Grazie per l’invito a stare un po’ con voi in questo Palacioccolato che è il tempio alla dolcezza cittadina.
Dovremmo non esibirci in ragionamenti troppo ruvidi, ma smussare gli angoli, tentare di sorridere, verificare se questa città ha una identità orientata ad accogliere una volta all’anno questa manifestazione - che grazie ad Emanuela Ulandi sta prendendo grande corpo e interesse e sta diventando di grande attrattiva -, ma soprattutto se può esistere una filiera economica legata al cioccolato che è qualche cosa in più della semplice acquisizione di materia, della sua trasformazione e della sua vendita.
Sto pensando a voce alta, insieme a voi. Da tempo sto riflettendo sulla ricerca di una identità logistica alessandrina; stante il fatto che il luogo ormai c’è, lo strumento impiantistico ci sarà, manca solo il recepimento della materia prima dal mare verso Alessandria. Sarebbe veramente il compimento della catena economica legata, in questo caso, al cioccolato e sarebbe veramente una specializzazione identitaria molto rilevante per quella che dovrà essere domani la nostra piattaforma logistica o la nostra catena logistica di riferimento.
Ne parlo per la prima volta qua con voi, non ne ho nemmeno discusso in Giunta né insieme ai protagonisti del Piano Strategico di Sviluppo. Mi pareva però giusto lanciare questa idea a voi, che conoscete il settore, a voi che sapete praticamente quello che accade prima del momento in cui prendete tra le mani la materia prima per modellarla anche artisticamente. Intendo parlare del trasporto dalle terre produttrici, attraverso le navi, dei porti liguri, della necessità di avere un luogo ove smistare i vari tipi di semi e utilizzarli, pre-lavorarli in modo da potere avere un prodotto che sia effettivamente trasformabile dalle vostre capacità e professionalità.
A me sembra che potrebbe essere un tema su cui almeno sviluppare una riflessione. Del resto non siamo tanto distanti: a Vado Ligure per esempio, c’è una logistica del caffè, che è una delle più grandi d’Italia e non ci si spaventa a recarsi là per scegliere le miscele di semi di arabica e di robusta, basilari per ottenere il nostro caffè. È una attività a forte valore aggiunto, che consiste nella manipolazione della materia prima, nella sua ordinazione, nel suo stoccaggio per renderla disponibile a coloro che sono gli utilizzatori finali. In quel particolare caso i torrefattori.
Nel caso del cacao io non so bene quali passaggi vi siano dal momento della raccolta del prodotto al momento della lavorazione. Bene se qualcuno mi aiuta a capire cosa sta nel mezzo, probabilmente potremmo mettere un’idea in più per un’attività economica che non è solo l’attività del sorriso, del gusto, della creatività che voi oggi sicuramente celebrerete, ma anche quella che consente di creare valore aggiunto e quindi ricchezza per questa città.
Allora buon lavoro a tutti e vi ringrazio ancora per la vostra arte.

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

Palacioccolato – 3 ottobre 2008