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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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22/04/2015

LMCA: Alessandria in guerra

Il 24 maggio del 1915 l'Italia entra in guerra contro gli austroungarici. E in città si muove qualcosa, tant'è che il sindaco Pistoia verga un manifesto...

   

LMCA: Alessandria in guerra

‘Portantino che porti quel morto’ è una canzone di guerra rielaborata su un antico canto popolare ‘La sposa morta’. E apre la puntata del 3 marzo de ‘La Mia Cara Alessandria’. (Radio BBSI - Piercarlo Fabbio).

Il 24 maggio 1915 l’Italia entrava in guerra a fianco dell’intesa contro le forze tedesche, austroungariche. Era, per gli italiani, fino ad allora neutrali, il battesimo con una Guerra mai combattuta, costituita da più fronti, dal Mar del Nord fino all’Arabia, e con il maggior numero di nazioni impegnate. Fu chiamata Guerra Mondiale, perché in ciò fu superata solo da quella del 1939-1945. Prima Guerra mondiale o grande guerra e al suo termine, nulla sarà più come prima. L’Italia, pur inserita nella triplice alleanza con Austria e Germania, il 26 aprile firmò con il ministro Sidney Sonnino, il patto di Londra che la obbligava ad entrare in guerra entro un mese al fianco dell’Intesa, cioè con Francia e Inghilterra. E il 24 maggio entrò nel conflitto, mentre la scintilla della guerra era scoccata a Sarajevo, ove era stato assassinato, il 28 giugno 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este.

Un mese dopo, il 28 luglio l’impero austro-ungarico dichiarava guerra alla Serbia e il conflitto mondiale iniziava. Per l’Italia però vale il 24 maggio 1915 e proprio in quel giorno, sui muri di Alessandria, si poteva leggere un manifesto a firma del sindaco Ernesto Pistoia, socialista, al suo secondo mandato che giocoforza durerà fino al 1919. Affisso davanti al Municipio, c’è un crocchio di persone che ascoltano un lettore ‘preso a nolo’.

Del resto l’analfabetismo è molto diffuso ed occorre che qualcuno possa leggere per altri che si dovranno fidare. La giunta comunale invita i cittadini - e specialmente coloro che per censo, per cariche, per gli Uffici, gli Enti, gli Istituti, le Organizzazioni che rappresentano possono dare prezioso e multiforme contributo di opere – a un’adunanza che si terrà domani, martedì, 25 maggio alle 21 nell’aula del Consiglio. Gli adunati formeranno il primo grande Comitato cittadino di assistenza e soccorso, da cui deriveranno i vari organismi che affronteranno con larghezza di iniziative e coi maggiori mezzi possibili, i vari lati del complesso problema. Alessandria pagherà la grande guerra come tante città italiane con un alto numero di vittime, nella povertà che un’economia bellica porta sempre con sé, nell’epidemie che si scatenano per le sommarie condizioni igieniche fino al flagello della ‘Spagnola’ propagatasi nel 1918 e nel 1919. Ma già tifo, colera e dissenteria caratterizzeranno l’intero periodo della guerra. Certo, la città non era più al centro del conflitto come nel caso di Marengo o della I guerra d’indipendenza, ma era un baluardo fortificato di grande interesse per l’organizzazione bellica, per la retroguardia, per la logistica, per l’alloggiamento e la recluta delle truppe. Le caserme però non bastano a queste opere. Come ricorda Alberto Ballerino nel recentissimo ‘Alessandria e la grande guerra’, “… il teatro Verdi e il Politeama Virginia Marini vengono requisiti, molte scuole si trasformano in ospedali e alcuni edifici comunali sono utilizzati come depositi per viveri e munizioni. Anche diversi immobili della Diocesi vengono utilizzati. Alcuni, come la Chiesa di San Rocco, sono requisiti mentre il Seminario e il collegio di Santa Chiara sono messi a disposizione dal Vescovo, mons. Capecci, per essere trasformati in ospedali sussidiari …”.

Del resto in città vi è la sede del II Corpo d’Armata della II Armata, al comando del generale Ezio Reisoli, ed è di stanza la Brigata Cremona con il XXI reggimento di Fanteria e la Brigata Ravenna. Alessandria ospiterà anche i prigionieri di guerra e i profughi, oltre ai feriti attraverso una rete che vanta circa 15 ospedali, mentre lo Psichiatrico è ampliato per accogliere i soldati traumatizzati dal fronte.

In città una parte della produzione industriale si converte in produzione bellica. Le commesse dello Stato sono interessanti. Se ne avvantaggiano le industrie meccaniche come l’Armando Thedy, una fonderia. Si producono anche munizioni, ma il problema economico per la popolazione si fa ogni giorno più grave. È il Comune a cercare di porre rimedio alla situazione. Se le donne, per esempio, devono sostituire nelle fabbriche gli uomini partiti per il fronte, occorre che qualcuno si occupi dei bambini. Si organizzano asili pubblici, che nei sobborghi saranno addirittura 11. Il tentativo è anche quello di dare forza alle attività economiche indebolite dal conflitto, come quelle legate all’edilizia. Il Comune apre una fornace municipale e dà il via allo spianamento dei bastioni di piazza Genova e della Pista. Si calmierano i prezzi dei generi alimentari, nascono quattro spacci comunali e quel Comitato cittadino di assistenza e soccorso che abbiamo visto pubblicizzato da un manifesto del Pistoia e della Giunta Comunale.

Per la ‘relame d’annata’: Urodonal. Per ‘Strà per stra’ arriviamo in via Montegrappa (da corso Lamarmora a spalto Marengo, parallela a via Marengo). Proprio nelle battaglie sul massiccio montuoso, teatro di un’epica resistenza del nostro esercito contro il nemico austriaco, si resero protagonisti i fanti della Brigata Cremona e del 21° Reggimento di stanza ad Alessandria. La conquista del Grappa, infatti, avrebbe consentito agli austo-ungarici di dilagare nella sottostante pianura veneta e colpire alle spalle il nostro schieramento sul Piave, dal Montello al mare. Consci dell'importanza del loro compito - "Monte Grappa tu sei la mia Patria" diceva la loro canzone -, i soldati del Grappa, anche a costo dei più gravi sacrifici, nella prima e seconda battaglia difensiva contesero accanitamente ogni palmo di terreno all'irruenza nemica, sino a stroncarne ogni velleità offensiva e travolgerla per sempre con la terza battaglia dell'ottobre 1918.

E, quindi, l’Almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria, chiudendo la puntata con la playlist della settimana, curata da Piercarlo Fabbio e Roberto Cristiano, dedicata a Gorni Kramer: ‘Chicago’, Gorni Kramer e la sua Orchestra; ‘Crapa Pelada’, Kramer e Cetra; Gianni Coscia, Peppino Principe, Wolmer Beltrami in tre brani di Gorni Kramer live (Carovana negra, Principino, Prime Lacrime); ‘Donna’, Orchestra Kramer; ‘Un bacio a mezzanotte’; ‘Merci Beaucoup’, Gorni Kramer Orchestra; ‘Oh Baby, Kiss Me’, Nicola Arigliano, Gorni Kramer, Gianni Basso; ‘Ricordando Kramer’; ‘Domenica È Sempre Domenica’, Renato Rascel. (3 marzo 2015)

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria