Dimensione del carattere 

Venerdì 10 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

22/07/2015

Rose a secco, nuovo cultivar di Rossa & Co.

Fa caldo. Terribilmente caldo, ma non si dà acqua a piante e fiori in Alessandria. Perché? Perché è un'idea dell'Amministrazione precedente! I sedicenti ambientalisti intanto si proteggono nel Palazzo con l'aria condizionata

   

Rose a secco, nuovo cultivar di Rossa & Co.

Parto dal fondo. Intanto l’assessore Lombardi dia immediatamente l’ordine di aprire i rubinetti degli impianti di irrigazione delle aiuole e la smetta di mostrare alla città quanto siano generosi i volontari dell’Anpana e quanto insipiente l’Amministrazione di cui fa parte. Gli ricordo che i circa 60 punti (aiuole e aree verdi) piantumati nell’ottobre-novembre 2010 con rosai, sono dotati di impianti di irrigazione goccia a goccia. Gli rammento anche altre due cose: primo, le rose non hanno bisogno di soverchie quantità d’acqua, bastano due irrigazioni la settimana nelle ore serali o notturne; secondo, decidere di far morire deliberatamente o per omesso intervento il patrimonio di verde della città non è solo colpevole, è dolosamente danno erariale.

Si regoli di conseguenza chi sta già cincischiando fin troppo con l’apertura delle fontane (in Alessandria sono circa una ventina, compresa quella della Cittadella e circa 70 le fontanelle) a cui nel 2009-2010 si sono fatti lavori di revamping a cura di Amag. Tutte, con esclusione mi pare della fontana dell’Impero sita davanti alla stazione ferroviaria (sottoposta a pulizia e illuminazione donata da Bruno Baiardi della Space Cannon), sono dotate di impianto di ricircolo e anche il costo della provvista d’acqua è assai ridotto. Qualcuno è vero, a sproposito, rilascia interviste dicendo il contrario, ma basta guardare i documenti o de visu gli impianti per rendersi conto che sono di tipo a ricircolo e comunque da tempo ho imparato a non dare retta alle maldicenze dei frequentatori di osterie. Troppe se ne sono sentite di cose inesatte o inventate in questi ultimi tre anni. Troppe per garantire alla città di poter dare un sereno giudizio sugli amministratori del passato e del presente.
Quello che comunque fa più specie è la giustificazione data ai volontari sulla non apertura degli impianti di irrigazione da parte di anonimi rappresentanti del Palazzo. Le rose devono stare così, quindi morire, perché sono state piantumate dall’amministrazione precedente. Franca Nebbia su “La Stampa” del 22 luglio 2015, usa il punto esclamativo per chiudere questa frase. Probabilmente non c’è segno di interpunzione più punitivo di questo per una frase così sciocca e autolesionista. E la giornalista lo usa con efficacia. Basta un segno per far comprendere un’intera ideologia di inazione, un obiettivo che per vergogna non si vuole dichiarare palesemente ma che si ha: distruggere quanto fatto in precedenza per poter trovare una ragione in più al proprio modo di essere. Lo hanno fatto in molti nella storia, non stupiamoci, come i nazisti bruciando i libri o l’IS abbattendo monumenti, ma non sono azioni che l’uomo porta a memoria come esempi edificanti.
Ora non invento io ciò che i cittadini vedono ogni giorno scorrere sotto i loro occhi: uno stato di abbandono e di degrado non sopportabile per Alessandria e per gli alessandrini. Rifiuti accatastati, strade sempre più sporche, aiuole abbandonate, fontane chiuse, illuminazione trascurata, verde pubblico curato a sprazzi, e via di seguito sono solo la parte emersa dell’iceberg della trasandatezza urbana.
E gli interventi fatti nel passato garantivano un’opera di manutenzione straordinaria diventata patrimonio della città, da continuare con quella ordinaria giorno dopo giorno, pena il dover ripartire da capo; pena l’aver sprecato ciò che si era speso, cioè 500 mila euro di sponsorizzazione Amag per fontane e fontanelle, 500 mila euro di sponsorizzazione Alegas per rose, 450 piante di alto fusto, impianti di irrigazione, lavoro; pena il non comprendere quanto il verde serve non solo dal lato estetico, ma essenzialmente da quello ambientale. Le piante ci chiedono pochissimo, ma in compenso ci ritornano ben di più di quanto ci hanno sommessamente chiesto. Basti pensare a quanto migliorino il bilancio di CO2 dell’intera città.
Allora anche da questo punto di vista ci troviamo di fronte ad una grande mistificazione: i sedicenti ambientalisti rintanati nell’Amministrazione Rossa, in realtà non perdono occasione per dimostrare di non esserlo. A parole sono pronti a scavare trincee ideologiche per salvare l’ambiente; nei fatti è meglio che altri si armino!
 

Piercarlo Fabbio

Presidente Gruppo PDL

Comune di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria