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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/06/2004

Forza Italia primo partito in provincia
ma deve maturità al proprio elettorato

Filippi vince, ma ora dovrà governare con un cartello elettorale. Minime le differenze fra i due corpi elettorali. La proposta del centro sinistra era di correre al primo turno come se fossimo al secondo, ma il centro destra…

   

Fuori tutti e un basta alla campagna elettorale lunga. Gli elettori hanno deciso come sanno fare. Viva Filippi presidente della provincia, abbasso Cavallera che continuerà a fare l'assessore regionale fino alla scadenza del mandato nella primavera del 2005, salvo prolungamenti. E, soprattutto, niente ballottaggio. Nessun balletto dei partiti, nessuna tiritera retorica degli esponenti politici, nessun rincorrersi di posizioni più o meno strumentali a tentare di far valere 10 ciò che conta uno. Questo il verdetto delle provinciali di Alessandria. Ma cosa si può scorgere dietro alla facciata di un risultato che, a prima vista, può apparire eclatante? Tante cose... Innanzitutto andiamo in casa dei vincitori. A sinistra ormai due sono le cose che si palesano con maggiore evidenza: un forte e sempre più accentuato pragmatismo elettorale ed una inequivocabile tendenza alla non governabilità. A fare attenzione le due cose paiono l'una conseguenza dell'altra, ma tento di tenerle divise. Il pragmatismo si è risolto in una proposta molto creativa all'elettorato: 10 liste, un'unità di facciata più volte richiamata, addirittura fatta diventare messaggio della campagna elettorale (Una provincia grande e unita), i colori di partiti rossi da sempre che scelgono il caleidoscopio degli ecopacifisti pur se si contraggono i loro risultati, un modo di porsi abbastanza nuovo. Il cuore racchiuso è sempre lo stesso, ma la facciata ridipinta fa il suo effetto. La cotognata non cambia, ma un po' di appeal non guasta. Si è mutata la scatola e qualche elettore ha pensato che la proposta fosse migliore. I guai inizieranno adesso, cioè quando si tratta di governare. E grazie che il sistema elettorale tiene a debita distanza di seggi l'opposizione. Non a caso le distanze sono minime. Ancora una volta, come nel 1999, quando Palenzona e lo stesso Cavallera si disputarono per una manciata di voti la Presidenza e al gossip politico non parve vero trovare il protagonista di un tale risultato in quella sorta di "ercolino sempre in piedi" che è il Bosio da Acqui. Si sbagliò il sottobosco parlante della politica locale oppure ancora oggi qualcuno porterà i vasi a Samo, reindividuando nel "nostro" il solito prestidigitatore? Come vi dicevo le distanze sono veramente minime. Filippi incassa oltre 127 mila voti. Cavallera poco più di 100 mila. A questi ultimi aggiungete i quasi 20 mila della Lega, i 5 mila di Fiamma e Patto Segni e magari i 931 di Gente Produttiva, visto che Carmelo Miragliotta ha un recentissimo passato da esponente di Lega e di Forza Italia (sostanzialmente la sua proposta richiama i due partiti alle origini) ed otterrete un risultato di poco distante da quello del neo Presidente casalese. Il divario è intorno ai 1500 voti su un totale di oltre 250 mila. Segno che i due corpi sociali o elettorali si equivalgono e che lievi scostamenti fanno la fortuna dell'uno o dell'altro. Qualcuno potrebbe obiettare che la somma non è corretta e che tutto non può essere aggiunto alla Casa delle Libertà. Può darsi, ma i percorsi politici dei vari candidati a Presidente non lasciano dubbi: il centro destra ha corso tranquillamente un primo turno non accettando l'ingaggio proposto dal centro sinistra, cioè di semplificare il quadro all'elettorato, spostarsi decisamente sul bipolarismo e chiudere la partita. Il centro sinistra ha praticamente giocato da solo. Il centro destra ha preferito rimandare il verdetto ad una partita che non si farà mai. Ed ora cosa devono studiare Forza Italia e soci? Possono continuare ad analizzare la goccia che fa traboccare il vaso, mischiando sospetti e mulinando improbabili vendette oppure dovranno tendere ad un'analisi più sofisticata di tutta l'acqua che riempie il vaso, visto che fra un anno appena sarà sul banco dei giudicati il governo regionale di Enzo Ghigo? Forse sarebbe meglio la seconda ipotesi, ma saranno in grado i nostri eroi di farsi pervadere da una migliorata professionalità politica? Io penso di sì, ma ci vuole equilibrio e maturità. Peraltro Forza Italia (24%) è di gran lunga il primo partito della Provincia (DS al 18,5%) e questa maturazione la deve fino in fondo ai propri elettori.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria