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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/06/2008

Fabbio: più sicurezza, meno tasse

Il saluto del Sindaco alla solenne celebrazione del 2 giugno avvenuta sul piazzale antistante a corso Crimea. Ricordato il 60esimo anniversario della Costituzione

   

Fabbio: più sicurezza, meno tasse

Discorso del 2 giugno 2008

Concittadine e concittadini, autorità civili, religiose, militari,

Mi piace ricordare visivamente il titolo di un giornale murale “Milano Sera”, che, nel riportare i dati del referendum del 2 giugno 1946, così titolava: “Il popolo ha scelto: è già repubblica”.
Lo faccio perché lo considero una sorta di indice per il mio saluto, in quanto quelle poche parole davano il senso dell’attesa, ma anche della divisione di un popolo, delle tendenze frazionate in termini di consenso nella scelta tra repubblica e monarchia.
Da una parte c’è quindi il raggiungimento di una direzione voluta, ricercata, democraticamente opzionata; dall’altra il senso di una mancanza: per poter coniugare una forma di Stato nuova occorreva ancora un elemento, abbisognava dotarsi di un sistema di regole che il 1° gennaio 1948 trovava la sua entrata in vigore, affinché “ne cives ad arma veniant”, ovvero per impedire che scontri cruenti tra cittadini potessero avvenire o sorgere e si potesse invece imboccare un percorso di pace dopo anni di scontri, conflitti, tensioni, odi quasi invalicabili tra popoli e all’interno degli stessi popoli.
Ecco perché celebrare il “2 giugno” significa rimarcare il senso dell’unità nazionale, richiamandolo direttamente dalla tradizione risorgimentale, dall’elaborazione intellettuale che vi sta alla base: non solo disfarsi dall’usurpatore, ma soprattutto costruire una forma di Stato costituzionale. Ecco perché questa ricorrenza soprattutto ci ricorda che oggi è l’unica festa nazionale d’Italia, perché oggi si celebra la nascita di una nazione, esattamente come il 14 luglio si celebra la nascita della nazione Francese a seguito della presa della Bastiglia, ed il 4 luglio si celebra la nascita di quella statunitense a seguito della firma della dichiarazione d’indipendenza del 1776.
Quest’anno il ricorrere del sessantesimo anniversario della Costituzione arricchisce di un tono più alto la celebrazione, perché ci obbliga a considerare pienamente il secondo elemento che in quegli anni si costruisce e che oggi è sottoposto ad una continua discussione fra coloro che intenderebbero modificarne aspetti sostanziali – ma in realtà connessi al mero ordinamento istituzionale – e coloro che invece ritengono questa fonte di produzione ancora talmente attuale da rispondere alle esigenze e alle richieste della nostra comunità nazionale.
Non prendo parte qui al dibattito, non sarebbe giusto, anzi, sarebbe un indebito sconfinamento.
Mi basti però ricordare che le tensioni sulla Costituzione iniziarono fin da subito, fin da prima della sua pubblicazione. Lo dico per evitare che la storia venga sostituita dall’agiografia e quindi venga, tutto sommato, non tramandata, ma mitizzata.
Scriveva Carlo Torriani su “La Voce Alessandrina” il 18 dicembre 1947: “Il documento (cioè la Costituzione, n.d.r.) ha certo molto risentito della irrequietezza dell’ambiente e delle manovre tattiche delle varie parti, non tutte preparate come si sarebbe dovuto sperare alla compilazione di una legge fondamentale: è inutile cercare nella carta costituzionale una omogeneità di dottrina; titolo per titolo, forse articolo per articolo, al vaglio di una severa critica dottrinaria mostrano pezzi diversi di macchine opposte messi assieme da un congegno che non si salda coerentemente e non è dunque un congegno nato da un cervello solo. Quando però si segua la cronaca dei dibattiti e delle votazioni si deve dire che la magna charta è riuscita, nonostante tutto, una delle più complete e meglio aggiornate, fra quelle delle nazioni moderne”. Insoddisfatto, magari, ma felice per il risultato raggiunto…
Ma un sindaco, dopo aver richiamato i concetti generali di questa ricorrenza, dovrebbe vederne il significato per la propria comunità.
Lo scorso anno chiedevo alle altre istituzioni della Nazione - parlando a nome di Alessandria che ha sempre dimostrato il rispetto per la Repubblica, quale forma di Stato, attraverso l’amore per la partecipazione alla vita pubblica, cioè per la democrazia - prima di tutto la sicurezza dei cittadini, non solo con il coordinamento di tutte le forze di pubblica sicurezza, ma anche con un sistema di leggi che tutelasse maggiormente la gente ed affrontasse il problema delle integrazioni pacifiche tra i popoli
Poi chiedevo un sistema di Welfare più elevato e, come terzo tema, ricordavo che lo Stato è tenuto sì a chiedere le tasse, ma non per sacro dovere del cittadino, poiché queste non sono affatto dovute per diritto. Le tasse sono semplicemente il prezzo che il cittadino paga allo stato a fronte del servizio che questo gli rende.
A che punto siamo, che progressi si sono fatti? Passi in molte direzioni si sono attivati, specie in quello della sicurezza che è diventato patrimonio più condiviso da molte forze politiche, ma ancora rimane la necessità di non perdere tensione, di progredire, di non essere mai soddisfatti dei risultati raggiunti se non al fine di migliorarli.
L’ultimo mio pensiero, certo non per importanza, va ancora a tutti i caduti alessandrini, di tutte le parti, i quali furono certamente i martiri di un processo storico travagliato che portò questa nazione, dopo anni di lotte, alla Repubblica nella quale oggi noi viviamo e nel quale gli alessandrini furono protagonisti.
Repubblica, Costituzione, Ordinamento dello Stato al fine di migliorare i servizi ai concittadini.
Forse è però giusto finire con un monito. Lo estraggo da un pensiero di Montesquieu (1748): “Ogni uomo che ha il potere è portato ad abusarne. Egli va sino a che trova dei limiti. La stessa virtù ne ha bisogno. Perché non si abusi del potere bisogna che, per la stessa disponibilità delle cose, il potere limiti il potere”.

 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

 

 

L'autore dell'immagine che correda l'articolo è il signor Prefetto di Alessandria, dr. Francesco Paolo Castaldo

 

 

 

 

 

 

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