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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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09/05/2009

Sei questioni sull'ambiente e sulle PM10

Sintesi dell'intervento del Sindaco Fabbio alla Conferenza annuale di Arpa. E mentre si discute, il Comune presenta nuovi dati...

   

Sei questioni sull'ambiente e sulle PM10

Ringrazio il Presidente della Provincia, l’Arpa e tutti coloro che sono stati attenti ad organizzare questa conferenza che mi pare particolarmente interessante, specie perché quest’anno, a differenza degli scorsi, vi è nella comunicazione pubblica, e per comunicazione pubblica non intendo solo quella dei media, ma anche quella che fanno le istituzioni, un minor tasso di schizofrenia rispetto ad alcuni temi. Abbiamo dunque necessità di centrare l’argomento e di offrire una comunicazione pubblica che sia la meno ansiogena possibile.
Noi tentiamo di sfruttare dati che siano di una certo interesse e di una certa oggettività. Non a caso, il 2008 ha segnato il rientro della città di Alessandria nei parametri europei per quel che riguarda le emissioni di pm10, (40 microgrammi per metro cubo).
Per l’orografia di questa città, per i venti e per tutta una serie di elementi climatici, dovremmo gridare al miracolo per avere raggiunto questo dato che può essere raggiungibile variamente in ogni parte d’Europa, ma diventa difficilissimo collocarlo in Pianura Padana. Questo è il punto di riferimento perché è quello istituzionale, è quello rilasciato dall’Arpa, è quello verificato dalla Regione Piemonte, è quello che ci dà maggiore tranquillità.
Che cosa abbiamo cercato di fare in più? Abbiamo analizzato in alcune immagini satellitari, com’era e com'è la nostra area e come questa si colloca all’interno di un sistema più vasto che è quello della Pianura Padana. Da queste abbiamo ricavato alcuni dati.
L’area urbana, nella fattispecie Alessandria, non è termine di sorgente: noi non raggiungiamo nessun picco di inquinamento rispetto allo stato generale della Pianura Padana. Le tendenze dei dati satellitari, sono esattamente le stesse dei dati a terra che rileva l’Arpa con le proprie centraline.
Miglioramento della qualità dell’aria dal 2006 al 2008: è ormai dato accertato, ma l’orografia incide in modo determinante. Noi siamo inseriti in una sorta di conca. Da un parte abbiamo le colline del Monferrato, dall’altra l’Appennino Ligure; se i venti non spingono in direzione est o nord-est, non ci puliscono dalle polveri che si sedimentano in questa zona.
L’inverno e l’estate: rileviamo una certa persistenza di polveri in inverno rispetto all’estate, e i dati ci dicono che tutto sommato il traffico è uguale d’inverno come è uguale d’estate, le attività industriali sono uguali in inverno come d’estate, e quindi dobbiamo puntare l’indice sull’unica cosa che rimane differenziabile, ovvero i riscaldamenti. Quindi probabilmente a questo proposito occorre prendere dei provvedimenti. Tutto è relativo però, perché non essendo, come vi ho detto prima, l’area urbana termine di sorgente è chiaro che le iniziative che assumiamo a livello di area urbana incidono poco sul fenomeno complessivo.
Divieti sul traffico: secondo me e secondo i nostri studi, i divieti sul traffico dovrebbero essere molto più mirati. Per esempio traffico presante, inserimento pulito delle merci in aree urbane. Dovremmo evitare, o addirittura dettare, dei divieti coordinati con il clima. Noi che siamo in grado di capire giorni prima che tipo di clima avremo, dovremmo rapportarci a quello. Dobbiamo poi incidere su tutte le fonti di inquinamento e di produzione delle pm10 collegandole a quello che abbiamo fatto fin’ora: registrare l’inquinamento, operare sul traffico. Dovremmo registrare le previsioni meteo - persistenza di alta pressione, assenza o calma di vento - ed operare sul traffico.
Unire le forze per individuare i soggetti: l’Arpa si deve attrezzare, e l’ente pubblico la deve finanziare, per presentarci non solo un’analisi quantitativa del particolato, ma anche qualitativa.
Durante il mese di gennaio abbiamo sparso quantitativi ingenti di sale a causa del ghiaccio sulle strade. Questo sale si è parcellizzato e raffinato a tal punto da essere registrato come un pm 10, un pm 2.5. Se noi riuscissimo ad andare a vedere quella particella, avremmo un sistema per abbattere quantitativamente gli elementi di cui noi ci preoccupiamo, perché non cancerogeni. Probabilmente l'elemento cloruro di sodio si salda insieme ad altri e finisce per rendere il particolato meno preoccupante rispetto a quello che noi temiamo.
Questi sono i titoli della relazione che andrò a spiegare, nel prossimo intervento, con il prof. Marco Sumini del Dienca dell'Università di Bologna
Alcuni accenni su cosa sta già facendo il Comune di Alessandria per diminuire l’inquinamento.
Amag sta realizzando, sugli scarichi urbani, nella zona nord della città, un intervento di 5 milioni di euro; 4 milioni e mezzo di euro li ha progettati per la zona Fraschetta, prima ancora di intervenire sulle questioni connesse all’inquinamento di cromo esavalente, al rio Lovassina e alle acque reflue di quell’area. Questo solamente perché ci siamo accorti che da troppi anni non ci occupiamo più di collettamento fognario e quindi era necessario reintervenire.

Pensate che la città di Alessandria ha collegato al sistema fognario pubblico il 60% dei suoi abitanti. L’aumento dell’aspettativa di vita è direttamente connesso alle condizioni igieniche di un territorio. Molti studiosi addirittura hanno trovato un nesso causa/effetto fra la presenza di sistemi di fognature pubbliche e aumento consistente dell’aspettativa di vita.
L’altra questione riguarda gli scarichi industriali, che ovviamente sono per noi direttamente connessi al grande lavoro fatto insieme ad Amag per impattare il problema del cromo esavalente. Certo, ha ragione l’assessore Sandalo, non è d’adesso la presenza di cromo esavalente in quelle quantità all’interno delle falde superficiali delle acque sotterranee; è datata dal 1946. Il nostro stupore è sul come mai non si sia mai fatto nulla per risolvere questa situazione.

Attuare un intervento è importante: aspettiamo di firmare un protocollo d’intesa, un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente o con la Protezione Civile, con la Solvay Solexis, con la Provincia e la Regione, con tutti coloro che sono interessati ad affrontare il costo di questa operazione che è calcolabile oggi, in termini di piano operativo, intorno ai 52 - 53 milioni di euro.
Questo solamente per darvi alcune condizioni di contesto, cosi come l’abbattimento delle emissioni di CO2, che ci vede impegnati con 3 progetti europei: Concerto AL Piano, la Covenant of Mayor Practise.
Il Comune di Alessandria non ha totale competenza sui processi ambientali - l’assessore all’ambiente Serafino Vanni Lai si sta muovendo in questo senso - su cui la competenza è provinciale. Ma molti dei servizi e molte delle erogazione che un Comune fa non sono catalogate, sono solo richieste dei cittadini e a loro si dà una risposta in quanto il Comune è l'istituzione a cui si rivolgono in questi casi e a cui chiedono anche risposte immediate.
Riassumendo, ho esposto 6 punti che il prof. Sumini spiegherà nella sua relazione:
lLarea urbana non è termine di sorgente; la scala dimensionale dell’inquinamento si valuta in decine di km; il miglioramento della qualità dell’aria 2006/2008 è confermato; l’orografia incide in modo determinante per il permanere degli aerosol in quote più basse; l’estate e l’inverno presentano diversi quadri per la persistenza delle pm10; i divieti sul traffico dovrebbero essere basati su questioni climatologiche e non fatti a posteriori; e infine unire le forze per individuare i termini di sorgente e la qualità dei pm10.

Il Sindaco di Alessandria
Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria