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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/03/2011

Lo sforzo della politica verso la semplificazione per essere davvero moderna

Il rischio di infiltrazioni mafiose nel ciclo degli appalti. Conoscere per prevenire. Convegno 4 marzo 2011 all’Auditorium San Baudolino

   

Lo sforzo della politica verso la semplificazione per essere davvero moderna

Venerdì 4 marzo all’Auditorium San Baudolino di Alessandria si è tenuta la prima di due giornate di studio e riflessione sul ‘Rischio di infiltrazioni criminali nel ciclo degli appalti. Conoscere per prevenire’, appuntamenti per sensibilizzazione su temi sempre più cruciali e di attualità, legati alla legalità e solidarietà sociale.

Promosso da ‘ALT76’ (realtà del volontariato) in collaborazione con ‘Libera’ (più di 1.200 gruppi con l’intento di coordinare e sollecitare l’impegno della società civile contro tutte le mafie) e da ‘Avviso Pubblico’, associazione di enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, il progetto ha il sostegno di Anci Piemonte e del Csva di Alessandria, il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia e Comune di Alessandria. Nel corso del 2010 il Nord Ovest si è più che mai rivelato una macroregione di grande interesse per la criminalità organizzata e una delle cause è, oltre alla sottovalutazione culturale del fenomeno, anche la scarsa informazione sui meccanismi di infiltrazione. La giornata di studio e riflessione ha voluto proporre alcuni spunti in materia di cultura amministrativa e organizzativa di enti locali e soggetti collegati, di definizione di procedure sui sistemi di qualità, di effettiva lotta a forme di lavoro irregolare a partire da un ambito di grande valenza socio-economica e politica, quale la programmazione e realizzazione di lavori pubblici. Tra i relatori, il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio.

Vi ringrazio per l’invito e soprattutto per aver posto un problema che è all’ordine del giorno degli amministratori pubblici che si occupano di contrattualistica e, quindi, di investimenti nelle proprie aree di pertinenza o di modificare e incidere sul loro territorio per lasciare un segno della loro presenza, del loro governo e del loro programma.

L’attuale normativa, molto complicata, non consente, forse neppure di essere intesa come un antivirus, per usare la metafora precedentemente usata. È una normativa partita da un’eccezione, dal tentativo di definire il diritto in base a un’eccezione, e tutte le volte che noi redigiamo una norma sull’eccezione, regolarmente la sbagliamo: Merloni I, Merloni Bis, Merloni Ter, Merloni Quater, il Codice degli Appalti, tutto ciò in poco più di un decennio, senza avere la certezza di bloccare un’eventuale infiltrazione di organizzazioni camorristiche o mafiose o di altra origine, specie quando gli appalti assumono una dimensione consistente, quando assumono una dimensione attrattiva..
È terminata proprio ieri al Comune di Alessandria la procedura di appalto europeo per la costruzione del ponte Meier. La determina (2 marzo 2011) del dirigente Rup (responsabile unico del procedimento) ha individuato il contraente, l'azienda che farà il ponte, all’interno di una valutazione di offerte anomale, all’interno, a sua volta, di una procedura ancora più complicata e non del tutto chiarissima, terminando, quindi, un percorso iniziato a fine luglio 2010. Tempi quasi da record, perché 19 associazioni temporanee d’imprese hanno partecipato per potersi aggiudicare un lavoro da 18,2 milioni di euro. Di queste, 5 hanno presentato offerte anomale.
Nessuno può ritenersi scevro da eventuali infiltrazioni di organizzazioni che sono cangianti; non è che abbiano per definizione scritto che loro sono così; hanno acquisito, nel corso del tempo, spazi anche legittimi e legali, ove, attraverso meccanismi di riciclo di denaro sporco o di finanziamento illegale, hanno trovato probabilmente forme partecipative in diverse società.
La tendenza, la tentazione errata, anche degli amministratori pubblici, è di ritenere che un’azienda di un determinato territorio, sostanzialmente il sud di questo Paese, sia legata a organizzazioni criminali. La prima offerta anomala, poi scartata dal Rup, sul Ponte Meier, è di un’impresa campana.
Ovviamente le battute - ma non si fa amministrazione con le battute – erano quelle sull'alta probabilità che quest’impresa potesse essere legata alla camorra. Nessuno, ovviamente, ha pensato di fare quelle stesse battute su imprese invece autoctone, stanziali, indigene, come quella che ha vinto l’appalto.
La Pubblica Amministrazione in realtà non ha nessun strumento oggettivo per potere sancire se un'azienda può essere inquinata da infiltrazioni malavitose. La documentazione antimafia che viene consegnata per legge non definisce con certezza che siamo al riparo da questo pericolo. Se qualcuno sostenesse il contrario, peccherebbe di superficialità. Abbiamo bisogno di certezze e nello stesso tempo di semplificazione. Otteniamo continuamente una insufficiente risposta del legislatore. Sostanzialmente si aggiungono procedure, si complica l’affidamento dei valori, si chiede ulteriore documentazione e via di questo passo. Non mi pare questo l’approccio di cui noi abbiamo bisogno. I pubblici amministratori hanno bisogno di operare in tempi stretti, brevi e con certezze. Invece sono costretti ad agire in tempi lunghi, con incertezze e procedure assolutamente complicate.
Questo è il clima nel quale ci troviamo. C’è stata una breve stagione nella produzione legislativa di questo Paese durante la quale si è tentato di semplificare le procedure, ma sul terreno, per esempio, degli appalti pubblici, non c’è mai stata una vera linea di recepimento di questo ragionamento.
In realtà ad ogni passaggio da una versione all’altra della legge si trovavano complicazioni, complessità e ulteriori difficoltà nel potere arrivare al termine del percorso. La valutazione di un’offerta anomala, che dovrebbe essere effettuata tra il Rup e l’azienda che risponde alle sue domande, vale due mesi e mezzo di lavoro. La valutazione sulla prima offerta anomala del ponte Meier è iniziata il 3-4 di novembre ed è finita il 4 gennaio. Tempi considerabili rapidi. Queste procedure - io lo sento tutti i giorni come un problema impellente da risolvere - sono talmente complicate e lunghe da essere non capite dalla gente.
Attenzione, un conto è la burocrazia, un altro é la procedura di legge; un conto è poi il rapporto con il cittadino. Ma quando mai riuscirete a fare capire a un cittadino che voi state facendo procedure che la legge vi impone che durano sei, sette mesi per assegnare un lavoro? Provate a spiegare, in termini sintetici, una procedura di un appalto su una pagina di facebook e vedere che cosa vi ritorna in termini di feedback.
Io ho responsabilità in più, devo per forza rispettare quelle procedure, ma devo anche dire, non solo come amministratore pubblico, ma come politico, che vanno migliorate, nel senso di essere capite dal cittadino, non certo ulteriormente complicate. Allora, mettete insieme tutti questi elementi e troverete che il rebus è come il cubo di Rubik, difficile da risolvere. È però uno sforzo che la politica deve fare. Non lo può fare l’amministrazione pubblica locale, lo deve fare la politica a livello nazionale, il Parlamento, i Consiglieri regionali e coloro che hanno in mano un potere legislativo da esercitare.
In realtà il rischio è molto semplice: rispetto alle grandi opere vi è il pericolo di andare da un’amministrazione all’altra senza vederle terminare, perché non si ha il tempo necessario per progettare, trovare i danari, affidare i lavori, realizzare l’opera.
Per fare il ponte Tanaro nel 1889, ci misero due anni. Lasciamo stare il ragionamento per arrivare a fare il ponte; dall’abbattimento del vecchio ponte – agosto 2009 – al termine dei lavori, se nessuno deciderà di fare ricorso, cioè primavera 2013 o dicembre 2012, ci vorranno ancora due anni. Sono passati circa 130 anni e siamo tecnologicamente, normativamente e proceduralmente indietro rispetto a quel periodo.
Non mi pare che questo possa essere evidenziato come una grande vittoria della modernità amministrativa di questo Paese.
 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria