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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/01/2008

L'Ospedale di Alessandria verso un futuro difficile?

Piercarlo Fabbio, sindaco di Alessandria, offre una valutazione del Piano di Riqualificazione e Rientro dell'Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio. Ed è una visione critica...

   

L'Ospedale di Alessandria verso un futuro difficile?

Il Piano di Riqualificazione e Rientro (PRR) dell'ASO non delinea quale tipo di sanità vuole programmare e attuare l'Azienda Ospedaliera di Alessandria (ASO) nel periodo 2008-2010. Il PRR non dice come useremo i pochi soldi per fare il meglio e per continuare nella produzione di alto profilo.

ASO E TERRITORIO
In particolare non sono delineati i punti di forza (differenziazione intesa anche come specializzazione-integrazione) tra ASO (che è riferimento per le province di Alessandria e Asti) e ASL Provinciale di Alessandria (ASL.AL) e ASL provinciale di Asti (ASL.AT).
Non vengono delineate nemmeno le priorità, né sono citati o prospettati spunti di integrazioni con il territorio; né è citato il risultato di un tavolo di concertazione (vi sono solo davvero modesti marginali spunti) che avrebbe dovuto portare ad una visione integrata dell'intera attività aziendale in funzione del proprio territorio di riferimento, in carenza della quale l'unica ad esserne svantaggiata è l’ASO.
Si assiste ad una grave dicotomia: si cerca di dare in Azienda una risposta in termini di prestazioni, ma il PRR non da risposte di integrazione con le ASL.AL e ASL.AT: il risultato è che, se le due ASL provinciali hanno altri obiettivi e l’ASO non li ha concordati/condivisi/fatti propri, l’ASO è prima spiazzata poi sempre più emarginata con il reale rischio nel periodo 2008-2010 di una autonomia specialista di alto profilo degli Ospedali del Territorio che fanno capo alla due ASL.
Dal 1977 il nostro è Ospedale della Città di Alessandria e Ospedale di Eccellenza, di riferimento quanto meno delle due Province; il DEA (in verità due DEA, uno all'Infantile uno al Civile) non ha validi, e aggiornati ai tempi, supporti tecnologici diagnostici fondamentali (TAC, RM, PET). Il PRR non ne parla. Anche a causa di una reale mancanza di integrazione con il Territorio (ASL.AL), non si sa dove inviare le persone in dimissione che, concluso l'iter diagnostico terapeutico specialistico,necessitano ancora di assistenza di base, ma non più di ricovero in Struttura di Eccellenza. Questo fatto porta ad un reale intasamento dei posti letto dell'ASO (vedi anziani e pazienti portatori di patologie croniche) e conseguente sofferenza (con lunghi stazionamenti in barella in Pronto Soccorso) fino all'impossibilità di ricovero dei pazienti che si presentano al Pronto Soccorso con patologie per le quali si rende indispensabile il ricovero nelle Strutture che sono presenti oggi solo nell'ASO.
Non è stato previsto nel PRR un rapporto di integrazione nemmeno con Strutture Assistenziali territoriali.

DALLO SVILUPPO AL RISPARMIO
Negli anni di sviluppo dell'ASO (1997-2005) è sempre stata richiesta (e garantita) da parte della Direzione Generale a tutti i Dirigenti una condizione di continuo sviluppo con il costante coinvolgimento nella programmazione aziendale; questo sistema di lavoro ha consentito di ottenere un costante incremento di produzione di prestazioni sanitarie sempre più specialistiche: ovvero si è parlato e si è ottenuto il risultato di un potenziamento costante. Oggi si parla solo di razionalizzazione e di risparmio, e non più di potenziamento e di sviluppo.

SENSO DI APPARTENENZA E TECNOLOGIA
La crescita di produzione passa attraverso il senso di appartenenza degli Operatori alla propria Azienda, la garanzia di fornire ai Direttori di produzione di prestazioni:
- risorse umane sempre più specialistiche,
- attrezzature.
È fondamentale per un'ASO coniugare la specializzazione delle risorse umane e il costante aggiornato sviluppo della tecnologia; la tecnologia garantisce e stimola la specializzazione, l'innovazione, la ricerca.
Tutto questo non trova spazio nel PRR; il risultato è una regressione e involuzione fino all'implosione del Sistema Azienda.
Questo porta progressivamente a non riconoscere più il ruolo di riferimento delle Strutture specialistiche e, quindi, si rischia di non garantire il potere di attrazione dei pazienti verso il Piemonte, con pericolo di aumentare il tasso di fuga extra Regione. In termini di politica sociale ed economica porta un danno economico per la nostra città e per le Province per le quali l’ASO è di riferimento.
È saltato definitivamente, causa i pessimi rapporti comunicativi posti in essere dalla Direzione Generale dell'ASO, il senso di appartenenza degli Operatori; siamo alla delegittimazione, il rischio reale è la deresponsabilizzazione: "...non si va più a lavorare contenti..."
L'eccellenza si basa sul lavoro e il lavoro è stimolato dall'eccellenza

COMUNICAZIONE – RASSEGNAZIONE
Siamo ormai al non dialogo: azzeramento della comunicazione tra Direzione Generale e Dirigenza Tecnica.
IL PRR doveva essere una suonata a quattro mani, ovvero il coinvolgimento di tutti i Direttori; in verità la Direzione Generale ha agito da sola imponendo, di fatto senza alcune discussione, senza garantire un tempo di analisi e di valutazione congiunta. È risultato un documento che ordina il da farsi. In questo contesto è più criticabile il merito di costruzione del PRR che lo stesso merito di basso profilo.
Se esiste una strategia nella costruzione del PRR, i Direttori non la conoscono; vivono la condizione di essere sistematicamente esclusi. Se la "clinical governance" fa la differenza, è di fatto esclusa nell'ASO.
Vi è stato un reale disagio psicologico e un evidente "rassegnazione" anche del Collegio di Direzione.

LA TECNOLOGIA
Il PRR non fa menzione dell'evoluzione della tecnologia terapeutica (ad esempio il Robot chirurgico, tecnologia dell'avvenire ma oggi già attuale nei Centri di eccellenza oncologica); se si unisce in campo diagnostico la mancanza di una TAC e di una Risonanza Magnetica, aggiornata ai tempi, e di una PET, il risultato è la fine dello sviluppo della specializzazione delle nostre Strutture soprattutto quelle interventistiche in campo oncologico e cardiovascolare.

SANITA’ PUBBLICA E PRIVATA: STRUTTURE DI ALTO LIVELLO
Le Strutture di alto livello che lavorano bene non sono valorizzate nei fatti nel PRR; così operando, si rischia che altre Strutture, che non lavorano certo a livelli di eccellenza, superino le nostre (n.d.r. la produzione delle due Case di Cura di Alessandria supera circa del doppio la nostra Ortopedia del Civile).

IL DOCUMENTO
Il PRR non definisce uno sviluppo organico di tutte le attività dell'ASO, ma solo, e di basso profilo, di alcune; d'altra parte il PRR è un documento creato con un sistema di copiaincolla di documenti richiesti separatamente solo ad alcuni Direttori, copiaincolla effettuato senza alcuna logica di integrazione aziendale.

ORGANIZZAZIONE
Il PRR non attua semplificazione organizzativa e decentramento gestionale, ma un accentramento "da regime" in capo alla Direzione Generale: tutti i Dipartimenti/Strutture complesse dipendono operativamente e gestionalmente dalla Direzione Generale che ha in staff Strutture Organizzative che devono essere il filtro organizzativo gestionale del sistema (le linee guida prevedevano la modalità della semplificazione ma anche del decentramento gestionale a Strutture in "line" che il PRR vede solo in "staff').
La Direzione medica, ancorché unificata così come prevista dal PRR è in staff alla Direzione Generale; di fatto, le sono state tolte tutte le competenze gestionali che le stesse Linee Guida regionali prevedevano.
Si crea un Organigramma appiattito che è la morte di un'Organizzazione complessa come quella dell'ASO, togliendo responsabilità ai Dirigenti.

DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE
Nel campo del Dipartimento Materno Infantile, la nostra ASO si era conquistata, grazie alle competenze professionali dell'attuale Direttore dell'Ostetricia e Ginecologia, il meritato riferimento di 3^ livello (con il trasporto in utero); tuttavia, poi dopo le parole mancano i fatti. A tal proposto il PRR non delinea politiche di sviluppo, tanto più che non è nemmeno chiara una collocazione all'Infantile dell'Ostetricia (in verità il PRR la cita genericamente) in termini di reale percorso di programmazione (dove, come, in quali spazi, con quali funzioni, con quali risorse umane e tecnologiche svolgere le attività di terzo livello).
L'ASO annovera un Presidio Infantile, raro esempio di realtà presente in una città di provincia, considerato che tali Presidi sono allocati nei capoluoghi di Regione.
La Direzione Generale chiude immotivatamente la Direzione Sanitaria di Presidio, riferimento organizzativo e gestionale di sviluppo per i Dipartimenti che insistono nel Presidio.
Il PRR non offre linee di sviluppo sia in campo internistico (non parla di oncoematologia pediatrica, né di Neuropsichiatria orientata alle patologie psichiatriche) sia in campo chirurgico (una SOC di Urologia è ridotta al rango di SOS; non vengono definite linee di sviluppo; non sviluppo della laparoscopia pediatrica; non sviluppo di un'ortopedia pediatrica orientata alla colonna vertebrale).

BORSALINO
Il Centro di Riabilitazione Borsalino è al palo dal maggio 2007; la Direzione Generale ASO aveva annunciato il completamento organizzativo con l'attivazione di tutti i 104 posti letto entro la fine del 2007, ma così non è stato.
Oggi il piano di sviluppo è non credibile per la componente cardiovascolare e pneumologica, in quanto, tra l'altro, marginalizza il ruolo di cardiologi e pneumologi.

FORMAZIONE E RICERCA
Per un'ASO altri due elementi sono fondamentali: la formazione e la ricerca. Nello specifico non vi è traccia nel PRR della ricerca, non settoriale, ma che veda un percorso integrato aziendale

SERVIZIO INFERMIERISTICO
Il progetto del Servizio Infermieristico non è condivisibile, anzi è da rigettare; nel PRR è posto in staff alla Direzione Generale e non ha alcuna valenza gestionale, penalizzando la professionalità infermieristica e la necessità di un'autonomia tecnico gestionale, unico elemento di sviluppo e di specializzazione nel campo dell'assistenza al paziente

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria