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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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12/02/2008

Alessandria, Valenza: una storia di... fotografie

Dopo il Convegno sulla conurbazione fra le due città, svoltosi l'8 febbraio, il Sindaco di Alessandria raccoglie le idee e traccia alcuni potenziali sviluppi di un rapporto che l'Amministrazione comunale ritiene strategico

   

Alessandria, Valenza: una storia di... fotografie

Uno degli elementi più avanzati del programma di mandato 2007-2012 è sicuramente quello della “conurbazione con Valenza”. Il termine è da accreditare alla mente vivissima di Luciano Vandone, così come molti dei suoi sviluppi operativi. Eppure vi è qualcosa di inafferrabilmente significativo in questa politica: per realizzarla pienamente occorre pensare soprattutto ad… Alessandria.
Paradossale? Forse, ma è proprio così. Partiamo da un presupposto: due città si attraggono e quindi conurbano – ma non è solo un problema di soluzione della continuità edilizio-urbanistica – se i loro amministratori non fanno scelte che preludano alla fuga dell’una o dell’altra, dell’una dall’altra.
Faccio un esempio. Negli anni Settanta – Ottanta si è elaborata l’attuale forma di Alessandria. Una città mesopotamica, che si allungava per adagiarsi comodamente nella conca che i due fiumi naturalmente disegnavano. Una visione, puntualmente realizzata, che ancora subisce l’influsso culturale della città-fortezza. È il procedere coerente con una linea di difesa: se prima erano le mura a dover reggere l’urto dall’esterno, adesso sono i fiumi ad impedire l’esplosione della città aperta, che vive di confronti, di alleanze e di concorrenze con le altre città.
Noi oggi sappiamo che l’idea che potrebbe impacchettare definitivamente secoli di storia è invece quella di trasformare Alessandria in città della conoscenza. Se la fortezza dà l’idea della chiusura, la conoscenza prelude all’apertura, alla relazione, al collegamento, al rapporto costante. La forma della città non è secondaria in questa trasformazione.
So che una predisposizione naturale delle città è quella di espandersi concentricamente. Oggi, i due fiumi ostacolano questa propensione. Occorre quindi superare la loro costrizione, trasformando in vera opportunità l’importante presenza fluviale, inglobandola in un tessuto di sviluppo, al fine di vivere anche di più la simbiosi naturale tra costruito, natura e fiume.
Se oggi io scattassi un’istantanea della città, intanto vedrei questo processo: il Tanaro incomincia ad essere il vero fiume della città. I ponti – problema Cittadella a parte – sono stati raddoppiati nel giro di un decennio. La Cittadella, dopo la recente firma del protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio, incomincia a diventare una realtà restituita ad Alessandria e su cui si potrà contare; l’idea dell’area logistica a San Michele premia la nuova configurazione delle grandi infrastrutture viarie, che collegheranno in capo a pochi anni il Cristo con il casello autostradale di Alessandria Ovest; la scelta di dotare l’area dell’Osterietta di un nuovo centro di attrazione (la città dei motori? Perché no?) sono tutti elementi di uno sviluppo oltretanaro che finisce per concretizzare la conurbazione con Valenza.
Come avete potuto notare si fa ben presto a passare dalla città ideale a quella applicata, senza neppure ancora parlare dell’unica cosa che manca ancora a rendere molto forte il rapporto Alessandria- Valenza, cioè il superamento con una galleria sotto la colla di un percorso tortuoso e lento che penalizza viepiù i processi di collegamento.
Segno inequivocabile che l’attrazione di due città è fatto concettuale, culturale e che gli strumenti si adattano o si adatteranno di conseguenza. Difficile pensare che una Provincia attenta ai fenomeni di sviluppo urbano non possa ritenere indispensabile tale opera.
Il resto è quasi ricerca esasperata delle economie di scala: le partecipazioni valenzane nelle aziende comunali alessandrine; il concorso nella Programmazione di area vasta da sottoporre al vaglio europeo; la presenza dell’Università che sceglie un’area a Nord della città per rafforzare la propria presenza e quindi tende una mano a Valenza, che, per altro, grazie alla sua specificità economica, da tempo è ispiratrice di master che dimostrano come ateneo e realtà del territorio si debbano compenetrare costantemente. Insomma questa è quasi vita vissuta; sta nell’istantanea scattata. Ora si tratta di colmare i vuoti della fotografia, avendo ormai definito il punto di vista… del fotografo.

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria


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