di Berlusconi ha funzionato per quasi vent’anni, ma non può durare oltre il tempo in cui quel carisma risulta fortemente ridimensionato.
Si dovrà fare appello a quanti si riconoscono nella Carta dei valori del PPE e fondare finalmente la sezione italiana del Partito Popolare Europeo. Occasione per ricostruire il nuovo centro-destra moderato e riformista di cui il Paese ha bisogno.
Un vero tesseramento aperto a tutti gli italiani che vorranno concorrere alla nascita del nuovo partito e regolari congressi comunali, provinciali, regionali e nazionale dovranno essere svolti, con procedure assolutamente democratiche secondo il principio aureo: “una testa un voto”. La scelta della classe dirigente a tutti i livelli istituzionali e di partito, non potrà più avvenire per cooptazione e designazione dall’alto, ma sarà aperta al concorso di tutti i cittadini che intendono partecipare a elezioni primarie da svolgersi secondo modalità e regole di assoluta trasparenza e controllo.
Nuovi attori scendano in campo anche tra i moderati. Da questo punto di vista, come auspichiamo da sempre, ci piace rilevare quanto ha finalmente dichiarato il governatore lombardo, Roberto Formigoni, a Radio 2, durante la trasmissione “Un giorno da pecora” del 23 maggio scorso : "Quando Berlusconi, e mi auguro il più tardi possibile, facesse un passo indietro o un passo avanti, cioè non si candidasse più ad essere il leader del Paese e del Pdl, magari per fare il presidente della Repubblica, io farei un passo avanti. E ritengo che il modo migliore per scegliere il successore di Silvio sarà fare le primarie del centrodestra".
Noi saremo al suo fianco, convinti che, dopo il Cavaliere, chi, se non il presidente dell’unica Regione-Stato italiana che ha saputo governare con intelligenza e grande capacità di guida la Lombardia, potrà assumere il governo dell’Italia?
 

Ettore Bonalberti

Presidente ALEF (Associazione Liberi e Forti)
 

30 Maggio 2011

 

 

 

 

 

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