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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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10/09/2003

Campanili, stragi e calcio caos, ma la politica dov'è?

Dopo la pausa estiva riprende la rubrica settimanale su Radio BBSI. Sono scettico, ma provo ancora una volta a salire sul carro che l'uomo conduce da sempre con più difficoltà: la politica.

   

Prima di rincominciare le danze è bene dare uno sguardo a quello che è successo in questo mese. O almeno, a ciò che può essere interpretato come un elemento da correggere o che costituisce una caratterizzazione dei nuovi assetti istituzionali e politici del Paese. Parto - e rimango fermo - dalle (e alle) piccole cose… si fa per dire. La strage di Rozzano; il sindaco di Monterosso (uno dei posti più incantevoli delle Cinque Terre) che si scaglia contro la stampa nazionale, rea di aver chiarito all'opinione pubblica che era in atto un razionamento dell'acqua potabile; i rappresentanti locali di Castiglioncello che, a loro volta, si buttano a capofitto in una polemica cruda nei confronti dei media, in quanto hanno spiattellato ai quattro venti che un mercantile si era arenato davanti alla spiaggia (fatto vero); infine il calcio, che è diventata tutt'ad un tratto una palestra di vigoroso ardimento per sindaci o aspiranti leader, dopo esserlo stata per TAR vari, Presidenti di società plurime e altro, sono solo esempi più o meno centrati di un campanilismo sempre più esasperato, quasi fine a se stesso, che pare essere, almeno per ora, l'effetto più sgradevole di un federalismo nato ma non ancora realizzato. Sembra quasi che l'interpretazione corrente del federalismo non sia quello di una gestione etica di maggiori poteri (e quindi di più ampie responsabilità), ma di una dichiarazione di "diversità" per antonomasia, senza neppure pensare che la libertà, così come l'esercizio del proprio potere terminano laddove io ledo libertà e poteri altrui. Vero che il diaframma è mobile, ma è altrettanto vero che non lo si può spostare oltre un certo livello nel campo dell'interlocutore, altrimenti negheremmo il suo pieno diritto di muoverlo. In questa arte di ritoccare e compensare i limiti del potere ha sempre prevalso la politica. Oggi pare non più essere così. I Sindaci rispondono a proprie logiche di gestione del potere, pur richiamando il fatto di essere stati eletti direttamente dai cittadini e quindi di poter curare questa pesantissima delega in piena libertà. Ma allora anche Consiglieri Comunali e finanche Consiglieri e Presidenti circoscrizionali vengono direttamente votati dagli elettori. Se questa fosse l'unica regola che solo vale, ci troveremmo ben presto in una Babele ingestibile, dove prevale il sopruso, piuttosto che l'equilibrio e la mediazione. Ma la politica pare non voler riprendere in mano il suo potere naturale, quello che gli è riconosciuto eticamente, quell'essere moderazione e temperazione fra parti in aperto o sommerso conflitto, quell'essere interprete o protagonista della risoluzione dei problemi nel distacco necessario ed indispensabili dagli interessi. Ecco, l'attuale strumentazione della politica italiana - dal sistema di elezione dei parlamentari, scelti da oligarchie di partito che di fatto bloccano entro stretti confini la proposta all'elettore (i collegi uninominali, anziché le liste aperte) alle elezioni dirette di sindaci e presidenti di provincia, senza regole che ne limitino i poteri - non è in grado di formulare un panorama diffuso e distribuito di operatori che agiscano secondo tali logiche. Non resta che riaffidarsi alla persona, sperando nella sua esperienza, nella sua formazione, nelle sue inclinazioni, nel suo buon senso, in attesa di regole che spostino maggiormente il potere di scelta sugli elettori e il potere di proposta vasta ed articolata alle forze politiche. In attesa di regole che preservino i campanili, la cui diversità è patrimonio della nostra nazione, senza la necessità che qui e là si ergano improvvisati avvocati difensori di comunità, la cui rappresentatività non sempre è un omaggio alla verità e alle scelte dell'opinione pubblica. Partendo da qui, spero che la ripresa di settembre possa essere più produttiva e che almeno consenta di limare - se non di rifare - errori praticati. Sono scettico e un poco disilluso, ma provo ancora una volta a salire sul carro che l'uomo conduce da sempre con più difficoltà: quello della politica. Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria