5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

Al netto di sirene, falchi e colombe, che pur sempre fauna sono, la vicenda politica di Silvio Berlusconi pencola straordinariamente tra il dramma e la storia. Il primo è messo in scena nelle aule di giustizia dell'ordine italiano che dai primi anni Novanta è uscito dal limbo dell'imparzialità discreta e moderata per assurgere al ruolo di protagonista "altro" della vita politica nazionale (la Costituzione non dice così, ma si sa quanto sia un mero brandello di bandiera da sventolare quando serve). Il secondo è in cartellone in questi giorni: il Cavaliere che dice continuamente "sì" al governo delle larghe intese e che molti pensano indispensabile per il bene del Paese, anche qui al netto delle grillinate, passerà alla storia come statista. Qual è il problema allora? Solo quello di un'esagerata esposizione ai media da parte di un piccolo, ma determinato gruppo di giudici inquirenti? Oppure che dia fastidio ai più elevare Silvio Berlusconi ad un ruolo che oggettivamente si è guadagnato sul campo, perché lo rende estraneo al clichet sapientemente organizzatogli dalla sinistra in anni di paziente e certosina costruzione di immagine negativa senza appello. Non bisognerà attendere troppo per avere una risposta. Qualche mese. Del resto in Italia l'esilio degli eroi nazionali si perpetua da tempo. Anche questo pare un sistema per passare alla storia. Qualcuno fra un po' ci dirà che il Cavaliere ha ordito l'ultima, grande macchinazione per sopravvivere alla corta memoria degli uomini. Nel caso non sarà la satira a far ridere, ma la realtà.

(144) Alessandria 20 giugno 2013