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Domenica 22 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

30/12/2010

Più risorse economiche per Alessandria città universitaria

I modelli nella Business School e nella Cittadella della Conoscenza. Il Comune investirà, su base annua, una cifra più consistente per l'Avogadro, anche legata agli utili delle sue aziende. L'ex caserma Valfrè come portale dell'Ateneo in città

   

Più risorse economiche per Alessandria città universitaria

La creazione di una presenza universitaria radicata nel territorio alessandrino è uno degli obiettivi irrinunciabili della nostra azione amministrativa, in quanto riteniamo che la conoscenza sia un elemento prioritario di sviluppo del territorio, un valore da difendere ed un fattore competitivo primario. Alessandria è una città dalle potenzialità non espresse su molti settori, da quello agricolo a quello commerciale, dal fattore logistico a quello industriale, dai servizi alla presenza di un comparto sanitario con punte di eccellenza. Va riconosciuto, in tale contesto, che la presenza di una Università sia un fattore di crescita importante. Per decenni la nostra classe dirigente ha sviluppato competenze in altri luoghi di formazione universitaria, in altre città, talune metropolitane, altre di dimensione provinciale come la nostra. Solo recentemente, a partire dagli anni ’90, si è radicata nel nostro territorio l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con tre Facoltà, correlate strutture e Dipartimenti universitari, e si è insediata una sede periferica del Politecnico di Torino. È nostra opinione che una città universitaria debba avere un tessuto vivo ed attivo, ed il termine stesso di Università degli Studi richiama l’elemento fondamentale: gli studenti. Del resto, dobbiamo prendere atto del fatto che la riforma in itinere del sistema universitario pone le città non metropolitane sedi di Atenei nella difficile condizione di dover scegliere se subire scelte altrui o governarle. Governarle significa che il territorio potrà avere, ragionevolmente, il tipo di città universitaria che, nel dialogo con gli Atenei, questi saranno in grado di caratterizzare. In un sistema di trasferimenti statali sempre calanti si pone cioè il tema della difesa, ed anzi dello sviluppo, di un sistema universitario locale, con il supporto ed il coinvolgimento degli attori territoriali. La partita che si giocherà nel brevissimo termine sarà determinante, poiché se da un lato vogliamo difendere centri di eccellenza in ambito di ricerca o di formazione avanzata (la Cittadella della Conoscenza e la Business School), dall’altro si deve riconoscere che lo status di città universitaria nel nostro contesto locale dipende anche dalla nostra capacità di sostenere e difendere i Corsi di Laurea e le Facoltà radicate nel nostro tessuto locale. Un Ateneo di recente formazione può trovare nelle realtà di Provincia dei partner attenti all’investimento di risorse di lungo periodo, nel quadro di un accordo preciso. I termini essenziali di tale accordo dovrebbero essere la disponibilità dell’Università di mantenere ed anzi sviluppare nella nostra città percorsi di didattica frontale le cui linee generali dovrebbero essere condivise con i soggetti finanziatori. La nostra visione strategica di una città universitaria poggia su tre linee di azione diverse. La prima, irrinunciabile, è quella della difesa e del sostegno alla didattica di base, quella dei Corsi di Laurea con didattica frontale. La seconda è quella della didattica avanzata e delle specializzazioni (il modello da noi proposto è quello della Business School). La terza è quella della ricerca (il modello di riferimento è quello della Cittadella della Conoscenza). Le tre linee di azione sono interrelate, ma devono essere tenute distinte, in quanto diverse sono le caratteristiche e diversi i modelli di riferimento e di finanziamento. Il modello della Didattica avanzata ed alta formazione è stato condiviso dai due Atenei del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale nella scheda progetto del Piano Strategico riferita alla Business School, come schema quadro di tutti i piani di alta formazione e di master. Parimenti, il modello della Ricerca con un taglio applicato è stato condiviso dagli stessi due Atenei nella scheda progetto del Piano Strategico riferita alla Cittadella della Conoscenza, come contenitore nel quale convogliare tutte le attività di integrazione tra mondo della ricerca e mondo dell’impresa e della produzione in genere, di prodotto o di servizio. Se, tuttavia, vogliamo dare ad Alessandria lo status vero di città universitaria dobbiamo anche investire nella terza direzione, quella del sostegno del radicamento territoriale delle Facoltà dell’unico Ateneo che al momento ha deciso di investire in questa direzione: l’Università degli Studi del Piemonte Orientale. Al riguardo, osserviamo che mentre gli operatori privati e le imprese o loro associazioni potrebbero partecipare al finanziamento di corsi specialistici o master ed investire in commesse di ricerca, non v’è dubbio che la didattica di base dei Corsi di Laurea non possa contare agevolmente su entrate finanziarie analoghe. In altri termini, mentre i due modelli della Business School o della Cittadella della conoscenza si dovrebbero reggere, analogamente a quanto avviene in altre esperienze italiane pubbliche o private, su uno scambio monetario a fronte di un servizio prestato (commessa di ricerca, docenza di master o formazione avanzata), nel caso della didattica di base tale meccanismo non risulta agevolmente applicabile. Se vogliamo avere lo Status di città universitaria, dobbiamo riconoscere che questo terzo irrinunciabile e propedeutico aspetto (la didattica) deve essere garantito mediante la certezza di un radicamento e rafforzamento dei Corsi di Laurea. Tuttavia, passando dalla logica della commessa alla logica del sostegno (contributo), si devono introdurre due elementi importanti di negoziazione nell’accordo sopra immaginato: la programmazione ed il controllo. In questa nuova accezione, il contributo non diventa un sussidio, un obolo o, peggio, una regalia non controllata, ma una quota annuale di un piano di investimento di lungo termine, definito, concordato e programmato per fini di interesse collettivo. Come dimostrato dall’analisi diagnostica del Piano Strategico e da altri studi pubblicati recentemente, l’Università del Piemonte Orientale ha avuto il merito storico di portare la Laurea per la prima volta in famiglie alessandrine che mai in passato avevano avuto accesso agli studi universitari. Dall’altro lato, la tipologia di formazione non può essere considerata, in uno scambio con il territorio di tipo monetario, un fattore avulso dalla negoziazione, poiché costituisce l’oggetto dello scambio, per quanto scambio immateriale (cultura a fronte di sostegno economico). Se allora ragioniamo di investimento, poiché di lungo termine è il tempo di ritorno della spesa nella formazione di una collettività, allora possiamo anche immaginare non una politica di difesa, ma di sviluppo, di crescita, di rafforzamento dell’Università. Una Università può, dunque, esistere in una città non metropolitana italiana se il suo contesto locale la sostiene, sia con investimenti di natura infrastrutturale (aree studio, biblioteche, aule, mense, servizi ristorazione ed alloggi, attrezzature per la didattica e connesse, ecc.) sia con investimenti alla didattica di natura pluriennale che assumono, nella forma tecnica, l’aspetto di un contributo in conto gestione. La riforma universitaria in corso pone l’ultima questione in termini di urgenza: se vogliamo mantenere l’Università in Alessandria dobbiamo agire in fretta e senza indugi. Occorre la condivisione di un progetto di lungo termine con impegni cogenti reciproci, l’allargamento dei soggetti aderenti ad altri aventi finalità istituzionali compatibili (come ad esempio le Fondazioni Bancarie), l’incremento delle risorse finanziarie rispetto alle attuali non più sufficienti, l’introduzione di elementi di potenziamento dell’offerta formativa che tengano conto delle peculiarità e delle esigenze locali, il passaggio dalla logica del sussidio alla logica dell’investimento. Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria