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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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04/04/2011

Università di Alessandria: una difesa da chi ci vuole depauperare

Duro intervento del Sindaco Fabbio alla Conferenza di Vercelli. Le mire di Novara e la nostra vocazione tripolare. Ora occorre firmare l'accordo di programma al più presto!

   

Università di Alessandria: una difesa da chi ci vuole depauperare

Intervento di Piercarlo Fabbio, sindaco di Alessandria, alla conferenza sull'Università Avogadro - Teatro Civico di Vercelli - 4 aprile 2011

 

Dirò subito che non intendo portare a questa Conferenza, ritenendola occasione di incontro di straordinaria importanza, un generico saluto della città di Alessandria, ma affermare invece in modo netto principi trasparenti e chiari orientamenti politici. L’Università del Piemonte Orientale è stata un investimento che la città e la provincia di Alessandria contribuirono a realizzare nel nostro territorio molti anni or sono, trovando le risorse necessarie nei bilanci pubblici, anche in periodi difficili. Tale investimento ha portato sul territorio importanti risultati che recentemente qualcuno sta cercando di negare, con una campagna di discredito sulle nostre tre Facoltà presenti e sugli Enti pubblici e privati alessandrini. Voglio ricordare a tutti che migliaia di studenti, personale docente e lavoratori del settore hanno portato sul territorio una vivacità reddituale ed una ricchezza economica diretta ed indiretta che proprio recenti studi di nostri dipartimenti hanno dimostrato esistere, senza tema di smentita. Parallelamente, dobbiamo tutti ricordare che la ricchezza non è solo di tipo quantitativo, e non si misura soltanto con le ricadute, pur importanti, di natura economica; straordinario impulso l’”Avogadro” ha generato e genera sul nostro territorio in termini di crescita cognitiva e culturale della società civile. Dirò subito che il Comune di Alessandria respinge al mittente tutti i tentativi di screditare i nostri Dipartimenti universitari e le nostre Facoltà, che invece noi ringraziamo pubblicamente per il valore materiale ed immateriale di crescita del nostro territorio, misurabili in termini di bilanci economici e di bilanci sociali, senza citare l’alto valore cognitivo, del resto documentato da autorevoli statistiche nazionali.

Noi intendiamo proseguire su questa strada, ed anzi potenziarla fortemente. Tutte le economie del mondo che hanno oggi i più rilevanti tassi di crescita, se le analizziamo, hanno investito nel passato in un sistema della conoscenza. Non sono tuttavia qui per affermare solo principi, ma fatti. Ne citerò soltanto tre, ma di grande significato politico. E’ un fatto che la città di Alessandria abbia affidato proprio all’Università del Piemonte Orientale uno studio per l’indagine diagnostica della città di Alessandria, prima di decidere la strada del nostro piano strategico, cioè prima di scegliere il nostro futuro. Ed è un fatto che il nostro Piano Strategico, presentato al pubblico recentemente l’11 marzo 2011, poggi, con una scelta coraggiosa e netta, una delle sue quattro gambe proprio sull’Asse della Conoscenza, e che tale Asse ed i progetti di alta formazione e di ricerca ivi contenuti siano stati illustrati alla nostra collettività da un autorevole esponente dell’Amedeo Avogadro, anche per il rispetto profondo che noi abbiamo del valore del nostro sistema universitario locale. Ed è infine un fatto che il Comune di Alessandria, in piena sintonia ed intesa con la Provincia di Alessandria, sentita anche la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, il 31 gennaio abbia presentato all’Università, congiuntamente con la Provincia, una bozza per la sottoscrizione di un nuovo Accordo di Programma, avente il fine dichiarato di valorizzare la presenza dell’Università e raccogliere maggiori risorse finanziarie, in un quadro certo e concordato, su base decennale.
Desidero chiarire inoltre che qualcuno sta cercando di affermare che noi siamo interessati a molteplici organismi di gestione; questa informazione non corrisponde al vero. Noi riteniamo che debbano essere diversi gli strumenti di intervento, perché in piena sintonia con i Dipartimenti e le Facoltà locali abbiamo approvato nel nostro Piano strategico le loro proposte in tema di Ricerca e di Alta formazione, ampiamente dibattute con altri stakeholders del mondo della finanza e delle imprese, con schede progetto “quadro” che mirano a costruire nel futuro strumenti orientati al mercato, quali modelli di business school e centri di ricerca per i quali si ipotizza di fornire al sistema degli enti pubblici e privati servizi a pagamento, cioè prestazioni a tariffe di mercato. Diversa è la nostra posizione sul fronte della Didattica di base, per la quale abbiamo riconosciuto che tale modello non è evidentemente applicabile, e quindi da parte degli Enti del territorio, pubblici e privati, si è disponibili ad intervenire con trasferimenti a fondo perduto per il sostegno ed il potenziamento della nostra offerta formativa. La ragione è che, come abbiamo detto e scritto, non esiste Università degli Studi senza studenti.
Diversità di forme tecniche di intervento non significa affatto, come qualcuno evidentemente ha equivocato, pluralità di enti di gestione operativa, poiché noi non siamo interessati alla moltiplicazione di strumenti giuridici e di correlati costi di governance, con conseguente spreco di risorse, per noi scarse. Noi crediamo invece che sia necessario tuttavia avere un accordo quadro che sancisca un principio di scambio netto e chiaro, con risorse certe e di lungo periodo; tale contratto quadro non può che essere l’Accordo di Programma, che noi vogliamo, lo dico senza mezze misure, sottoscrivere al più presto.
Al riguardo, sono venuto in questa conferenza a testimoniare, che il territorio di Alessandria non ha intenzione di permettere, come non permetterà, che siano persi pezzi di nostra offerta formativa. Al riguardo, affermo con chiarezza che sul nuovo sottoscrivendo Accordo di programma il territorio di Alessandria, e cioè il Comune, la Provincia e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, hanno una unità di intenti ed una volontà politica comune, ferma, condivisa e concordata. Al riguardo, sono state aumentate le risorse disponibili al livello di 750.000 euro l’anno, egualmente ripartite sui tre soggetti. Non solo, ma come delineato nel testo dell’Accordo di Programma, laddove si ipotizza azione congiunta di ampliamento e disseminazione dell’iniziativa, sono fermamente convinto che non sia impossibile reperire sul mercato pubblico e privato fondi di altri soggetti interessati, a fronte di un piano chiaro e definito, dopo la firma dei citati proponenti. Credo sia realistico ipotizzare di trovare, se opereremo insieme con una azione comune, altri fondi, che su una base provinciale non credo irrealistico ipotizzare in ulteriori 250.000 euro, per un complessivo importo di risorse pari a 1.000.000 di euro all’anno, con una strategia di lungo periodo. In dieci anni: 10 milioni di euro.

Sono inoltre venuto a dire pubblicamente un altro fatto: per parte nostra la giunta comunale ha già da febbraio approvato lo schema di riferimento sulla base della prima bozza e, visti ed esaminati tutti gli emendamenti proposti la scorsa settimana dall’Università, li accettiamo tutti e siamo pronti a firmare domani mattina un accordo preliminare tra le parti, per consentire ai rispettivi Enti di proseguire con le rispettive procedure di approvazione. Tuttavia, condividiamo la posizione della Provincia di Alessandria, a fronte dell’accettazione di tutti gli emendamenti richiesti, che chiede come noi chiediamo l’introduzione di un solo emendamento. Laddove all’articolo 4, comma 4, si legge: “L’Università, per parte sua, si impegna, per l’intero periodo di vigenza della presente Convenzione, a mantenere il radicamento della propria attività formativa sul territorio della Provincia di Alessandria e a non chiudere o trasferire nessuna delle tre Facoltà – o le Strutture che le sostituiranno in attuazione della Legge 240 del 2010 - che operano in Alessandria, quale condizione essenziale per la vigenza della Convenzione stessa.”, noi chiediamo di eliminare l’inciso “quale condizione essenziale per la vigenza della Convenzione stessa”. La ratio della nostra richiesta è evidente; gli Enti pubblici locali si impegnano con una scelta strategica di lungo termine (10 anni) a garantire risorse nella misura sopra richiamata, ma chiedono che il nostro impegno non possa venir vanificato da una condizione sospensiva a fronte di una eventuale decisione unilaterale della controparte. Se verrà accolto da parte dell’Università tale principio, e se quindi vogliamo davvero entrambi sancire il radicamento dell’Università sul territorio senza ripensamenti, il Comune di Alessandria, e credo anche la Provincia, chiederà l’immediata sottoscrizione, in questa settimana, di un accordo preliminare sul testo, per poter consentire senza indugio l’esame da parte dei rispettivi organi deliberanti.
Io credo che tale nuovo accordo per i suoi contenuti rappresenti una svolta epocale, almeno in termini di sostegno alla didattica universitaria di base. Per le ragioni sopra richiamate, dovremo insieme trovare le risorse e gli strumenti per potere, nel quadro possibilmente di un unico soggetto giuridico, fare investimenti per affrontare le altre due partite parimenti importanti, e cioè la Ricerca e l’Alta formazione, sapendo però che il nostro orientamento in tali due ambiti vuole il tendenziale pareggio di bilancio, se non la eventuale creazione di utili.
Didattica di base, alta formazione e ricerca sono tre aspetti diversi da inserire in un unico contenitore, sapendo però che una quarta partita dovrà essere giocata insieme, concordemente ed uniti; è quella della strutture universitarie. Una città universitaria non è pienamente tale in assenza di un campus in grado di comprendere i due Poli (quello umanistico e scientifico), strutture di supporto, biblioteche, mense, strutture ricettive; starà a noi, agli Enti firmatari dell’Accordo, muoversi con progetti congiunti e concordati, ad esempio nei riguardi dell’Edisu.
Mi preme, prima di chiudere il mio intervento, chiarire un ultimo elemento politico. La città di Alessandria non è interessata a logiche di conflitto con altri territori. In una situazione di drammatica riduzione delle risorse complessive del sistema, nel quadro di una inversione del rapporto tra finanza propria e finanza derivata, noi crediamo invece nelle politiche strategiche di area vasta volte alla creazione di sinergie e di finalizzazione concordata delle risorse esistenti. Non ci interessano le logiche di conflitto con le altre amministrazioni pubbliche, ma le logiche di sinergia e di compensazione. Intendo dire che una Università giovane come quella del Piemonte Orientale, in uno scenario competitivo nazionale ed internazionale, può avere un futuro solido solo facendo economia di scala, e cioè se vista come una università integrata di territorio, di area vasta, nella quale logica Alessandria, Novara e Vercelli sono una sola cosa. Se sapremo dialogare tra territori, trovare logiche di sinergia, comuni intenti, compensazioni e mediazioni di legittimi interessi, lungi dall’avviare meccanismi di competizione, troveremo invece nella nostra unione un punto di forza, e non di debolezza. Di più. Trattandosi di un bene immateriale, la conoscenza, dipende solo dalla lungimiranza politica dei territori saperla valorizzare, saperla scambiare, saperla diffondere per il bene collettivo. Per parte nostra, faremo tutto il possibile per difendere, valorizzare e fare crescere quella che sentiamo essere la nostra Università sul nostro territorio, nella logica non della chiusura, ma della apertura, del dialogo e del confronto con gli altri territori.

In conclusione, la città di Alessandria propone a questa autorevole assemblea che a seguito di questa importante Conferenza di Ateneo si programmi una Conferenza tra le istituzioni dei tre territori che vedono l’Università come comune denominatore, e cioè Alessandria, Novara e Vercelli.
Riteniamo infatti che solo così, uscendo da una logica campanilistica per entrare in quella della pianificazione di area vasta, potremo dare un contributo, tutti insieme, alla crescita complessiva del sistema, traendone poi, come la storia insegna, vantaggi comuni e ricadute di lungo periodo. Noi crediamo che verrà così valorizzato il primo punto di forza della nostra Università, dell’”Amedeo Avogadro”, che ha un valore competitivo straordinario che noi crediamo di condividere. Vorremmo condividerlo con voi tutti, perché essa non è, come pensa qualcuno, l’Università di tre città, ma è l’Università del Piemonte Orientale.

 

Piercarlo Fabbio

Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria