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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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29/05/2019

Alessandria e Torino, un amore mai sbocciato: 5R

FI non avrà rappresentanti azzurri in Consiglio Regionale. Le ragioni del computo e i difetti del sistema elettorale. Ora si dovrà tentare di chiedere una presenza che rappresenti il territorio dove FI ha raggiunto il maggior consenso.

   

Alessandria e Torino, un amore mai sbocciato: 5R

Cirio Torino Lega Forza Italia

5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

 

È abbastanza strano che un sistema elettorale, cioè uno strumento per trasformare i consensi in seggi, consegni alla Regione Piemonte un quadro di insoddisfazione così marcato. Se oggi esiste una tensione di rapporti all'interno del centrodestra, questa si legge nel confronto-scontro tra Forza Italia e la Lega. Se il partito di Berlusconi si avvantaggia con la figura del nuovo governatore, Alberto Cirio ottimo vincitore, la Lega fa man bassa di consiglieri eletti e migliora il suo stand con le attribuzioni dovute al premio di maggioranza. Ma stiamo agli eletti: 17 consiglieri per i salviniani, 3 per gli azzurri. Il che farebbe presupporre che la Lega abbia raccolto quasi sei volte il consenso di Forza Italia. Ma non è così: Forza Italia raggiunge un risicato 8,39 e la Lega passa il 37%. Basta una divisione per comprendere che la lega quadruplica FI, ma non di più. Ciò significa che il combinato disposto tra territorialità del consenso e numero di votanti allocati nelle aree più popolose finisce per premiare i partiti più grandi oltre le loro reali dimensioni. Ma c'è di più: Forza Italia sconta anche alcuni macroscopici artifici del sistema di distribuzione dei seggi. Alessandria è la provincia più penalizzata non raggiungendo nessuno scranno per consigliere regionale nonostante in provincia il partito abbia toccato il 10,58% (cioè il risultato migliore del Piemonte), mentre Torino avrà 2 dei tre consiglieri attribuiti a Forza Italia, nonostante il più misero 7,17%. Dove sta il trucco? Nel numero di voti: per Alessandria circa 20 mila, per Torino circa 70 mila. E visto che occorrono poco più di 40 mila voti per ottenere un consigliere regionale, ecco che a Torino ne tocca uno pieno e uno, cosiddetto, con i resti. Materia per esperti, lo comprendo, ma da conoscere per quando si potrà ridiscutere il sistema elettorale piemontese, da tempo nel mirino di critiche e polemiche. Basterebbe che il premio di maggioranza, anziché espresso da un listino deciso dai partiti, venisse scelto dagli elettori. Almeno i territori avrebbero la possibilità di confrontarsi fino all'ultimo voto e non dovrebbero, da domani in avanti, far la fila dal Governatore Cirio, per vantare una doverosa presenza politica nei palazzi regionali, pena la loro irrilevanza o il loro esagerato sbilanciamento verso una sola forza politica.

 

Piercarlo Fabbio

 

(245) Alessandria 29 maggio 2019

 

 

 

 

 

 

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