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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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08/06/2016

Centrodestra unito o inutile: 5R

Sistema tripolare? Sì, ma non ancora stabilizzato. E mentre a Milano si conduce il testa a testa tradizionale, ad Alessandria accendono candele sperando che a Torino vinca Fassino. Altrimenti...

   

Centrodestra unito o inutile: 5R

Gelmini e Parisi

5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

 

Questo è il sistema tripolare, bellezza! E per ora la truppa non si è ancora fidelizzata, ma aspettate un attimo e ne vedrete delle belle.
Il centrodestra ha detto e fatto alcune cose: ha dimostrato che unito può rischiare di essere un popolo, mentre se parte diviso va alla morte, ma questo si sapeva fin dal 2012 e forse non aveva bisogno di una sciocca riconferma. Se volete, Forza Italia ha dimostrato a chi si ritiene alternativo nella sua stessa area, che fallisce l’appuntamento: meglio accompagnati che soli, dunque, e soprattutto non esiste una destra senza un centro moderato. Ragionare per schematismi ideali (destra e sinistra) non funziona nel tripolarismo e poco conta che il “centro politico” sia un ventre molle in balìa delle pulsioni berlusconian renziane. Quello è da conquistare per vincere una competizione a tre, come è da convincere chi si rifiuta di andare a votare, che vi siano o no i penta stellati o le liste civiche di nuovo impianto, ma legate al leader.
Napoli (la città) ne è una conferma: il tanto vituperato De Magistris, addirittura sospeso da una legge Severino che ha certamente bisogno di più di un tagliando, ha praticamente già vinto la sua battaglia, comunque vada a finire e il PD, proprio nella città partenopea, ha mostrato i suoi enormi limiti con una candidata benedetta dal Giovin signore fiorentino, ma cionononastante perdente. Immaginiamoci fosse stato il contrario.
Il centrodestra ha anche detto un’altra cosa: non aveva rendite di posizione, né sindaci uscenti nelle grandi città e si trova a correre qualche ballottaggio con la speranza di vincere a Milano, dove si è ad un’incollatura. Bene è andato a Cosenza e Trieste, anche se si fatica a dirlo.
Torino vale Roma, ma in tono minore, viste le serie storiche del centrodestra, anche se Fassino ha dimostrato di essere abbastanza inviso ai torinesi e peraltro ha pure sbagliato la vecchia tattica di dividere il campo di Agramante tra Rosso e Napoli (Osvaldo, non la città), visto che di nemici ormai se ne devono contare almeno due. Il dubbio che avesse attuato una tattica vecchia e smunta ci aveva colti, ma poi ci eravamo fatti attrarre dalla gioiosa macchina da guerra di cui lo “smilzo” sa qualcosa. Non è stato così, anche se magari vincerà lo stesso. O almeno così sperano vivamente ad Alessandria, perché se cade Fassino anche la politica industriale dei servizi alessandrini a lui legata rischia di saltare.

Piercarlo Fabbio

 

(220) Alessandria 7 giugno 2016

 

 

 

 

 

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