Non solo le civiche benemerenze in occasione del compleanno di Alessandria, ma anche alcune targhe in diverse zone della città per onorare alcuni alessandrini illustri. La prima, scoperta dal sindaco Piercarlo Fabbio ai giardini di piazza Marconi, è stata dedicata a Lina Anfossi, “una donna – ha sottolineato il primo cittadino – che ha creato un’impresa partendo da condizioni ridotte. Una grande donna del Novecento, accanto a quelle religiose come Madre Michel e Carolina Beltrami, che ha saputo imporsi nella dimensione sociale e professionale. Ricordarla con questo cippo è un omaggio minimo rispetto alla sua grandezza, un omaggio però in un luogo speciale, trasformato attraverso il verde e la natura, così come Lina Anfossi è stata capace di trasformare le poche cose del ‘Potessi avere mille lire al mese’ in un’impresa che dà ancora oggi un’impronta importante al commercio alessandrino”.
L’area verde tra via Testore e spalto Gamondio, invece, è stata intitolata a don Ezio Vitale, ‘Padre Leone’, “grande parroco ma soprattutto missionario in Kenia, dove ha idealmente allargato la Diocesi alessandrina. Lì è morto, lasciando però una importante eredità rappresentata da un’azione di evangelizzazione concreta, fatta di scuole e servizi per la popolazione. Una lezione fondamentale, per cui non sempre si scelgono gli agi e il benessere ma ci si dedica agli altri, veicolando il proprio fare con una religione leggera, fermento vitale delle opere. E così allo stesso modo la pietra su cui è posata la targa va oltre la vita degli uomini, come il loro ricordo”.
Verde e pietra anche per ricordare il professor Rino Pizzetti nello spazio tra via Pisacane e viale Massobrio, davanti alla sede dell’Ordine dei Medici, “un punto di riferimento per una professione che diventa anche ragione di vita”, una persona speciale, da imitare – come ha rimarcato il Presidente dell'Ordine ed ex consigliere comunale Mauro Cappelletti – curiosa, che non ha mai avuto paura delle nuove generazioni, passata attraverso diverse fasi della storia della medicina, dal calesse al trapianto d’organi”. Ma soprattutto un grande alessandrino.