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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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09/11/2008

Ambiente: dall'ecoefficienza all'ecoefficacia

Fabbio, nella conferenza stampa - 3 novembre 2008 - degli Energy Day collegati al progetto Practise incomincia a delineare alcune questioni di filosofia generale sulla nuova idea di ecologia

   

Ambiente: dall'ecoefficienza all'ecoefficacia

Non vi voglio raccontare lo sforzo che stiamo facendo da tempo per migliorare l’ambiente in cui l’uomo vive, senza sopprimere l’uomo. Operazione non semplice alla luce delle filosofie che prevalgono su questi temi.
Dall’interno di tutti questi processi noi abbiamo una particolare predisposizione, che è quella di cercare di affrontare il tema ambientale come tema della presenza dell’uomo sul pianeta e quindi di utilizzare tutte le occasioni che ci vengono proposte dall’Europa. Noi promuoviamo molte iniziative mirate alla salvaguardia ambientale: Practise, Concerto al Piano, Covenant of Major. Con questi progetti, che prevedono innanzitutto il confronto tra le città, vogliamo - attraverso la formazione e la disseminazione - iniziare ad articolare un disegno ambientale diverso da quello che siete abituati ad ascoltare. Attualmente si tentano di raggiungere buoni livelli di ecoefficienza, cioè essenzialmente la riduzione del danno.
Secondo la vulgata ambientalista bisogna consumare meno, ridurre le emissioni, sacrificarsi: non si cambia niente ma si deve fare un poco meno.
Noi invece preferiamo cambiare anziché ridurre il danno.
Ora se c’è da ridurre le emissioni siamo pronti a farlo, però siamo insoddisfatti da questo tipo di approccio, vorremmo passare dall’ecoefficienza, all’ecoefficacia.
Vi spiego l’ecoefficacia con un piccolo esempio. Noi siamo abituati a studiare sui libri, quelli tradizionali, fatti con la carta, la cellulosa. Si tagliano gli alberi per fare la carta, si usano colori, inchiostri che sono fortemente tossici, per sbiancare la carta ci vuole il cloro ed il cloro sviluppa la diossina. Quindi anche nel processo di formazione di un libro esistono materiali che possono danneggiare l’ambiente.
Vi è un secondo tipo di libro che mira all’ecoefficienza e che riduce il danno ambientale, fatto con la carta riciclata. Il libro appare molto diverso da quello fatto senza carta riciclata, è meno bello, la carta è meno bianca, gli inchiostri contrastano di meno, si legge anche meno bene, i colori sono meno vivi, perché si sono utilizzati inchiostri ad acqua che sono meno brillanti degli inchiostri tradizionali. Si è fatta però un’azione che fa sì che si inquini di meno, che incide di meno sul bilancio ambientale. È possibile di contro progettare dall’inizio un qualche cosa che poi può essere rimesso in circolo, ma non semplicemente riciclato. Il riciclo serve per utilizzare una seconda volta quello che avete utilizzato una volta, ma non più di una seconda volta. La carta riciclata viene buttata in discarica o nei termovalorizzatore, con l’intenzione di produrre energia o produrre delle immani montagne di rifiuti.
Si pensi invece ad un libro che sia fatto con polimeri riutilizzabili enne volte; che abbia le pagine che possono essere riattivate come pagine di plastica. Esattamente con lo stesso scopo per il quale erano state progettate. Pensare che quel libro sia scritto con degli inchiostri idrodegradabili ad una certa temperatura, che possono resistere per tantissimo tempo, ma che, dopo il lavaggio consentono di riottenere la materia prima per il nuovo libro.
Ho fatto l’esempio dei tre libri per dire che è vero che noi l’ecoefficacia non l’abbiamo ancora sviluppata e va progettata dall’inizio, ma è molto diversa da ciò che fin qui ci hanno spiegato. Finora, come vi dicevo, ci hanno mostrato soluzioni per la riduzione del danno, ma noi dobbiamo essere in grado di utilizzare i progetti europei per incominciare a passare dalla fase attuale ad una riprogettazione dei nostri usi, costumi, abitudini e dei nostri strumenti per far si che siano ecologicamente compatibili; ma perché siano ecologicamente compatibili lo devono essere anche umanamente, cioè devono risolvere il problema della presenza e della vita dell’uomo. A questo punto non avremo più la necessità di fare meno, ridurre, consumare di meno, in definitiva rendere meno accentuata la presenza dell’uomo sulla terra. Avremo invece la predisposizione ad utilizzare gli strumenti che ci conferisce un sistema di riutilizzo, come dimostrato dal libro del terzo tipo. Miriamo a questo.
Ci vuole una grande capacità di riprogettare beni e processi. La nostra rivoluzione industriale è partita da un percorso del tutto casuale, anzi è iniziata con una intuizione sbagliata: che le materie prime fossero infinite. Poi ci si è accorti invece che le materie prime erano finite, che lo sfruttamento di tali materie creava dei problemi. È allora che è nata la consapevolezza di dover progettare da capo beni e processi inserendo come elemento portante della progettazione la tutela ambientale.
Questo è il nostro tipo di percorso. Attraverso gli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione, cerchiamo di raccontare e di segnalare. Non a caso ci sarà una mostra, Atmosfera, che racconta, in modo un poco diverso dal convenzionale, tutti i problemi che ha il pianeta.

Il Sindaco di Alessandria
Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria