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Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/02/2011

Dalla parte dei moderati: no pasaran!

Don Chisciotte valuta la situazione politica attuale, le richieste di dimissioni al premier che una maggioranza ce l'ha e gli aneliti di sempre maggiore autonomia della Magistratura, ma...

   

Dalla parte dei moderati: no pasaran!

Fino a qualche giorno fa erano tutti contrari alle elezioni e semmai puntavano a strampalati governi tecnici o di “emergenza democratica”.
Al sentore del rinvio a giudizio di Milano e dopo la manifestazione falsamente spontanea delle donne “Se non ora quando?” è tutta una richiesta di elezioni anticipate.
Lo fa Bersani, incurante dei guai che gli sta provocando il duo Di Pietro-Vendola; lo segue Casini, che già si immagina futuro presidente del consiglio di un governo di qualsivoglia natura, purché con lui alla guida; lo invoca l’impudente Fini, disposto a mettere in gioco la sua carica a condizione che Berlusconi faccia altrettanto.
Si sparano cifre a casaccio sulle dimostrazioni di piazza che più delle donne, sembravano orchestrate dalla solita CGIL, con tanto di Camusso in piazza e il seguito di pensionati, bambini e bambine, in una sorta di imitanti manifestazioni del ribollente medio oriente.
Ci si mette anche quel galantuomo del Presidente Napolitano, lui che tollerò per mesi e mesi la farsa del governo Prodi appeso ai pochi voti dei senatori a vita, e che, dopo le promesse fatte al CSM ricevuto prima del Cavaliere, si è sentito il “dovere” di richiamare non già i giudici a maggiore riservatezza, ma proprio il governo al rischio dell’interruzione della legislatura.
Si sa come Napolitano, da vecchio comunista, non sia mai stato uno stinco di coraggioso. Più vicino a Don Abbondio che a Padre Cristoforo per usare una metafora manzoniana. Nell’attuale delicata fase della vita politica e istituzionale, questa sua naturale inclinazione al disimpegno emerge assai netta, con inevitabile e naturale propensione finale a favore dell’area ostile al Presidente del Consiglio.
Eppure osserviamo bene come stanno le cose: esiste un ordine, quello giudiziario, il quale, come andiamo denunciando da tempo, eliminata l’immunità parlamentare dell’art.68 della Costituzione originaria, non ha più alcun contrappeso. Autoreferenziale e irresponsabile di qualsivoglia comportamento garantito dal principio sacrosanto dell’autonomia, solo in qualche rarissimo caso sanzionato da un Consiglio Superiore risultato di un evidente equilibrio correntizio, esso può permettersi di fare il buono e il cattivo tempo e di determinare a orologeria la caduta dei governi.
Certo, questa volta, come con Prodi, con la complicità di qualche parlamentare: allora Turigliatto e Rossi, dissidenti della sinistra estrema, adesso con quella della pattuglia finiana.
La pattuglia di un Fini appeso alla corda assai lasca della prudentissima (almeno nei suoi confronti) procura di Roma. E, dopo il flop del congresso di fondazione del FLI, alle prese con il dissenso esploso immediato in casa sua tra Bocchino, Viespoli e Urso e in una situazione di ambiguità personale non più accettabile.
Esiste un parlamento dotato di una solida maggioranza al Senato e di una altrettanto sufficiente alla Camera e un governo espressione della volontà degli italiani.
Discutere in questa situazione di elezioni è ipotesi non solo illegittima, in quanto incostituzionale, ma foriera di conseguenze tali, se venisse realizzata, da mettere in gioco la stessa unità dell’Italia.
Vogliamo continuare a scontrarci sulle piazze tra guelfi e ghibellini per il sollazzo dei nostri partner e concorrenti internazionali, magari facendo la conta a chi ne porta di più a manifestare, aggiungendo instabilità al già tormentato Mediterraneo nella sua intera sponda meridionale?
Credo sarebbe tempo per tutti di porre rimedio a una situazione non più tollerabile, a cominciare da chi ha le più alte responsabilità, anche sull’alto Colle. Egli, infatti. é pur sempre il presidente di quel CSM, che un grande democristiano di natura barbaricina non esitò di minacciare, dell’invio dei carabinieri, quando il CSM iscrisse all’odg una censura al governo. Altri tempi e altre autorità.
Affossata dalla Corte costituzionale la norma su legittimo impedimento si tenta di ribaltare per via giudiziaria la legittima maggioranza parlamentare e di governo.
Questo, deve essere chiaro a tutti, non sarà da noi moderati tollerato e le fregole dei Santoro e Lerner, con quelle assai più cazzute dei De Benedetti e “lor signori”, ancora una volta: NO PASARAN!
 

 

Don Chisciotte

 

Venezia, 15 febbraio 2011

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria