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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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25/05/2012

No a un dissesto costruito, di cui la città non ha bisogno

Interviene Piercarlo Fabbio sullo stato delle finanze comunali e Conto Consuntivo 2011

   

No a un dissesto costruito, di cui la città non ha bisogno

“Se non si conferma il Conto Consuntivo 2011, non ci sarà il nostro voto. Cambiando i conti, soprattutto se si tolgono poste di entrata, si perfeziona la certificazione di sforamento del Patto di stabilità 2011 e si porterà il Comune in dissesto. Di questo la città non ha bisogno”.
Piercarlo Fabbio non ci sta e, ancora una volta, si mette dalla parte di Alessandria difendendo le decisioni contabili fatte dall’amministrazione comunale da lui guidata contro quelle indicate oggi dall’attuale. “In tema di liquidità – spiega – è da mesi, se non almeno da qualche anno, che la situazione è quella denunciata, con tanta sospetta sorpresa, dalla sindaca. Del resto, per esempio, se lo Stato non eroga regolarmente i trasferimenti dall’ottobre 2011, è difficilissimo non attivare anticipazioni di cassa a fronte della necessità di pagare gli stipendi e i fornitori di materie prime indispensabili, cominciando dal gasolio. Ci pare una buona idea chiedere alla Provincia di fare fronte ai propri debiti verso il Comune in tempi più rapidi; a noi, però, difficilmente è stato concesso. Quando abbiamo ritardato anche solo di due giorni a novembre il pagamento degli stipendi Atm, il sistema dei media si è subito scagliato contro di noi, peraltro inconsapevoli delle decisioni del presidente Cabella, recidivo da questo punto di vista. Resta poi il fatto che, se ci chiedevano collaborazione nell’ambito del passaggio delle consegne, l’avremmo fornita anche per questi processi, ma vedo che si continua a preferire l’arroganza”.
In merito alle questioni puntuali, Fabbio sottolinea che ‘accogliere le osservazioni dei Revisori relativamente all’inserimento della posta di 15 milioni di euro in entrata provenienti dalla gara Amiu, eliminando tale cifra’ significa aumentare il debito, portandolo a 61 milioni. ‘Inserire la creazione di un fondo rischi pari all’80 per cento del valore dei residui attivi allo scopo di abbattere in egual misura l’ammontare’ “è un’inutile precauzione, stante il fatto che abbiamo già cancellato residui attivi di dubbia esigibilità, così come indicato dalla Corte dei Conti, per 7,5 milioni di euro”. Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, “non accettiamo che le carte vengano nuovamente nascoste in quei cassetti, dai quali le avevamo fatte emergere”.


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