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Domenica 22 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/06/2014

Prestito al debito!

Fabbio commenta positivamente ciò che la città potrà avere dallo Stato per pagare i vecchi debiti con i fornitori, ma individua anche tante stranezze. Eccole...

   

Prestito al debito!

Come al solito sono contento di ogni passo avanti che Alessandria riesce a fare sul versante del risanamento dei propri conti. Operazione iniziata ben prima che l’attuale sindaca arrivasse a sedersi lì dove ancora è, visto che i primi provvedimenti correttivi sono del 2008. Ma ciò che stupisce è la propaganda messa in campo da politici di professione, che dovrebbero essere più misurati nelle loro comunicazioni alla città.
Esistono infatti alcuni lati oscuri della vicenda che è giusto segnalare. Ammesso e non concesso che sui 300 milioni a disposizione per tutta la nazione di comuni dissestati ad Alessandria ne giungessero effettivamente 50 (anche 30 o 40 sarebbero sempre manna per i creditori che attendono da troppo tempo), ciò non evita lo stridore della situazione. Per effetto della Costituzione Italiana i Comuni non possono indebitarsi che per investimenti. In questo caso il prestito, da restituire in 20 anni, ha carattere debitorio e serve per pagare altri debiti che l’Amministrazione Comunale ha deciso di onorare solo al 40-50 e 60%. Non è la prima volta che succede, e capiterà altre volte, ma di certo lo spirito della Costituzione viene tradito. Così come il fatto che Alessandria ha residui attivi (cioè cifre che deve incassare a sua volta dai debitori) per circa 45-50 milioni di euro. Si è arrivati a così poco, continuando a tagliare i 129 milioni iscritti a bilancio e confermati dall’OSL e da questa Amministrazione nel Rendiconto 2011 approvato nel 2013. Ma sempre pari ai debiti sono. Senza parlare del grande patrimonio che avrebbe potuto essere in parte alienato. E allora? Preferiamo prenderli a prestito dallo Stato piuttosto che usare i nostri, che peraltro nulla facciamo – o assai poco – per incassare. Strano che lo Stato sia così acquiescente nei confronti del “nuovo” Comune. E strano che non si dica che la passata Amministrazione abbia lasciato un saldo di 32 milioni, che ha ridotto conseguentemente la massa debitoria. Strano anche che, d’un colpo, con questa operazione si ritorni ad un indebitamento a medio termine (mutui ed altro) superiore ai 150 milioni di euro, dopo aver fatto subire alla città il sacrificio di non investire per gli anni 2011, 2012, 2013 e 2014 (circa 12 milioni all’anno di restituzione mutui, che fanno circa 50 milioni, che ci rimangiamo in un colpo). Strano che dopo aver sparato cifre ben più alte, ci si ricordi che il debito non superava la soglia dei 50 milioni, come peraltro sempre dichiarato. Ma di stranezze, si sa, è piena la vita istituzionale e il “nuovo” Comune, che ha anche il record di incassare il più alto introito della sua storia attraverso i tributi locali.
Sì, “nuovo” per differenziarlo dal “vecchio” che viene indicato come in dissesto. Peccato che fino alla fine del mio mandato il Comune fosse in regime di contabilità ordinaria, mentre è il “nuovo” Comune che ha scelto il dissesto. Il “vecchio” comune era solito pagare i debiti dei sindaci precedenti, con responsabilità e senza starnazzare, pensando di dover fare esclusivamente il proprio dovere, mentre per la prima volta il “nuovo” Comune ha preferito non onorare i debiti precedenti. Un esempio? Presto fatto e d’attualità, vista l’imminente fase finale della costruzione del ponte Meier. Proprio il progettista newyorkese venne incaricato nel 1998 da Francesca Calvo. Lavorò ed emise fatture appunto nel 1998, 1999, 2000, 2001 e 2002 (cioè mandati Calvo e Scagni), ma venne pagato solo nel 2011 durante il mio mandato. Se il sottoscritto avesse preferito dichiarare dissesto – e tutti sanno che trovò una situazione finanziaria non propriamente rosea – avrebbe risparmiato il 50% delle risorse per pagare il progettista, ma non sarebbe stato responsabile, né onesto con i suoi predecessori che avevano contratto il debito. Il “vecchio” Comune agiva così, quello “nuovo” preferisce interrompere bruscamente una lunga tradizione di lealtà istituzionale fra le parti, ma infrangere anche uno stile che contraddistingueva le persone che si alternavano a Palazzo. Lo stile non è acqua e o lo si ha o nessuno può dartelo. Un po’ come il coraggio.
Ma visto che lo Stato di Renzi è così munifico, prosit!
 

Piercarlo Fabbio
Presidente gruppo PDL-FI-FdI-NCD
al Comune di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria