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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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12/10/2006

Il grande fuoco del popolo delle libertà

Dopo Betania la CdL deve trovare un luogo d'incontro con la città, ove mettersi in ascolto e indicare un percorso programmatico per l'Alessandria di domani

   

Il grande fuoco del popolo delle libertà

Betania è un luogo culto, specie per la politica quando sceglie di soggiornarvi. Sarà la calma della collina, sarà l’inclinazione alla riflessione del luogo, sarà la mancanza di un buon segnale per i cellulari… Insomma, quando la politica sbarca a Betania, succede sempre qualcosa di buono.
Così è successo anche agli amministratori e ai dirigenti della CdL che avevano deciso di investire il loro tempo su passioni, riflessioni e decisioni per Alessandria, sul finire di un mite settembre 2006.
Cosa in particolare? Per esempio l’attento richiamo, fatto da Antonio Maconi, al superamento di un confine troppo stretto: il popolo della libertà come contenuto ben più grande per un contenitore come la Casa delle Libertà, che deve offrire flessibilità e dinamicità alle aspettative di un elettorato che ha scelto la libertà come valore di riferimento, ma anche, e soprattutto, come obiettivo a cui tendere, come scopo da affinare giorno dopo giorno.
Un popolo che i protagonisti della Casa delle Libertà ora devono saper incontrare. Un popolo a cui devono trasmettere le loro intuizioni e riceverne esigenze, richieste, critiche e proposte. Un popolo che può sancire un inversione di tendenza: dalla politica del palazzo e nel palazzo, alla politica che sceglie il cittadino come coprotagonista e come proprio consulente di riferimento.
Si può far ciò ad Alessandria, senza che a livello nazionale questo percorso sia ancora sancito o se ne vedano solo alcuni baluginii? Questa è la sfida. Ma, attenzione, occorre che i responsabili della CdL sappiano creare le condizioni, sappiano individuare i canali, sappiano generare occasioni per l’incontro con il loro popolo di riferimento.
Penso cioè ad un’azione meno confusionaria del puro “stare in mezzo alla gente”, che finisce poi per produrre qualche gazebo al sabato pomeriggio qua e là. È evidente che occorra una strategia diversa se si vuole trasformare un rapporto incostante in una relazione virtuosa e fattiva.
Bisogna avere il coraggio di tentare, di rischiare la critica de visu, ma anche di raccogliere istanze preziose per i programmi futuri del Comune e non mancare di indicare alcune direzioni, già risultato delle nostre riflessioni.
Perché, coniugare la libertà a livello programmatico, significa, per esempio, chiedere che vi sia nella società alessandrina, più mercato e meno Comune; che si individuino percorsi di flessibilità nei rapporti tra cittadino e burocrazia; che si scelga di imboccare decisamente la via dello sviluppo anziché esercitare la noia della sopravvivenza; che si pensi ad Alessandria come una città più bella ed accogliente e non come ad un innaturale repellente di potenziali fruitori; che si possa puntare su una cultura delle nostre radici, della tradizione, in grado di far da scudo al trascinante arrembaggio della multiculturalità; che si accentui la partecipazione dei concittadini al lavoro istituzionale, favorendone condizioni avanzate di autogoverno.
Questo, ed altro, bisogna proporre per una città della convivenza, dell’inclusione, ma anche dello sviluppo e del co-protagonismo fra cittadini ed istituzione.
Basta trovare un luogo, ora, per l’incontro tra la fiammella delle leadership istituzionali ed il grande fuoco della libera comunità alessandrina, cioè del formidabile popolo della libertà… Poi occorrerà rinnovare quotidianamente una relazione che dovrà farsi sistema.

Piercarlo Fabbio
(capogruppo FI Comune Alessandria)

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria