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Domenica 22 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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14/05/2011

Fabbio: le quattro gambe dello sviluppo di Alessandria

L'intervento, mai letto completamente, preparato per il Forum Ambrosetti di Venerdì 13 maggio. Il Sindaco è stato bruscamente interrotto per superati limiti di tempo. Pubblichiamo il testo integrale

   

Fabbio: le quattro gambe dello sviluppo di Alessandria

Quest'intervento non è mai stato fatto interamente, in quanto il Sindaco, una volta iniziatolo, è stato interrotto per superati limiti di tempo (i più mclassi sostengono che nei lavori del convegno incombesse la "pausa caffé"). Riteniamo interessante sottoporlo ai nostri cibernauti, perché vi sono alcune novità sul futuro di Alessandria, che sono di interesse per un incipiente dibattito sul domani del capoluogo.

 

 

Forum Ambrosetti, 13 maggio 2011
Intervento del Sindaco di Alessandria
Piercarlo Fabbio

 

con grande piacere, ma anche con senso di responsabilità ho accolto l’invito al Forum, in quanto la Città di Alessandria non intende portare soltanto un saluto formale, ma anche contribuire al ragionamento sul futuro del Monferrato mediante l’apporto dello strumento di cui si è dotata: il piano strategico. Non intendo ricordare le oltre 120 idee progetto e le strategie ivi contenute, che sono note ai più e sono state trasmesse alla Fondazione della Cassa di Risparmio ed allo Studio Ambrosetti, ma anzi muovere da quelle considerazioni sviluppate dai miei concittadini per proporre nuovi ragionamenti.
Il più grande fattore di sviluppo di questo secolo è l'innovazione, prova ne sia il fatto che i tassi di crescita maggiori sono quelli dei paese nel mondo che negli ultimi decenni più hanno speso (rectius investito); in questo il nostro Paese in vari ranking è scivolato in fondo. Recenti indagini del World Economic Forum, con particolare al Global Information Technology Report indicano perdite di posizioni dell’Italia, che si piazza nell’ICT molto lontano dalle posizioni di Svezia, Singapore, Danimarca, ma anche di Cina, Israele e Montenegro. In un contesto nel quale da Singapore alla Finlandia, dal Cile alla Cina, altri Stati investono nel sistema della conoscenza come prioritario fattore di sviluppo, la città di Alessandria fa una scelta netta di valorizzazione ed incremento del proprio sistema della conoscenza. Proprio oggi dovrebbe essere approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Università del Piemonte Orientale un Accordo di Programma quadro con la Provincia di Alessandria, il Comune di Alessandria e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, per un accordo decennale di implementazione della didattica di base. Ringrazio in questa sede la Provincia e la Fondazione, che hanno con forza difeso insieme a noi l’idea che la didattica universitaria di base debba da domani essere da un lato sostenuta, dall’altro discussa in futuro con una ampia concertazione di attori del tessuto della produzione e dei servizi, perché questa deve tenere in considerazione anche le istanze del tessuto locale e gli sbocchi occupazionali, nonché i fabbisogni, del bacino alessandrino. Da un lato, investire nella crescita della conoscenza a livello locale produce reddito, perché si preparano risorse umane necessarie alla crescita, senza doverle cercare in altri contesti, ed anzi perdendo cervelli e reddito alessandrino come è successo per molti decenni. Dall’altro, in queste settimane stiamo lavorando ad una nuova versione del progetto della Cittadella della Conoscenza, che veda nel prossimo futuro i due Atenei del Politecnico di Torino e dell’Avogadro impegnati sul fronte della Ricerca e dell’Alta Formazione a servizio delle imprese, in una logica non più di sussistenza, ma di libero mercato, cioè di profitto in un sistema competitivo.
Del resto, una città capoluogo di Provincia non può non ricordare che molte imprese del Monferrato - non solo le grandi, ma anche quelle di media e piccola dimensione secondo i parametri comunitari - hanno una spiccata vocazione internazionale, non solo nel senso della penetrazione dei mercati esteri, ma anche in quella della stabile organizzazione in quei mercati. Su quei mercati è difficile competere se non si investe in alcuni fattori chiave a supporto del capitale umano, del resto identificati anche dalla nostra Regione. Tra i molti, primi tra tutti il supporto all’internazionalizzazione, che non può essere avulso a nostro parere da altri due fattori chiave: l’innovazione tecnologica e l’innovazione finanziaria, con particolare riferimento alla capitalizzazione d’impresa.
Molteplici sono i progetti del Piano Strategico, e non intendo ricordarli in questa sede, ma affermare un principio sul fund raising: oggi la pubblica amministrazione, sia locale sia a livelli superiori, non ha le risorse finanziarie per affrontare da sola progetti strategici. E’ necessario allora ragionare, come stiamo facendo oggi, per costruire localmente le condizioni politiche ed il quadro istituzionale certo, nel quale il privato possa investire su progetti che insieme andremo ad identificare come prioritari, rispetto ai tanti che sono stati proposti ai tavoli di lavoro. La mia tesi è che il mondo politico debba creare le condizioni per lo sviluppo dell’iniziativa privata: dobbiamo creare un mare pulito e lasciare che plancton, necton e benthos si sviluppino armoniosamente e liberamente in un contesto che li accetta.
Occorre investire in grandi progetti, per risparmiare tempo ed energie, sapendo che il ritorno è di lungo termine, come nel caso dell’investimento nella conoscenza, oppure in progetti di grandi riqualificazione degli spazi urbani della città, come la Caserma Valfrè (per la quale abbiamo lavorato da tempo per l’ottenimento con trasferimento a titolo gratuito, e ci aspettiamo a brevissimo notizie dal Consiglio dei Ministri). Parallelamente, occorre investire risorse (idee, tempo, denaro), per ottenere risultati di breve ed addirittura immediati. Faccio due esempi, in due settori strategici differenti. Lancio formalmente in questo forum due proposte di dibattito per due nuovi possibili progetti non contenuti nel piano strategico: investiamo con le più grandi imprese mondiali del settore in una FABBRICA DIGITALE che faccia da recovery dei dati a livello italiano (a supporto della pubblica amministrazione e delle imprese), ed investiamo nell’energia pulita ottenuta dal materiale riciclabile con processo anaerobico, creando un CENTRO RICERCHE della filiera agricola (collocata nella Cittadella della Conoscenza).
La visione di sviluppo non è solo economica, ma riguarda anche la qualità della vita e il campo sociale; anche in questo versante le risorse pubbliche non possono fare un piano strategico di intervento, ma occorre pensare a nuovi modelli di collaborazione tra pubblico e privato. Faccio due proposte di dibattito in tal senso: creazione di parcheggi con investimenti privati a fronte di meccanismi di concessione di lungo termine, ed investimenti nell’energia termica ottenuta da materiale riciclabile da impiegare in uffici pubblici, private abitazioni o aziende, a fronte di vantaggi fiscali su nuove iniziative di concerto tra le leve fiscali degli enti locali e regionali.
E’ stato chiesto dallo studio Ambrosetti a molti attori del territorio quali siano i fattori strategici di sviluppo. La mia risposta è che vi siano 4 gambe per lo sviluppo. Della prima ho già parlato, ed è la connessione tra sistema della conoscenza e sistema della produzione di reddito. Pongo a questo forum 3 altre questioni strategiche, oltre alla prima già affrontata.
La seconda è la questione sanità. Essa può essere vista in due ottiche: o come servizio al cittadino, o come motore di reddito. Io sostengo che entrambe le ottiche debbano essere considerate, ben sapendo però che si tratta di due ragionamenti distinti. Si deve partire dal tema economico e lavorare al rafforzamento patrimoniale e finanziario del sistema sanitario (ASO ed ASL). Il modo è la riforma dell’organizzazione degli ospedali, pensata dalla Regione Piemonte, che avrebbe tre elementi di novità: il riconoscimento di un ruolo di capoluogo di Provincia di Alessandria, la creazione di economie di scala, la razionalizzazione del numero delle strutture organizzative. Inoltre, pongo la questione se sia possibile introdurre nel sistema della sanità pubblica elementi di sanità privata, cioè un’area nella quale si possano offrire servizi a pagamento. Il tema è controverso, perché avversato da parte del sistema sanitario privato (che vedrebbe una possibile concorrenza sleale), e perché riguarda prevalentemente il mercato assicurativo. Un’altra questione che pongo è quello delle liste di attesa. Un progetto strategico su questo aspetto avrebbe due obiettivi: il primo è un miglioramento della qualità della vita, il secondo l’attrazione di utenza e di reddito sul bacino alessandrino. Ultima considerazione su questo tema strategico: ASL ed ASO devono essere considerate vere e proprie aziende di produzione. Sarebbe utile un patto sociale con le organizzazioni sindacali a livello regionale, anche al fine di ridurre fenomeni di parcellizzazione a vantaggio della produttività.
La terza questione è quella della logistica. Una delle accuse mosse al nostro territorio è quello di avere spinte campanilistiche, criticando ora Novi Ligure perché difende lo scalo di San Bovo, ora Alessandria per lo scalo merci, ora Tortona che valorizza la logistica su gomma. Bisogna smetterla di essere superficiali in tali letture delle realtà complesse dei territori. La peculiarità di Alessandria – parlo della mia città – deriva da decenni di storia e di visione di collegamento come snodo del nord ovest. Non noi, ma Ferrovie dello Stato, Fondazione Slala, Regione Piemonte ci hanno riconosciuto questo ruolo naturale. Se oggi si dice da più parti che sia opportuno e necessario uno snodo sul versante nord/sud, che colleghi Genova con la Svizzera, siamo tutti d’accordo, ma non siamo d’accordo sul fatto che si imputi ad Alessandria la responsabilità di creare le condizioni per realizzare un progetto di tale dimensione. Ieri l’altro sul quotidiano Il Sole 24 Ore, alle pagine del Nord Ovest, si leggeva di un braccio di ferro tra Cota e Burlando, cioè tra Piemonte e Liguria. Non si dimentichi che è stata costituita una società, presieduta da rappresentante del Porto di Genova, e che si deve immaginare un ruolo di supporto ad un progetto di area vasta tra le due Regioni confinanti. Ci vuole una società di “corridoio”, o comunque la si voglia chiamare, ma un organo giuridicamente riconosciuto e titolato ad una mission ben precisa, cioè la realizzazione del corridoio nord/sud, al fine di dirimere due distinti ordini di problemi: normativi e finanziari. Al riguardo del secondo, a mio parere il sistema delle banche e delle fondazioni sarebbe in grado di sostenere il progetto cofinanziandolo, ma è di tutta evidenza che non è possibile un dialogo con una molteplicità di quindici o sedici soggetti seduti attorno ad un tavolo: occorre un punto di riferimento legalmente riconosciuto. Non si dica allora che è colpa di Alessandria se non si realizza un progetto che ha dimensioni istituzionali e finanziarie ben superiori. Si deve invece dire con chiarezza che per una così grande partita occorre un soggetto incaricato direttamente dal Consiglio dei Ministri a lavorare coi vari soggetti pubblici e privati interessati al progetto sull’asse identificato. La differenza rispetto al tema strategico della sanità è che la questione logistica non è una problematica di natura solo tecnico economica, ma prevalentemente politica ed istituzionale.
Quarta ed ultima questione strategica che pongo è quella del lavoro. Esistono numerose fonti di informazioni del sistema camerale, del sistema degli enti locali e delle università, delle associazioni imprenditoriali e sindacali. Questi dati sovente divergono, almeno nel bacino alessandrino, anche sensibilmente. Non si possono assumere decisioni consapevoli sul tema del lavoro in assenza di dati certi, condivisi e confermati. Esistono nel piano strategico di Alessandria numerosi progetti in tal senso proposti da vari attori del sistema produttivo, delle amministrazioni ed enti pubblici, delle organizzazioni di categoria professionale. Propongo di affrontare in un dibattito le varie ipotesi e di fare delle scelte per giungere ad un accordo e ad una decisione condivisa. Il vantaggio di questo tema rispetto ai precedenti, cioè la logistica e la sanità, è che questo non ha una dimensione superiore di riferimento per decidere, ed in tal senso, essendo un problema affrontabile a livello provinciale, dobbiamo e possiamo risolverlo tra di noi. Se non lo facciamo, sarà responsabilità collettiva di tutti.
Al fine di affrontare seriamente le questioni poste, la città di Alessandria mette a disposizione un metodo ed uno strumento. Lo strumento è il piano strategico. Il metodo è la discussione pubblica sui temi strategici, su iniziativa non del Comune, ma dei soggetti interessati ad ospitare un dibattito pubblico. Il primo si è tenuto pochi giorni fa su iniziativa dell’Università del Piemonte Orientale, ed ha affrontato il tema della conoscenza. Altri due sono previsti il 23 maggio su iniziativa del Politecnico di Torino sui progetti di connessione con le attività produttive, ed il 31 maggio su iniziativa dell’Ordine degli ingegneri sul tema della Cittadella Militare si Alessandria, presso le rispettive sedi dei nostri partner.
Invito formalmente in questa sede i soggetti presenti in sala ad organizzare di propria iniziativa tre dibattiti sulle questioni strategiche da noi poste oggi: sanità, logistica e lavoro. In tal senso assicuriamo la più ampia collaborazione.
In conclusione, la nostra vision della città di Alessandria nel contesto del Monferrato è quella del network sui vari temi proposti. Noi riteniamo, a differenza di quanto crede qualcuno, che la valorizzazione dei contesti locali e la produzione di conoscenza, di benessere e di reddito sia strategica in un interesse quanto meno nazionale. Ho sentito spesso taluni parlare ad esempio di Expo 2015 come di un “carro sul quale salire”. Io dico invece che noi vogliamo partecipare ad una logica di network internazionale, nel nostro piccolo, per portare le nostre idee, il nostri prodotti ed il nostro territorio, magari con progetti dimostrativi delle nostre eccellenze. Prepariamoci non per prendere, ma per portare quello che abbiamo, non per dividere la ricchezza di altri, ma per contribuire alla ricchezza collettiva.

 

 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria


 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria