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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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14/12/2008

CGIL: uno sciopero in pieno isolamento

Politicamente la manifestazione del 12 dicembre rende più tesi i rapporti nel PD e ancor di più quelli con CISL e UIL. Tante saranno le novità il prossimo anno e da queste potrà scaturire...

   

CGIL: uno sciopero in pieno isolamento

In equilibrio instabile tra le spinte della sinistra interna e la necessità di non rompere con la Confindustria, almeno con le consistenti frange residue montezemoliane di casa Fiat, alla vigilia del voto abruzzese, il leader della CGIL Guglielmo Epifani, ha adempiuto all’impegno annunciato.
Sciopero generale doveva essere, anche se, forse per la prima volta nella storia degli ultimi vent’anni, organizzato in totale isolamento e duro scontro con le consorelle confederazioni sindacali di CISL e UIL. E sciopero generale, seppur in tono minore, è stato, e, forse, è stato pure inutile se, dopo la protesta, il sindacato non sarà in grado di formulare qualche concreta proposta.
Solite cifre annunciate di oltre un milione di aderenti, per lo più pensionati e professionisti organici alle marce sindacali rosse, con l’aggiunta, ahimè in taluni casi rivelatasi un boomerang, come nella mia Mestre e a Padova, di Cobas, studenti e di frange no global e dei Disobbedienti che hanno duramente attaccato la sede regionale della CISL, con frasi e scritte inqualificabili, compresa la tragica stella a cinque punte delle BR, destinate a non improbabili conseguenze sul piano dei già tesi rapporti sindacali.
Si è trattato di una dimostrazione di forza che, in realtà, si è tradotta nell’evidente manifestazione di un isolamento politico e sindacale che nemmeno le contraddittorie parole pronunciate da Veltroni da Parigi sono riuscite a nascondere. Parole, quelle di Veltroni, di comprensione per le ragioni degli scioperanti, "ma anche" di preoccupazione per l’esigenza di una ripresa del dialogo tra le diverse organizzazioni sindacali, una delle quali, la CISL, presente con i vecchi leaders, Marini e D’Antoni, in posizioni autorevoli nel Partito Democratico.
Insomma alla vigilia del voto abruzzese si potrebbe dire: missione compiuta, anche se Cremaschi e Rinaldini stanno già affilando le armi contro un ondivago Epifani, incapace quasi sempre di arrivare a siglare contratti (ragione fondamentale della vita di un sindacato), preoccupato di non perdere il contatto con il padronato soprattutto torinese e con il governo; interessato, da tempo, a sostenere l’amico Veltroni in uno dei momenti più difficili della sua leadership politica e in attesa di una meritata ricompensa con la candidatura al parlamento europeo.
È, seppur con grande approssimazione, la fotografia dello stato dell’arte di una sinistra in grave difficoltà, tanto sul piano della rappresentanza sociale e culturale che su quello politico parlamentare.
Ad urne abruzzesi ancora aperte ed in attesa del risultato su cui molto si discuterà per le conseguenze che ne potranno derivare soprattutto a partire dalla tenuta dell’alleanza del PD con l’IDV di Di Pietro, premessa indispensabile per possibili evoluzioni negli stessi rapporti, oggi a corrente alternata, tra maggioranza ed opposizione, si attende il riscontro elettorale.
Anche per don Chisciotte, seppur non insensibile all’azzardo delle previsioni, non c’è spazio per avventurarsi in valutazioni che sarà meglio approfondire dopo lo spoglio delle schede.
Sistema elettorale per le europee; quello più generale per le politiche, non escludendo l’eventuale certo ricorso all’imminente scadenza del referendum sulla proposta Segni-Guzzetta; nascita del Pdl e, soprattutto, avvio delle non più rinviabili riforme della giustizia e del federalismo: saranno questi i temi che, anche a seconda del risultato di quel voto regionale, potranno svolgersi con toni e relazioni politiche tra i partiti assai diversi.
La speranza resta quella che, ancora una volta, da quel voto, cui sarà assai difficile non attribuire il valore di un test politico significativo, possano scaturire orientamenti tali da favorire la ripresa di un dialogo di cui le condizioni economiche, finanziarie e sociali dell’Italia hanno assoluta necessità.

 

 

Don Chisciotte

 

radioformigoni, 15 dicembre 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria