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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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29/10/2003

Voto agli immigrati:
un sì tra contrasti

I Forum del Vico promossi da Aldo Rovito alla Circoscrizione Sud di Alessandria. A confronto politici, tecnici, immigrati per un dibattito che ha chiarito molte contraddizioni.

   

Periodo, questo, di contrasti forti. Quasi di guerre ideologiche per la politica italiana. Non dico di guerre di religione… ma come si potrebbe ipotizzare una guerra moderna nella società della conoscenza se non giocata sullo scontro delle idee? Di sicuro scontro fra modi di vita, fra civiltà che si dovrebbero integrare a viva forza, quando, invece, sono state disintegrate per secoli e, nel momento in cui fanno ricorso alle loro tradizioni non possono che sentirsi più lontane. Bisognerebbe guardare solo avanti, ripercorrendo il motto di Giovanni XXIII - quando incontro una persona non le chiedo da dove arrivi, ma dove vada - eppure capisco che non sia facile o immediatamente possibile. Comunque, a proposito di sguardo orientato verso il futuro, ottima l'iniziativa del Circolo Culturale G. B. Vico, che ha pensato di proporre, per i suoi forum, il tema scottante del voto agli immigrati. Aldo Rovito, che è anima del Vico, ha suggerito tre domande: provocazione politica?, Problema reale?, Un percorso per l'integrazione? E ha chiamato politici (Faciano, Botta, Robutti, il sottoscritto), immigrati (Kraja, Hussein Alì, Imeri, El Idrissi) e tecnici (Ghiara e Bronti) a discuterlo. Il mix è stato interessante e qualche dubbio sul tema si è chiarificato. Anche questa però rimane una questione di contrasti, più interni che esterni. Perché? Perché, ad esempio, Fini gioca la carta dell'elevazione della democrazia, tenendo un atteggiamento assolutamente antidemocratico nei confronti del proprio partito. È risaputo che la proposta non nasce all'interno del gruppo dirigente di AN e che quest'ultimo non ne è neppure stato preventivamente informato. Il leader si rivolge direttamente all'agorà (ed in ciò l'atteggiamento sarebbe di massima democrazia possibile, anzi quasi di democrazia diretta) e dalla pubblica opinione riceve il consenso, senza il naturale filtro della forza politica che rappresenta (e ciò invece sarebbe elemento di insufficienza democratica). Un altro contrasto? L'incredibile clamore sollevato dalla vicenda, visto che gli stranieri in Italia sono poco più del 2,5% della popolazione e che la proposta di modifica costituzionale esprime sì un diritto, ma pone lacci e laccioli che lo vincolano non poco (sei anni di soggiorno in Italia, reddito sufficiente per sé e peri propri familiari, nessun rinvio a giudizio per reati per cui sia previsto l'arresto, richiesta di diritto di voto, rispetto dei principi fondamentali della Costituzione). Ciò perché, avendo il sistema una bassa aspettativa che una forza di destra come AN sappia condurre battaglie umanitarie e democratiche, nel momento in cui ciò avviene si grida al miracolo. Altro risvolto è quello del contrasto tra Italia ed Europa. Si è detto e stradetto che il diritto di voto è ormai largamente consentito in moltissimi Paesi dell'Unione. E, al solito, non è così. Infatti è possibile votare alle amministrative per i cittadini non UE in Austria (escluso il Comune di Vienna), in Irlanda, nei Paesi Bassi e in Belgio (solo alle Comunali), in Finlandia, Svezia e Danimarca. I grandi Paesi, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Grecia, così come molti Paesi dell'allargamento, stanno discutendone oppure sono alla finestra. Allora cosa occorre fare per superare i contrasti più forti e quasi tutti interni al sistema politico, stante il fatto che i problemi reali degli immigrati non sono unicamente quelli legati ad un concetto di democrazia occidentale peraltro intensa ed avanzata? Esteriorizzare il dibattito, fare ciò che ha fatto il Vico, approfondire e confrontarsi. Chissà che utilizzando il confronto non si risolvano problemi importanti dell'"altrove" tra noi, dell'esistenza umana e della convivenza sociale. Cose che garantiscono, molto più delle nostre parole, il raggiungimento di livelli di integrazione accettabili ed utili alla comunità nazionale. Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria