E' stato un piacere
passare un paio d'ore con i concittadini ospiti della Casa Nicola Basile in
occasione dell'inaugurazione del parco completamente ristrutturato e
riqualificato. Riconsegnato agli anziani ospiti
come polmone verde ma anche come luogo d'incontro e di animazione, non a
caso si è svolto proprio lì, all'ombra di alberi da troppo tempo dimenticati, un
bel concerto  dei "Dodecacellos", un esemble di violoncelli diretti dal
maestro Andrea Albertini.

Poco distante è stato
riqualificato da Alenergy il parco giochi dedicato ad Anna De Bray e un green
front della città è stato riscoperto e rimesso a nuovo, come tante altre aree.

Ma per la "Nicola
Basile" il discorso è ben più importante: acquisita ad inizio anno dalle
cooperative Scata e Bios è stata una scommessa vinta dall'Amministrazione verso
chi - oppositore a spada tratta, ma miope nel fendere il colpo - aveva
spergiurato che la parziale privatizzazione della Casa avrebbe comportato la
morte certa di fare assistenza di qualità.

Bene, è stato rifatto
l'ingresso, spostata e arricchita la palestra, riaperti locali da tempo
inutilizzabili, dotate le stanze e gli ambienti d'assieme di televisioni a led,
sostituiti i tendaggi, e via di seguito. Il tutto in poco tempo. Argental, la
società che gestisce la Basile, ha ancora il 20% di quote a carico del Comune
che, come nel caso di Aristor, ha mantenuto un piede dentro l'impesa  per
rimarcare il proprio inalterato interesse.

Anche gli ospiti
stanno crescendo nel numero e dovrebbero in poco tempo arrivare a 120 contro i
massimo 90 della vecchia gestione affidata dal Comune al Cissaca.

Nessuna polemica, per
carità, ma forse applicare il principio di sussidiarietà non è così deleterio
come si vuole far credere e comunque, sentiti alcuni ospiti e i responsabili
come Marì Chiappuzzo e Bruno Paradiso o il nostro riferimento Giovanni Priano,
sindaco emerito di Alessandria, la Basile è oggi ancor più diventata la "cà di
lisandren".

Piercarlo Fabbio