Dimensione del carattere 

Domenica 22 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

24/11/2010

Comune e Fondazione CRA un binomio per lo sviluppo

Ricerca, cultura, università, Fabbio delinea le indicazioni strategiche per la Fondazione. I settori d'intervento ed alcuni consigli per meglio utilizzare gli interventi economici

   

Comune e Fondazione CRA un binomio per lo sviluppo

Non è certamente mio compito quello di ricordare i molteplici positivi risultati della Fondazione Cassa di Risparmio, ma mi corre l’obbligo di ricordare, tra i tanti interventi, almeno due elementi significativi dello scorso anno: gli interventi di recupero architettonico e l’importante progetto di housing sociale, da un lato, e il bando “Ricerca ed Innovazione per Alessandria”, dall’altro. Quanto al primo, posso solo osservare che si tratta di un tema di estremo interesse, che vede il Comune di Alessandria come attore direttamente coinvolto e sensibile. Quanto al secondo tema, mi permetto di sottolineare che la scelta di intervenire in tale settore è stato tanto intelligente quanto coraggiosa, soprattutto con riferimento al periodo storico che stiamo vivendo.
Mi sia consentito di suggerire, se possibile, un elemento di possibile ulteriore miglioramento di questa pregevole iniziativa: elemento fondante di un progetto di ricerca è, sotto il profilo finanziario, il fatto di una dilazione nel tempo dei flussi di cassa positivi, spesso successivi ad una serie prolungata di flussi negativi. Per tale ragione, si potrebbe valutare l’opportunità e la fattibilità giuridica e finanziaria di trasformare il contributo a fondo perduto in una forma di conto interessi, usando cioè il contributo come leva per moltiplicare il valore finanziario dell’operazione, chiedendo al sistema bancario di sostenere senza costi la ricerca delle imprese, ed usando il contributo della fondazione come strumento per l’abbattimento del costo del denaro. Del resto, in questi mesi, nei quali notoriamente la crisi riduce la propensione delle imprese ad investire, soprattutto in progetti a rischio come quelli di ricerca, creare linee finanziarie locali, specialmente studiate per sostenere con capitale a lenta rotazione progetti che spesso le imprese finanziano con strumenti di capitale circolante, o peggio con autofinanziamento, costituirebbe un fatto di indubbia novità e rilevanza. Inoltre, l’altro elemento centrale a sostegno di questa tesi sarebbe il fatto che da un lato renderebbe l’impresa maggiormente responsabile dell’attività stessa (poiché comunque si tratterebbe di finanziamento), e dall’altro garantirebbe alla stessa il vantaggio competitivo di avere ex ante, e non ex post, il finanziamento dei flussi di cassa della ricerca, vero fattore discriminante, perché in grado di fare pianificazione industriale.
Quanto sopra si riferisce ad una visione locale del tema, che non può certamente essere esaminato in modo avulso dal contesto giuridico ed economico globale.
A tale riguardo, corre l’obbligo di rilevare il fatto che certamente la crisi economica e finanziaria non agevola il ruolo delle fondazioni bancarie, tanto è vero che, dopo un triennio di crescita, abbiamo assistito, a livello nazionale - come evidenzia il quattordicesimo rapporto di Repertorio delle Fondazioni - ad una riduzione dei proventi derivante dall’investimento delle fondazioni bancarie stesse, e dunque delle loro redditività. Questo fatto non può che avere, come ha avuto in modo generalizzato, una ricaduta a livello locale. Del resto, l'articolo 52 del D.L. n. 78 del 2010, come convertito dalla legge n. 122 del 30 luglio 2010, chiarisce in via interpretativa che la vigilanza di legittimità sulle Fondazioni di origine bancaria, di cui all'art. 10 del d.lgs. n. 153/99 (Legge Ciampi), è attribuita al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Lo stesso articolo 52, come modificato dalla legge di conversione, chiama, inoltre, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, come tutte le Authority, a relazionare ogni anno il Parlamento, entro il 30 giugno, circa l'attività svolta dalle Fondazioni nell'anno precedente, "con riferimento, tra l'altro, agli interventi finalizzati a promuovere lo sviluppo economico-sociale nei territori locali in cui operano le medesime fondazioni".
Sviluppo economico e sociale dei territori locali, questo è l’obiettivo del legislatore.
Non potrebbe essere diversamente, poiché il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria e la loro identità di soggetti privati non profit, protagonisti del terzo settore, sono stati, pienamente e definitivamente chiariti dalla Corte Costituzionale nel settembre 2003, con una fondamentale sentenza (la n. 300) che le ha confermate come "persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale" e le ha collocate a pieno titolo "tra i soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali".
Se osserviamo lo scenario italiano, tra i venti settori ammessi dalla legge, e guardando ai primi sette settori nei quali mediamente investono le fondazioni, troviamo dei temi sui quali il Comune di Alessandria ritiene sia strategico investire per il futuro. Il primo settore nel quale si investe in Italia da parte delle fondazioni bancarie è quello dell’ Arte e delle attività e beni culturali; non posso non rilevare che da tempo il nostro Comune intende sostenere lo sviluppo dell’industria della cultura.
Il secondo settore d’intervento quello della Ricerca; anche in questo ambito, la politica del Comune di Alessandria intende sostenere il progetto presentato dagli Atenei Alessandrini, dal titolo Cittadella della Conoscenza. Si pensi a quanto sarebbe strategico il contributo della Fondazione in questo senso, come motore di sostegno ad un modello non di assistenza, ma di cogenerazione di flussi di cassa.
Al terzo posto ci sono a livello italiano le erogazioni per Educazione, istruzione e formazione; non posso qui non rilevare come il Comune di Alessandria affermi da tempo la centralità del sostegno alle attività di didattica universitaria. Siamo a favore di qualsiasi strumento giuridico di sostegno al mondo della formazione avanzata, purché sia riconosciuto come centrale il ruolo di Alessandria come città universitaria. Qui occorre uscire dagli equivoci, ed affermare che non si può avere lo status di città universitaria senza studenti, e quindi deve essere premiato lo sforzo degli Atenei che intendono, nelle parole e nei fatti, radicarsi sul territorio Alessandrino, con corsi di Laurea ed attività di didattica strutturate in ambito locale. Anche in questo ambito, riconosciamo nella Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria un interlocutore principe del ragionamento qui sviluppato, come del resto avvenuto in altre realtà non lontane da noi. Non posso poi non citare, nell’ordine, gli altri settori italiani di intervento delle fondazioni bancarie, e cioè il sostegno al volontariato, allo sviluppo locale, all’assistenza sociale ed alla salute pubblica.
Al riguardo, sottolineo che il ruolo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria può essere, come è sempre stato, veramente centrale nel sostegno di progetti di sviluppo locale, nei quali entrano almeno tre rilevanti accezioni; la promozione dello sviluppo economico della comunità, la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità, e l’edilizia popolare locale, tre temi sui quali il Comune è interessato a collaborare e presentare progetti. Mi riferisco in particolare ai progetti che abbiamo recentemente condiviso con altri soggetti sui temi degli anziani, dei giovani, della tutela sociale e della garanzia della salute, solo per citare alcuni ambiti di ragionamento. La visione che sto portando non è originale, né difforme da quanto successo in questo anno a livello italiano, se osserviamo i rapporti delle fondazioni in termini di destinatari principali degli interventi, che vedono al primo posto gli Enti locali, seguiti dagli Enti pubblici non territoriali, come ad esempio le locali università e strutture sanitarie radicate nel territorio.
Non sta quindi a me l’onere o il diritto di scegliere le politiche di erogazione delle fondazioni, per le quali la normativa vigente tende ad incentivare un’alta specializzazione settoriale, ma soltanto rilevare come tali erogazioni, derivanti per volontà legislativa dagli utili derivanti dall’oculata gestione dei patrimoni, possa trovare la sua espressione filantropica negli stessi settori nei quali il nostro Ente caldeggia l’intervento. Senza pretesa di esausitività, tra i tanti settori per legge ammissibili, non posso non ribadire l’importanza del sostegno alle attività culturali , alla ricerca, all’istruzione e formazione, allo sviluppo locale, alla salute pubblica.
La scelta dei tanti progetti possibili ha oggi uno strumento in più; il piano strategico di sviluppo, che è attualmente pronto nella sua prima versione tecnica ed al vaglio dell’Associazione per il Piano Strategico, che mi onoro di presiedere. Al riguardo vorrei rilevare due elementi; il primo è che l’associazione Alessandria 2018 ha avuto un sostegno finanziario dal partner strategico Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, che con grande lungimiranza sin da subito ci ha sostenuto, operando coerentemente con l’indirizzo generale italiano, che vede proprio tra i destinatari prioritari le Fondazioni (non bancarie) e proprio le associazioni. La seconda è un doveroso riconoscimento alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria per aver fornito non tanto e non soltanto un contributo finanziario all’associazione, ma un contributo intellettuale e di dialogo, nella fattispecie garantita a molti tavoli di lavoro rispondenti ai temi sopra citati, nella persona del suo delegato Architetto Giovanni Ghè, che ringrazio.
Di qui, e come conseguenza di questo mio intervento, mi permetto di raccomandare che la scelta dei futuri settori di investimento in erogazioni possa trovare, almeno per la nostra città, da parte della Fondazione un nuovo strumento di analisi, che è dato dal piano strategico, nel quale, fatto di assoluta novità, non vi sono progetti di parte, ma progetti condivisi e mediati tra molti interessi, per i quali il Comune di Alessandria è solo uno dei tanti molteplici attori. Si tratta ora, certamente, di trovare strumenti di valutazione, di misurazione, di assegnazione di priorità tra le tante idee sul tavolo, ma credo che insieme possiamo dotarci di idonei parametri di giudizio e di ponderazione, sfruttando così un lavoro da tanti condiviso per lungo tempo. A seconda dei settori si potrebbe poi distinguere tra contributi ponderalmente differenti, in ragione della natura del progetto, della condivisione di interessi pubblici e privati, di compartecipazione economica o finanziaria di altri attori, nella logica di condivisione e di concertazione che ha ispirato, da sempre, il pensiero europeo.
Concludendo, mi pare, in questo modo, di aver portato a questo tavolo non solo un saluto ma anche delle proposte tecniche e politiche.
Penso che in tal modo potremo ancor meglio ed ancora di più in futuro sostenere, anche nelle incerte congiunture economiche, il ruolo indispensabile delle fondazioni bancarie italiane, che hanno saputo negli anni contribuire non soltanto al processo di ristrutturazione del sistema bancario, quanto alla riduzione del divario esistente tra l’Italia ed i Paesi di origine anglosassone, che per tradizione erano davanti nel sostegno sussidiario e localizzato di progetti con finalità sociali e di promozione dello sviluppo economico e dei fattori della conoscenza.
Da ultimo, ma non per importanza, potremo contribuire ulteriormente al terzo riconosciuto fattore di sviluppo locale apportato dalle fondazioni bancarie, e cioè alla creazione di partenariato con soggetti pubblici locali, che noi auspichiamo, per sostenere quelli che insieme potremo identificare come i fattori di sviluppo strategico, nell’interesse della nostra comunità.

 

 

Piercarlo Fabbio

sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria