Dimensione del carattere 

Martedì 24 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

23/10/2005

Premierato forte? La novità della Costituzione

Le polemiche sul proporzionale hanno offuscato il dibattito sulla devolution. È dunque bene sapere che...

   

Premierato forte? La novità della Costituzione

Le grandi polemiche che hanno fatto seguito al voto della Camera sul ritorno della politica nazionale al sistema proporzionale (perché Comuni, Provincie e Regioni si eleggono già così), oltre ad offuscare tentativi di approfondimento che sarebbero stati utili a capire se il nuovo meccanismo elettorale produrrà un deciso orientamento verso la Terza Repubblica, oppure se confermerà l’attuale bipolarismo, hanno largamente occultato all’opinione pubblica il cammino della grande riforma costituzionale che, in maniera del tutto svalutativa, viene catalogata come “devolution”. Perché è ovvio che nella legge di riforma consentita dall’art. 138 della Costituzione stessa e che è passata alla Camera in terza lettura, ci sono moltissimi elementi di novità sull’ordinamento della Repubblica e il sistema proporzionale non ne è che una propaggine, ancorché il percorso per giungere alla prima sia assai più complicato di quello per approvare la seconda.
Dove sarebbero questi collegamenti? Sostanzialmente nella questione del premierato, che i detrattori appellano come “forte”, pensando che lo eserciti Berlusconi, mentre sarebbe pacatamente democratico se gli elettori decidessero che lo svolgesse Prodi, augurando lunga vita politica ai due, visto che la riforma ha tempi lunghi per andare totalmente in vigore. Se tutto funziona – cioè se il Senato l’approverà in quarta lettura e se i cittadini la confermeranno con apposito referendum nell’autunno 2006 – la riforma entrerà in vigore in tre tappe che termineranno nel 2016.
Bene, ma come funziona l’innovazione del premier? Oggi il Presidente del Consiglio è un primus inter pares; riceve l’incarico dal Presidente della Repubblica; deve farsi votare la fiducia dalle Camere prima di iniziare il suo compito; non si trova sulla scheda elettorale nessun esplicito riferimento alla sua figura. Per fare un esempio sulla nostra realtà, gli elettori alessandrini nel 2001 sono in maggioranza andati a votare per l’on. Franco Stradella (che ha vinto nel suo collegio elettorale), bocciando senza appello il candidato del centro-sinistra. Essi sapevano che l’on. Stradella apparteneva alla coalizione a cui era a capo l’on. Berlusconi, ma sulla loro scheda, salvo un simbolo coniato per l’occasione, non vi era alcuna possibilità di scelta diretta nei confronti del Cavaliere, né di vincolare l’on. Stradella, una volta eletto, a votare la fiducia al Governo attualmente in carica, tant’è vero che tanti on. Stradella messi assieme avrebbero potuto sancire il cosiddetto “ribaltone” a legislatura corrente.
Ora, con la riforma costituzionale si rafforzano la legittimazione popolare e i poteri del primo ministro, nonché il bipolarismo (che si gioverà anche degli sbarramenti di coalizione del 10% per la Camera a livello nazionale e del 20% del Senato a livello regionale, sanciti dalla nuova legge proporzionale), perché il primo ministro sarà la persona indicata dal partito o dalla coalizione che ha vinto le elezioni. Di conseguenza l’insediamento del primo ministro non richiederà più il voto di fiducia della Camera e rispetterà l’indicazione degli elettori. Il premier potrà infine nominare e revocare i ministri, ma non potrà cambiare la propria maggioranza, che lo potrà sfiduciare, resistendo così ad eventuali tentazioni di chiudere l’esperienza parlamentare e attivare percorsi di elezioni anticipate che non vedano l’accordo del Parlamento.
Non mi pareva – solo questa – una novità da poco in una riforma che ne prevede tante altre, ma ahimé, un Celentano val bene una Costituzione.


Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria