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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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19/03/2004

Forza Italia: dalla plastica al partito

Con le nuove norme per i Congressi Locali si aprono ampi spazi di libertà e di democrazia interna

   

Quale critica viene per lo più rivolta a Forza Italia? Che è un partito di plastica e che la democrazia al suo interno è flebile come il suono di un ottavino. In realtà il movimento, da quando è stato trasformato in partito, ha vissuto una fase di transizione che può essere riassunta così: i livelli direzionali comunali e provinciali sono scelti direttamente dai soci senza alcun filtro, mentre i livelli regionali sono nominati dall’alto. Ovviamente il livello centrale è scelto da un Congresso Nazionale, le cui edizioni, finora, sono state influenzate e condizionate dalla figura di Silvio Berlusconi, che è più leader incontrastato che “padrone” di Forza Italia.
Dunque il partito, fin qui costruito nella sua trasformazione da movimento, muove passi sempre più sicuri ai livelli più vicini ai soci, ma è ancora da costruire nei passaggi territorialmente più impegnativi ed istituzionalmente più corposi come quelli regionali. Molti, leggendo l’attuale struttura ordinamentale di Forza Italia - e conseguentemente criticandola - non hanno tenuto conto dei fattori genetici del partito: la nascita sospinta da una classe dirigente non politica, la diffusione libera da costrizioni dei club e dei primi nuclei di Forza Italia, la parallela scarna presenza negli Enti Locali per effetto di un fenomeno di contrasto tra classe dirigente con certificazione dall’alto e classe dirigente con legittimazione dal basso. I due livelli, che hanno dinamiche e velocità naturalmente diverse, devono trovare, nella stessa casa, condizioni di vita comuni e condivise.
Un primo interessante tentativo di convivenza politica si attuerà a partire dai prossimi congressi provinciali degli azzurri, che proprio in questi giorni si stanno svolgendo in Piemonte e che domenica 21 marzo segneranno la loro edizione anche in Alessandria.
Dalle sei persone elette nei Congressi precedenti si passa ai venti componenti scelti dai soci, che fanno da pendant ad altrettanti membri di diritto (sostanzialmente per cariche istituzionali parlamentari nazionali e regionali). Essi comporranno due organi - il coordinamento ed il comitato - che hanno poteri simili, rispettivamente, ad una tradizionale direzione e ad un’assise votata ad indirizzi strategici. Al coordinatore spetterà la scelta del proprio esecutivo, che verrà, però, vagliato dal coordinamento provinciale.
Dunque la supplenza dell’organo monocratico - il coordinatore - rispetto alle istanze collegiali, sta esaurendosi e, per il descritto percorso di distribuzione più allargata del potere interno, Forza Italia sta facendo crescere la sua sensibilità democratica.
Ora, visto che i partiti non possono essere valutati in astratto, tantomeno in modo esclusivo dalle loro forme ordinamentali, bisognerà vedere, da qui in avanti, quale funzione politica e sociale Forza Italia saprà garantire alle comunità di riferimento.
E mentre nel 2004 il partito degli azzurri celebra i propri dieci anni di vita, sarà costretto anche a pensare al proprio futuro e a sperimentare un nuovo modo di stare insieme dei decisori interni, in attesa che altri livelli organizzativi si sblocchino e si votino alla democrazia piena. Ah, alla prossima...

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria