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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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23/01/2004

Buon compleanno, Forza Italia!

Dieci anni per il movimento-partito degli azzurri. E dire che nel 1994 molti preconizzavano una fine veloce ed inesorabile. Il partito delle persone e la lezione risorgimentale di Carlo Cattaneo.

   

Forza Italia compie dieci anni e dunque buon compleanno. Ma forse questo non basta, anche se erano in molti quelli che pensavano, nel 1994, che un movimento o partito del genere non potesse resistere a lungo e che fosse scritta nella stessa sua genesi la provvisorietà della permanenza nel sistema politico italiano. Non a caso l'on. Sandro Bondi, coordinatore nazionale degli azzurri, non ha mancato, in queste ore, di ricordare che Forza Italia è presente per cambiare l'Italia e non è interessata al professionismo politico. Quanto occorra per cambiare il Paese è altra questione. In questo primo segmento di legislatura Forza Italia ha dovuto testare sulla propria pelle quanto sia difficile piegare le resistenze, quanto sia complicato superare lo spirito di conservazione dei poteri forti, quanto sia faticoso smantellare benefici e privilegi di questa o quell'altra casta. Ma che questa nazione abbia necessità di cambiare per tornare a competere lo sanno anche le pietre e, con buona probabilità, questa del resistere ai tempi è anche una delle più profonde ragioni per le quali cadde la prima repubblica. Proprio su questa caduta si innesta Forza Italia, cogliendo le simpatie di un ampio strato di popolazione, dal dopoguerra organizzata nel consenso intorno ai partiti della DC, del PSI, del PRI, del PLI, del PSDI e del MSI. Certo, le rispettive classi dirigenti si compongono e si scompongono come il un cangiante mosaico, ma dieci anni dopo, possiamo dire che il processo di ricollocazione delle leadership è ormai definito. Ciò che ancora potrebbe riservare sorprese è la ridsefinizione dei contenitori-partito. Ecco, Forza Italia, proprio in questa direzione, ha proposto un modello nuovo. Quando Giuseppe Giordano dichiara che il partito del Cavaliere non è un "partito di plastica", ma una forza politica radicata sul territorio, apre un ragionamento non di poco conto. In effetti, in questi due lustri, Forza Italia non ha teso a strutturarsi sul territorio, ma a segnare presenze. Non una sezione ogni campanile, non una cellula ogni fabbrica, ma una persona ogni comunità. E questo non per una esagerata propensione alla leadership monocratica, di cui certamente si vedono effetti positivi e conseguenze negative in termini di assunzioni di decisioni all'interno della dinamica del partito, ma per un'esplicita volontà di non rapportare strutture burocratiche al cittadino, ma relazioni personali. Giusto? Sbagliato? Di sicuro un approccio nuovo e diverso. Più diretto. Chi dà risposte alla società, chi conduce un rapporto con la pubblica opinione, sa di poterlo fare con una certa sicurezza, o almeno, avendo evitato troppi condizionamenti interni. E al partito risponderà, poi, complessivamente nei processi di rielezione, nei congressi, ma ha le mani libere per poter condurre la politica che si è decisa. Quindi un prevalere della persona sulla struttura burocratico-istituzionale del partito, al fine di assumere decisioni più immediate, più in sintonia con i ritmi e le dinamiche della società attuale. Alla fine degli anni Ottanta anche la DC tentò una propria riforma interna in termini di accelerazione dei processi decisionali, mentre il PSI già aveva imboccato una scorciatoia con la leadership di Bettino Craxi. Non vi riuscì, e morì di lì a poco. Ma il segno inequivocabile era la necessità di sfoltire e semplificare le strutture partito. In ciò riuscì Forza Italia, che rimane, però, sia nel centro destra, sia nel centro sinistra, un modello unico di organizzazione nuova. A ciò si aggiunga il patrimonio dei valori, che ogni giorno si definisce sempre più, migliora la propria autocoscienza, ritrova le proprie radici, portando a compimento l'aspirazione risorgimentale di Carlo Cattaneo: " la vera scienza della società deve fondare quella sola unità che è compatibile con la conservazione delle distinzioni". Anche il federalismo, dunque, è un valore dove lo Stato-Nazione è solo uno dei cerchi nei quali si costituisce la vita politica e giuridica dei cittadini. E il partito non può che essere modulato di conseguenza, con ampi strati di autonomia strutturale ove "conservare le distinzioni" e promuovere il processo di unità programmatica in risposta alle cangianti esigenze della società globalizzata. Sui valori, comunque, ritornerò. È forse utile pensare che Forza Italia debba passare, anche nell'immaginario collettivo, da quello che viene comunicato a ciò che in realtà è. Insomma, dopo dieci anni, sorridere sui gadget o sui lifting, mi pare sia molto limitativo. Forza Italia è soprattutto un partito di contenuti da comunicare, di valori da condividere e di differenze da salvaguardare. Il resto è "Odeon", cioè tutto quanto fa spettacolo. Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria