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07/02/2011

Il sexgate non toglie voti al PDL

Antonio Noto, CEO di IPR Marketing, commenta alcuni risultati degli ultimi sondaggi e non manca di segnalare sorprese sul versante berlusconiano

   

Il sexgate non toglie voti al PDL

Nelle dinamiche sociali la “messa in discussione” dei leader è un processo lungo, lunghissimo e il più delle volte doloroso, implicando il suo compimento una parziale rinuncia a sé, prezzo della disillusione degli ideali propri e collettivi. Un percorso lento e tortuoso, concluso spesso da un accadimento improvviso e traumatico.

È evidente che la situazione vissuta dal capo del governo, oggi, non è questa. Silvio Berlusconi è una figura che continua indiscutibilmente a incarnare le fattezze del “leader”, non solo agli occhi dell’elettorato di centrodestra, ma anche di una consistente quota di “non schierati”.

Gli ultimi sondaggi consegnano un dato per certi versi sorprendente, almeno per coloro che si attendevano dall’esplosione del “sexgate” di Arcore drammatiche ricadute non solo sull’immagine del Cavaliere ma anche sulla consistenza elettorale del suo partito. La tenuta del fortino di via dell’Umiltà spiazza tutti, anche perché sembra mettere in discussione uno degli assunti centrali della fenomenologia berlusconiana: l’inscindibilità delle sorti del leader da quelle della creatura politica forgiata a sua immagine e somiglianza.

Una diversificazione del giudizio (opinioni sui fatti e voto politico) che non può non indurre a riconsiderare la percezione, da parte dell’elettorato di riferimento, dell’effettiva gravità degli episodi contestati: poco più che “debolezze” o “imprudenze”, evidentemente insufficienti a mettere in discussione l‘adeguatezza di Silvio Berlusconi come leader. Resta il fatto che il popolo di centrodestra continua a individuare nella sua proposta il proprio riferimento ideale. Una proposta che si traduce perfettamente nelle parole, negli atteggiamenti, nell’interpretazione “profonda” della società che esprime anche in questa fase di difficoltà. Piaccia o no, per gli elettori di centrodestra Berlusconi è il Pdl e il Pdl è Berlusconi. Ancora oggi.

Le indagini demoscopiche confermano dunque la forte identificazione tra Berlusconi e il suo partito: l’immagine del Pdl non si colloca in posizione alternativa a quella del suo fondatore, ma ne costituisce piuttosto il luogo di verifica e misurazione dell’autorevolezza politica. Un terreno qualitativamente diverso da quello sui giudizi personali, parametro della valutazione sul piano dei comportamenti, della condotta.

Tra gli elettori del centrodestra sembra essere maturato un atteggiamento diverso, distante da quello tenuto nei confronti di casi più o meno simili del recente passato. L’esposizione costante del premier agli attacchi e soprattutto l’accumularsi di elementi, volti e riscontri a supporto delle tesi accusatorie ha generato un riposizionamento sulla vicenda e l’assunzione di un atteggiamento meno conciliante. Al contempo, però, la valutazione di Berlusconi ha subito una scissione, disarticolandosi in qualche modo in una dimensione “privata” e in una “pubblica”. L’eterodossia dei comportamenti privati, avvertiti come discutibili, non si traduce per adesso in una perdita di credito politico.

 

Antonio Noto

(CEO IPR Marketing)

 

Articolo tratto da "Il Riformista"

 

 

 

 

 

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