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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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25/05/2006

Un manifesto per il SI' referendario

La CDL di Alessandria si è costituita in Comitato per il sì al referendum confermativo del 25 e 26 giugno prossimi. Ecco il testo integrale del manifesto sottoscritto il 25 maggio.

   

Un manifesto per il SI' referendario

I Partiti della Casa delle Libertà della provincia di Alessandria
(Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, Nuovo Partito Socialista Italiano, Democrazia Cristiana)
si costituiscono in COMITATO PER IL SÌ in occasione del
REFERENDUM CONFERMATIVO del 25-26 GIUGNO 2006.

Sottoscrivono, perciò il seguente manifesto

La Legge di Revisione Costituzionale pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 18 novembre 2005, dopo aver affrontato positivamente l’iter parlamentare, modifica la seconda parte della Costituzione, presentando un quadro più equilibrato dell’attuale vigente, approvato dall’Ulivo nella trascorsa XIII Legislatura.

 

I firmatari ritengono che il nuovo testo abbia introdotto la clausola dell’interesse nazionale, riportando alcune importantissime materie alla competenza dello Stato come le grandi reti di trasporto, il sistema delle comunicazioni, gli ordini professionali, il sistema sportivo, la rete produttiva e distributiva dell’energia, mentre materie come la scuola e la sanità pur sottoposte a leggi quadro nazionali, come la polizia locale a carattere amministrativo, diventano di esclusiva competenza regionale dal punto di vista organizzativo. Il DDL soddisfa comunque il bisogno di libertà e di autonomia decisionale espressa nella forma federale, senza minimamente intaccare il principio dell’unità e della solidarietà nazionale.

 

Si esprimono criticamente sulla precedente riforma costituzionale della Parte Seconda, Titolo V, perché finora ha prodotto un federalismo confusionario e pasticciato, che ha conseguentemente provocato un contenzioso perenne tra i vari livelli istituzionali (in particolare Stato e Regioni), con la conseguenza fattuale di un’infinita serie di ricorsi alla Corte Costituzionale, che ha così surrettiziamente assunto un ruolo legiferante non assegnatole dalla Costituzione.

 

La proposta attuale di modifica dell’art. 127 attribuisce ora al Governo, attraverso il Parlamento, il potere di contestare ed eventualmente cassare quei provvedimenti delle amministrazioni locali considerati in contrasto con l’interesse nazionale, sui quali il Presidente della Repubblica pronuncerà il definitivo annullamento. Il Senato federale sarà il luogo fisiologico di coordinamento tra Stato ed Enti Locali, mentre la Conferenza StatoRegioni, cui è stata attribuita dignità costituzionale, diventerà la camera di compensazione dei conflitti in essere.

 

Sono consci che a far da contrappeso al premierato forte si sia definita una chiara procedura di sfiducia costruttiva. Diventa impossibile, durante la legislatura, nel pieno rispetto del voto conferito dagli elettori, il costituirsi di maggioranze diverse da quelle decise dai risultati delle urne. Neppure il premier avrà un potere del genere, visto che la riforma prevede che il Primo Ministro debba dimettersi anche nel caso in cui una mozione di sfiducia nei suoi confronti venga respinta grazie al voto determinante dei parlamentari dell’opposizione. In aggiunta il Primo ministro è indebolito sia dai poteri assegnati alla “minoranza della maggioranza”, sia da quelli del Senato federale, che non ha una maggioranza ed è completamente slegato dal rapporto fiduciario con il Governo.

 

Sono convinti che il cosiddetto bicameralismo perfetto sia stato superato: la Camera sarà competente sulle leggi che vertono sulle materie di competenza statale e il Senato federale lo sarà per le materie a competenza concorrente tra Stato e Regioni. Il nuovo modello di bicameralismo si fonda su nuovi istituti: per esempio i conflitti di competenza tra Camera e Senato saranno risolti dai Presidenti delle due Assemblee o da una commissione mista di deputati e senatori; lo stesso premier potrà richiedere al Presidente della Repubblica, ove ritenga che un provvedimento del Senato federale sia essenziale per il programma di Governo, che detta legge sia assegnata alla Camera dei Deputati. In aggiunta il numero dei Parlamentari sarà ridotto.

 

Ritengono che il testo approvato dal Parlamento, nonostante la campagna di disinformazione finora orchestrata, confermi il Presidente della Repubblica nel suo ruolo di garanzia di unità nazionale e di controllo del rispetto delle regole scritte nella Costituzione. Il potere di scioglimento delle Camere – oggi più formale che sostanziale, in quanto usato soprattutto dai partiti – che sarà in capo al premier, è potere sottoposto alla sua maggioranza, che può bloccarlo eleggendo un nuovo premier.

Pensano che il federalismo fiscale diventi più cogente, in quanto la sua applicazione viene garantita entro tre anni, e si chiarifichi meglio la differenza tra autonomia impositiva ed imposizione aggiuntiva.

Auspicano

Che sia di portata a termine una riforma come quella attuale, che non mette in discussione la natura parlamentare della forma di Governo, oltreché si generino intorno alla Riforma ampie intese e che la forza del dialogo prevalga su contrapposizioni che invece continuano a radicalizzare lo scontro multipolare tra le forze politiche. Il confronto sulla Riforma Costituzionale serve sia alla maggioranza, sia all’opposizione per ridurre gli effetti della rissa continua in cui rischia di continuare a vivere il Paese;

sottoscrivono altresì

il decalogo della Riforma Costituzionale, che costituisce parte integrante del presente Manifesto

 

Forza Italia: Piercarlo Fabbio

AN: Aldo Rovito

Lega Nord: sen. Rossana Boldi

UDC: Franco Trussi

NPSI : Costanzo Cuccuru

Democrazia Cristiana: Gianfranco Baldi

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria