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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/05/2010

25 aprile: una città verso la libertà

Che ruolo hanno avuto gli alessandrini negli ultimi giorni di guerra? Il Sindaco Fabbio tenta di diradare la nebbia della storia

   

25 aprile: una città verso la libertà

25 aprile 2010 – Discorso al Monumento ai Caduti

 

 

Concittadini, autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma.
Qualcuno si chiederà come mai ho reso omaggio al Gonfalone della città di Alessandria prima di prendere la parola.
È un moto di rispetto a quello che noi vorremmo fare celebrando il 25 aprile in questa città, recuperando la sensibilità, l’identità che ebbe in allora e ha questa città e come essa abbia impegnato i suoi figli migliori e li abbia sacrificati per garantire a molte altre parti d’Italia il dono della libertà e della democrazia. Questo dono noi dobbiamo farlo crescere, alimentarlo e svilupparlo anche nei confronti di coloro che sono più giovani, ed esso parte da un elemento che è indispensabile, l’unità.
L’unità ha molti aspetti e particolarità.
L’unità di allora non era solo quella delle forze politiche che poi svilupparono e scrissero la Costituzione, era anche l’unità delle coscienze, delle sensibilità diverse che costituivano la società, delle stesse forze armate che erano in campo, squassate dai fatti dell’8 settembre del 1943. Tutti questi elementi devono essere messi assieme aggiungendo un’ulteriore unità, quella di un paese che aveva vissuto la vicenda della Liberazione e della Resistenza, in modo diverso nelle varie parti d’Italia.
Queste unità vanno recuperate attraverso la lettura della storia che è inondata di emozioni e che ha consentito a noi di cogliere l’importanza dei fatti, dei sacrifici, dell’impegno e delle scelte di coloro che hanno deciso di lavorare mettendo la propria esistenza al servizio di un paese nuovo.
Tutte queste “importanze” devono essere arricchite di episodi di cui ci siamo dimenticati o che sono rimasti lì, nascosti, di cui, magari, esistono ancora testimoni del tempo, di cui è difficile sceverare l’importanza rispetto alla scelta e che devono essere riproposti, letti o rtletti.
La storia è bella perché ogni giorno può essere riscritta. Se noi ci affezionassimo esclusivamente ad una sola lettura della storia, non faremmo un omaggio alla verità e alla realtà. Questa città, che tanto ha dato in termini di impegno e di sacrificio, che ha offerto i suoi figli migliori alla Resistenza, alla lotta partigiana, alla libertà e alla liberazione, non può tirarsi indietro da questo obbligo morale. Allora è giusto che si recuperino tutti gli episodi necessari per riuscire a comprendere quali e quanti abbiano contribuito a raggiungere questo obiettivo.
Abbiamo gli eroi indiscussi, indiscutibili, li conosciamo, li abbiamo più volte raccontati, li vogliamo perpetuare, ma abbiamo anche tante persone umili e modeste che hanno fatto un pezzo di quella storia e che vanno recuperate, ricordate nei loro gesti quotidiani, ricordati nella loro esistenza.
Circa un’ora fa, nella sala Giunta del Comune, esponendo il foglio della resa, rivedevo con gli occhi di uomo del 2010 i fatti del 26 – 28 aprile del ’45 che sancirono le trattative con il Comitato di Liberazione Nazionale della provincia di Alessandria nella Sacrestia della Cattedrale. Ricordavo come ci fosse una forte unità di sensibilità differenti, di elementi costituivi diversi della nostra società, ma soprattutto ricordavo come gli alessandrini, venuti a conoscenza di quelle trattative che avrebbero portato alla resa dei tedeschi, avevano affollato la piazza del Duomo, recandosi anche all’interno della Chiesa per potere pregare Dio e la Madonna della Salve perché intercedessero affinché la resa fosse rapida e fossero risparmiate ulteriori vite umane. Anche quegli alessandrini sono eroi nella nostra memoria, anche quegli alessandrini che hanno innalzato una preghiera al Signore sono protagonisti di questa nostra storia.
Noi vogliamo ricordare questi alessandrini insieme agli eroi che abbiamo più volte menzionato, noi rappresentiamo queste persone umili, noi, questi modesti concittadini e concittadine. Vogliamo non dimenticare, perché anche la loro azione è stata determinante come afflato, come spinta, come forza verso le classi dirigenti che hanno avuto l’impegno e la responsabilità di decidere sapendo di avere alle spalle una grande città.
Viva il 25 aprile, viva Alessandria, viva l’Italia!

 

 

Il sindaco di Alessandria
Piercarlo Fabbio




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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria