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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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28/01/2007

Mentre Roma brucia, Alessandria... non discute

Trascinante, brillante, profondo, Ettore Bonalberti ha offerto un saggio di come le idee anticipino la realtà e di come il loro confronto aiuti a capire la storia.

   

Mentre Roma brucia, Alessandria... non discute

Avere Ettore Bonalberti in Alessandria è stata una grande occasione. Perché, in un’arrembante campagna elettorale lunghissima, soffermarsi per dare uno sguardo profondo e modulato agli scenari nazionali in divenire, penso che aiuti non poco a comprendere quali politiche sviluppare in sede locale.
Così l’incontro di venerdì sera – primo di una inaugurata serie che il media www.giornal.it dedicherà ad autori vari del panorama letterario italiano – per la presentazione del testo dell’autore veneto ha avuto un grande pregio: quello di utilizzare gli eventi della nostra storia politica più recente per confezionare una grande riflessione sul sistema bipolare italiano e sulla sua voglia di superarsi o di stabilizzarsi.
È probabilmente la tensione fra queste due diverse forze che potrà generare il futuro, ma Bonalberti, cioè il Don Chisciotte del sito www.fabbio.it, ha una sua idea: quella di un sistema elettorale che faccia da veicolo della trasformazione verso il “centro che verrà” e che consentirà di superare l’”Italia divisa” del bipolarismo faticoso che ha fin qui caratterizzato la seconda Repubblica.
La ricetta del politico rigoroso, capace di non aderire, nel quotidiano, ad alcun partito, ma, partendo da una grande storia di dirigente democristiano forzanovista al fianco del grande Carlo Donat Cattin, è una sola: il proporzionale alla tedesca con premio di maggioranza, in modo da garantire rappresentanza e governabilità.
Bonalberti, severissimo con Prodi, altrettanto scostante con la “papessa” Bindi, rea di pensare che la “coda possa muovere il cane”, mentre in politica, come nella realtà, succede esattamente l’opposto, non ha grande simpatia verso gli ex democristiani che tendono a rompere i ranghi. Erede di una tradizione correntizia, che, però, all’interno della balena bianca, cercava, trovava e confezionava mediazioni importanti, l’autore si è impegnato a sottolineare come nell’ultimo decennio il sistema sia da ritenersi insoddisfacente e, proprio per questo, il Paese non decolli.
Così l’altra parte del cielo non poteva che essere – più volte sollecitata da Efrem Bovo, direttore editoriale di www.giornal.it – quella della realtà locale. Quali conseguenze? Possiamo negare che il centrodestra abbia comunque avuto un’evoluzione importante nella nostra plaga?
Dall’irruzione nel 1993 del monocolore leghista all’interno di un elettorato che non intende dar fiducia ad una sinistra, pur arricchita da un centro asfittico e minore, passando attraverso la parcellizzazione in tre tronconi del 1997 e la sofferta individuazione di un candidato unitario nel 2002, il centrodestra locale ha finalmente raggiunto la sua maturità. Ha scontato una genesi frettolosa, è stato più volte travolto dai fatti, ha vissuto le scorciatoie e le peripezie offerte da un’eroina al comando come Francesca Calvo, ed ora è in grado di presentare alla città una sua modalità di governo ed una classe dirigente di buon vaglio e di sensata esperienza.
Ecco, la serata con Bonalberti, sapiente costruttore di idee, vigoroso interprete di una realtà che ha bisogno di essere sferzata e sottoposta a critica quotidianamente, brillante facitore di simpatiche facezie dialettiche, ha sancito un ragionamento politico nazionale, cioè la volontà di superare l’attuale schematismo bipolare figlio di una leadership carismatica e popolare attraverso la saldatura di aree politiche diverse, ma ormai coese nel loro percorso; e ha offerto una interpretazione possibile della nostra realtà alessandrina, tra un giudizio sulla sinistra che ha occupato il potere per non renderlo più ai cittadini ed la convinta presa di coscienza della propria implicita novità.

 

Piercarlo Fabbio


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