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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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21/02/2010

Quanto costerà il denaro?

Dopo le spiegazioni sulla crisi, attraverso un colloquio con il prof. Valerio Malvezzi, ecco una serie di considerazioni sul danaro e su cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi... senza avere la sfera magica

   

Quanto costerà il denaro?

Da un colloquio di Piercarlo Fabbio con il prof. Valerio Malvezzi, consigliere economico del sindaco di Alessandria
 

Se parliamo di cosa succederà nei prossimi anni al costo del denaro, affrontiamo un tema che riguarda il cittadino, il consumatore, il risparmiatore, la famiglia, l’impresa, l’Ente pubblico, insomma tutti noi.
Naturalmente nessuno di noi può fare l’indovino, ma ragionare in termini di statistica e di logica economica. Se l’economia ripartirà, lo scopriremo nei prossimi mesi. Se l’economia non ripartirà, saremo tutti ad avere altri ben più gravi problemi; quindi, proviamo ad essere ottimisti e ad ipotizzare una qualche forma di ripresa.
In ogni caso, appare probabile prevedere una fase di incertezza, con forti scontri tra la domanda e l’offerta, prima che la situazione prenda un segno deciso nell’una o nell’altra direzione. In una fase di incertezza, è probabile che sui mercati si registri un aumento dell’inflazione.
Senza scomodare le formule, sappiamo tutti che il capitale per un investimento, è dato dal capitale investito maggiorato di un tasso di interesse. Quello che forse non tutti i cittadini sanno è che il rendimento finanziario è dato da tre componenti diverse di interesse. La prima componente è il premio per la rinuncia della liquidità. Ciò significa, come dice la saggezza della nonna, che i soldi sono meglio in tasca a te che ad un altro: tradotto, se me ne libero per investire in qualsiasi altra attività, voglio subito una remunerazione per il fatto di non aver le banconote nelle mie tasche. Il premio per la rinuncia alla liquidità è dato – inventiamo una sciocchezza – da quella che potremmo definire la “sindrome di paperone”, cioè dal fatto che a tutti noi piace vedere, sentire e toccare il proprio denaro. Se non possiamo farlo, vogliamo avere un indennizzo per questo mancato piacere, per questa mancata sicurezza.
La seconda componente è il premio per il tempo. Senza scomodare autorevoli economisti che hanno preso il nobel con tanto di dotte formule, potremmo ricordare un altro vecchio adagio della nonna: un euro oggi non equivale ad un euro tra un anno. Questa verità, che è legata ad una complessa problematica nota come valore finanziario del tempo – chi non ha mai letto il detto “il tempo è denaro?” – fa sì che se la rinuncia avviene, l’investitore vuole non solo aver la certezza di riavere a termine il proprio denaro, ma anche quella di vedere il proprio denaro avente lo stesso potere di acquisto. Questa cosa, nota con il termine di inflazione, deriva da un altro fatto, importante da quando si è usciti dal sistema di cosiddetto gold standard, cioè di piena convertibilità della moneta in oro. Qualcuno ricorderà vecchie banconote su cui era scritto: pagabili a vista al portatore, a significare (almeno in teoria) che chiunque avrebbe potuto andare in banca e chiedere di avere oro in cambio di carta. In un sistema economico come quello attuale, in cui tutto si basa sulla fiducia e sulla convenzione, sapere che il denaro non perde valore è determinante; di qui la seconda componente che compensa la svalutazione del denaro.
Ma vi è una terza importante componente, quella su cui tanto si è dibattito nelle applicazione delle regole cosiddette di Basilea2, e cioè il premio al rischio. Chi investe in una attività a rischio (ad esempio un investimento imprenditoriale) vorrà avere una remunerazione proporzionale al rischio: maggior rischio, maggior rendimento.
Per inciso, ora che avete capito il giochetto, non fatevi più infinocchiare dal direttore di banca che anni fa vi chiedeva sorridendo: volete una obbligazione ad alto rendimento (magari dicendo in inglese High Yeld Bonds)? Dovreste sapere che alto rendimento vuol dire alto rischio (e magari il venditore corretto avrebbe potuto anche usare il termine Junk Bonds, che tradotto rende il meno raffinato concetto di titolo spazzatura). Ma stiamo divagando.
Certo è che se ci sarà ripresa ci saranno investimenti, quindi maggiori rischi, e quindi aumenterà in parte la componente di premio al rischio. Del resto, quando si va in banca a prendere denaro, una parte del prezzo è dato dal valore privo di rischio (per esempio l’euribor), e l’altra parte è il premio al rischio (i famosi punti di “spread”). Queste regolette valgono per tutta la finanza, e per qualsiasi tipo di capitale. Allora, se sappiamo che il prezzo del denaro è quello di un bene normale, che si scambia sul mercato come domanda ed offerta di un qualsiasi prodotto, possiamo tirare una conclusione e fare una scommessa, sapendo di aver buone probabilità statistiche di vincere. Il che, per inciso, non è per giocare, ma per fare previsioni nelle scelte della nostra vita, come amministratori pubblici o come risparmiatori, come investitori o come consumatori. Sapere vuol dire solo attrezzarci al meglio. Orbene, va da sé che se il costo del denaro, il tasso di interesse, dipende dal prodotto delle tre componenti sopra richiamate, se una delle tre ragionevolmente aumenta, non potremo che aspettarci un rialzo.
Diamo per stabile il prezzo base, cioè la rinuncia alla liquidità, e stiamo pure prudenti sull’aumento dei rischi e degli investimenti correlati. In una situazione di assestamento, di tensione sui mercati, sappiamo che sarà possibile un aumento di inflazione, cioè del costo finanziario del tempo. Allora, se aumenta anche una sola delle componenti, il costo del denaro salirà.
La finanza si basa molto sulla statistica, che non è una scienza esatta. Potremmo quindi sbagliarci, ma scommetteremmo in questa direzione. Anche perché, altrimenti, ci troveremmo in una situazione di stagnazione di gran lunga peggiore, perché, per il ragionamento che abbiamo effettuato, significherebbe non veder ripartire l’economia.
Ma il cittadino, il risparmiatore, chi deve scegliere oggi tra un mutuo per la casa fisso o variabile, potrebbe, nel leggere queste semplici righe, fare le sue dovute considerazioni. Ed è per questo che le abbiamo scritte.

 

Piercarlo Fabbio
Valerio Malvezzi

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria