21 marzo 2007. All'Auditorium del Conservatorio viene presentato il nuovo libro di Piercarlo Fabbio, "Fuori degli argini". È una raccolta di articoli scritti tra il 2002 e il 2006, per i tipi di Saviolo Editore, Vercelli. Il modo di presentare il libro è stato inconsueto: un percorso tra l'atmosfera in cui il libro si compone, tra lettura e musiche, proposte da Ada Cavino, Ivana Zincone e Marcello Crocco, sotto l'attento coordinamento di Elvira Mancuso. Anche Piercarlo Fabbio è stato della partita. Le foto di Cristian La Greca fermano alcuni momenti dello spettacolo.

Di seguito riportiamo l'introduzione al volume.

Provo a scrivere ancora un po’ sul tanto che ho già scritto in questi ultimi anni. Del resto, arrivato al terzo volume di raccolta dei miei articoli, tutto dovrebbe essere chiaro a me e ai miei lettori. Invece... Invece ogni volta c’è qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di originale da raccontare.
In questa raccolta prevale una condizione di sospensione: sono entrato e riuscito dalla realtà virtuale. Mi sono fatto risucchiare dall’on-line come in un vortice, come in un tromba d’aria alla Mago di Oz, per poi ritornare alla mia vecchia, consueta fattoria.
Off-line.
Ma nel mentre si è snodato sotto i miei occhi il mondo favoloso della cibermateria, dove ogni parola è un segno inconfondibile, una traccia, un’orma indelebile. Su un libro puoi scrivere chissà quanti concetti bislacchi. Spetta al lettore trovarli, scovarli, individuarli, portarli alla luce. Manco fosse Indiana Jones... Scrivere un libro è operazione di massima sicurezza da questo punto di vista.
Prendere quel libro e pubblicarlo su internet significa mettersi a nudo. Peggio ancora fare come il sottoscritto: comporlo brano a brano. Chiunque ti può scoprire: ti fa la ricerca sulla ricorrenza delle parole e ti trova impreparato sull’uso di un qualsiasi termine; ti scopre che hai detto cose diverse, in tempi simili, sullo stesso problema; ti mette in piazza l’incoerenza; ti scopre l’anima. E sei fregato!
Solo uno scriteriato potrebbe affrontare il percorso dalla realtà virtuale a quella effettiva. Il solito coraggioso che irride il nemico ergendosi dalla trincea con il bersaglio disegnato sul cuore e il sorriso stampato sul volto idiota. Intanto prima o poi una pallottola ti becca!
Eppure andava tentato. Non andava tralasciato per alcuna ragione al mondo, presi come siamo, giorno dopo giorno, a dimenticarci di sperimentare la realtà del cambiamento. Non si esplora il possibile per paura di trovare l’impossibile. E non essere pronti ad accoglierlo.
In aggiunta ecco il periodo elettorale per sancire il capolavoro della costruzione ad handicap. Non è la prima volta che succede. Già [Per ora] senza titolo era uscito poco prima delle amministrative 2002.
Così, raccattate tutte le deficienze possibili, il libro è sotto i vostri occhi, pronto per tentare di recuperare il terreno perduto dall’autore in un tentativo disperato di affrancarsi, di liberarsi, dalla schiavitù innaturale a cui è stato sottoposto...

Piercarlo Fabbio