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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/06/2007

2 giugno: l'unica festa nazionale d'Italia

Primo discorso ufficiale del neosindaco Piercarlo Fabbio. Oggi si celebra la nascita di una nazione... Il testo integrale.

   

2 giugno: l'unica festa nazionale d'Italia

Concittadine e concittadini, autorità civili, religiose, militari,

 

il 2 giugno del 1946 gli italiani, chiamati alle urne a decidere su quale forma di governo dotare l’Italia, la repubblica o la monarchia, scelsero, dopo 85 anni di regno, la Repubblica.
Celebrare questa ricorrenza significa ricordare il significato del termine Repubblica che si può tradurre, dal latino, “cosa pubblica”, a significare, innanzitutto, che gli affari della collettività sono affari di tutti, e che si sancisce la diversità tra due sfere della vita sociale, quella privata e quella, appunto, pubblica.
Ma questa ricorrenza sta soprattutto a ricordarci che oggi è l’unica festa nazionale d’Italia, perché oggi si celebra la nascita di una nazione, esattamente come il 14 luglio si celebra la nascita della nazione Francese a seguito della presa della Bastiglia, ed il 4 luglio si celebra la nascita di quella statunitense a seguito della firma della dichiarazione d’indipendenza del 1776.
Si tratta, quindi, di una giornata solenne, per uno Stato, perché rappresenta la ricorrenza della sua nascita.
E per me, oggi, è un compleanno particolare, poiché sono chiamato, in qualità di neo eletto, al mio primo discorso ufficiale, quale rappresentante della nostra città, con un simbolico parallelismo tra la nascita di una nuova amministrazione comunale e la celebrazione della ricorrenza della nascita della nostra nazione.
Desidero, quindi, non portare un generico saluto, ma sviluppare alcune considerazioni, nella convinzione che un sindaco non debba per forza parlare, ma lo debba fare se ha qualcosa da comunicare.
La prima cosa che vorrei ricordare è che questa città, che pochi giorni fa si è espressa col voto popolare, interpreta pienamente il senso della partecipazione alla Repubblica, cioè alla cosa pubblica, poiché il primo segnale di appartenenza a questa sfera della vita è quello di andare a votare. Gli alessandrini lo hanno fatto, con una rappresentanza superiore, ed in controtendenza, rispetto alla media nazionale.
Il secondo punto che mi preme ricordare è che il 2 giugno 1946 si celebrarono le elezioni, le prime, dal lontano 1928, per fatti storici che tutti certamente ricordano. In quella occasione, avevano diritto di voto tutti gli italiani maschi e, per la prima volta, le femmine, con almeno 21 anni di età. Mi pare doveroso ricordare, alle mie concittadine, che la Repubblica italiana è la prima forma di governo che consente, in Italia, il voto alle donne, segno di civiltà e di progresso.
Mi pare inoltre opportuno ricordare a tutti, in questa ricorrenza, che uno dei compiti principali delle istituzioni sia quello di ricondurre la gente ad occuparsi, non solo nel momento del voto, di politica. Politica significa occuparsi della polis, cioè della città, ed il significato storico del termine richiama alla prima forma di stato, che era appunto quella particolare forma di Stato dell’antica Grecia costituito dalle città. Dobbiamo, noi rappresentanti delle istituzioni, preoccuparci della generale riduzione della affluenza alle urne, ma soprattutto, ogni giorno, ricondurre la gente ad avere fiducia nella politica, perché questo vuol dire avere fiducia nella Repubblica, cioè nella cosa pubblica.
Ma un rappresentante locale, dopo aver richiamato i concetti generali di questa ricorrenza, dovrebbe vederne il significato locale.
Ebbene, in un giorno di celebrazione della nascita della nazione italiana, il rappresentante della comunità locale, di una città, deve farsi interprete del rapporto tra città ed istituzioni nazionali. Si crea un rapporto di unione tra le istituzioni nazionali e la città.
Le istituzioni chiedono, come detto, alla città una partecipazione alla vita politica attiva, l’impegno nella vita pubblica, ed il pagamento delle tasse. La città di Alessandria, in questi decenni, ha sempre dimostrato il rispetto per la Repubblica, quale forma di Stato, attraverso l’amore per la partecipazione alla vita pubblica, cioè per la democrazia.
Ma cosa chiede una comunità locale alle istituzioni della Repubblica?
Per rispondere, ricordo che l’Assemblea Costituente della nascente Repubblica italiana affrontò 3 temi ancora oggi attuali: i diritti e doveri dei cittadini, l’organizzazione costituzionale dello Stato ed i rapporti economici e sociali. Chiedo allora alle istituzioni nazionali di ricordare questi 3 temi. La comunità locale chiede un sistema di tutela della collettività, prima di tutto la sicurezza dei cittadini, non solo con il coordinamento di tutte le forze di pubblica sicurezza, ma anche con un sistema di leggi che tuteli maggiormente la gente ed affronti il problema delle integrazioni pacifiche tra i popoli, poiché non si deve arrivare, come è stato fatto negli ultimi anni ad Alessandria, alla degenerazione della solidarietà, né degenerare dalla democrazia alla demagogia. Si chiede poi un sistema di Welfare, che dipende certo dalle politiche locali, ma che trova la sua origine nelle leggi ispiratrici del sistema del “vivere bene”, che è un ambito di normativa nazionale. Trovo importante ricordare che la repubblica italiana nasce nel 1946, dopo la guerra, ed il termine del “welfare state”, oggi in voga, nasce proprio durante la seconda guerra mondiale, da una definizione dell’Arcivescovo di York, come contrapposizione inglese al sistema del “warfare state” dello stato nazista. Come terzo tema, ricordo che lo Stato è tenuto sì a chiedere le tasse, ma non per sacro dovere del cittadino, poiché queste non sono affatto dovute per diritto. Le tasse sono, per la scienza delle finanze, semplicemente il prezzo che il cittadino paga allo stato a fronte del servizio che questo gli rende. Allora, se entriamo in questa ottica, i cittadini di Alessandria ricordano allo Stato di intervenire in materia di servizi da erogare, poiché non può essere accettata una politica volta allo scaricare sulle comunità locali l’imposizione delle tasse, riducendo non tanto i trasferimenti, quanto i servizi per i quali i cittadini pagano tasse di emanazione nazionale.
Queste sono le 3 richieste che porta il Sindaco di Alessandria ai rappresentanti delle istituzioni nazionali, perché il rappresentante del popolo incarna il valore dell’unità nazionale nel contesto dello Stato repubblicano, valore che si basa su un rapporto di scambio tra il cittadino e lo Stato nazionale.
Ultimi due pensieri di questa giornata vanno doverosamente a due attori che in quel momento storico contribuirono alla nascita della Repubblica. Il primo è la religione cattolica, che con il suo operare nel mondo sociale dell’epoca certamente ebbe un ruolo di primo piano per la nascita della nazione italiana repubblicana.
L’ultimo mio pensiero, certo non per importanza, va a tutti i caduti alessandrini, di tutte le parti, i quali furono certamente i martiri di un processo storico travagliato che portò questa nazione, dopo anni di lotte, alla Repubblica nella quale oggi noi viviamo.
Il senso del mio intervento oggi, vuole essere quello di ricordare, a tutti noi, che il contributo storico degli alessandrini non deve essere mai dimenticato.
In conclusione, nel celebrare questa ricorrenza, ricordo che essa rappresenta, per tutti noi, il simbolo di un modo di vivere la vita sociale, di intendere la cosa pubblica, di crescere i nostri figli in un mondo nel quale oggi diamo, quasi per scontati, quasi ormai immemori dei sacrifici storici, i nostri valori dello Stato, della Repubblica, della Democrazia.

 

Piercarlo Fabbio

sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria