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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/01/2015

LMCA: il canale De Ferrari, tra storia e 'catastrofiche' polemiche

Si è parlato molto di questo canale irriguo, ma non molti sanno che ha una lunga storia, risalente a Cavour e a Rattazzi, quando Emanuele De Ferrari...

   

LMCA: il canale De Ferrari, tra storia e 'catastrofiche' polemiche

2 dicembre 2014

Le polemiche sono il sale della politica? Per Piercarlo Fabbio, curatore e conduttore de ‘La Mia Cara Alessandria’, trasmissione curata e condotta da Piercarlo Fabbio, in onda dalle frequenze di Radio Bbsi e disponibile nella sezione podcast dei siti www.fabbio.it oppure (solo per la parte storica) www.ritrattidallalba.it, “molte volte non servono e se si utilizzasse il tempo perso per svolgerle in direzione di una decisione concreta, tutti ne avrebbero da guadagnare”. Ma si sa, le polemiche fanno spettacolo e offrono visibilità. “E anche a LMCA ci facciamo attrarre dalle polemiche, se non altro perché ci aiutano ad approfondire certi temi conosciuti per sentito dire, ma mai studiati a fondo sul piano della storia”.

Così è successo in una delle ormai frequenti settimane di pioggia che hanno caratterizzato il mese di novembre. Non che a novembre non piova e i “nostri proverbi” dimostrano che in questo mese l’acqua è di casa. E ogni tanto i fiumi esondano e lo fanno anche i corsi d’acqua minori. Allagati strade, campi e case. Danni consistenti alle colture e alle abitazioni. E allora cosa fare? “Basta prendersela con qualcuno, in modo da ridurre il peso delle proprie colpe. Per un po’ l’opinione pubblica sarà attirata da quel qualcuno e avrà una ragione plausibile che giustifica i danni. Poi non sarà così, ma va bene lo stesso. E’ successo alla sindaca di Alessandria per una storia di un argine aperto sul canale De Ferrari, che avrebbe – a suo dire – allegato San Michele. Un giornalista, Massimo Brusasco, ha sommessamente tentato di dire che la cosa non stava in piedi nemmeno a tenerla su con un’impalcatura e si è preso i rimbrotti della sindaca. Come è andata a finire? Che un fin troppo arrendevole Brusasco si è scusato, che la sindaca ha ammesso di averla detta grossa e buonanotte alla verità”.

In tutta questa storiella da sobborghi, c’è però un protagonista al quale LMCA non aveva mai fatto troppo caso: il canale De Ferrari. Per saperne qualcosa in più bisogna prendere la macchina del tempo e planare a circa 160 anni fa. Precisamente al 1853. Proprio in quell’anno l’ingegner Emanuele De Ferrari firma una convenzione con il Ministro delle Finanze di Vittorio Emanuele II, che altri non è che Camillo Benso Conte di Cavour. Per la verità il Cavour è anche Presidente del Consiglio, governa dal 1852 grazie a un accordo con un alessandrino, Urbano Rattazzi, che è probabile non sia estraneo alla firma della convenzione, visto che si tratta di territori confinanti all’orginario Masio. Anzi in quel periodo, Rattazzi è Presidente della Camera dei Deputati e di lì a poco entrerà nel Gabinetto Cavour con incarichi da Ministro. In realtà è proprio la formula del “Connubio” che consente a Cavour di governare stabilmente il Regno di Sardegna e puntare all’Unità d’Italia. La convenzione che Emanuele De Ferrari firma con Cavour, dunque, consente la nascita del Canale.  

Emanuele de Ferrari ha “il diritto di derivare dal fiume Tanaro un corpo d’acqua da aumentarsi successivamente sino alla concorrente di dieci metri cubi al minuto secondo per condurlo e valersene come meglio e con il solo onere di pagare alla Finanze l’annuo canone di lire 730 per ogni metro cubo”. In origine canale di bonifica, più che irriguo, presto si comprendono i benefici di un’opera del genere. I terreni coltivati a prato sono molti. Servono per il foraggio ma occorre acqua per ottenere buoni risultati delle colture. E un sistema di fossi che, per scorrimento, porti l’acqua nei campi irradiandosi dal canale. Sarà poi un  sistema di apertura e chiusura delle imposte ad innalzare il livello dell’acqua e a garantire la distribuzione dell’acqua.

Nascono i consorzi irrigui a cui anche il De Ferrari fa riferimento. Persino il nuovo codice civile dopo l’Unità d’Italia consente, con le sue norme, di governare i consorzi stessi generando una maggioranza per le decisioni a cui la minoranza deve adeguarsi. Pian piano la normativa riconosce sempre più importanza a tali organismi conferendo loro anche opere di bonifica, che il De Ferrari conosceva fin dalla sua nascita.

Il canale capta le acque di Tanaro in riva sinistra a Felizzano. Attraversa i Comuni di Solero, di Alessandria (le frazioni di Astuti, San Michele, ove una parte termina nel Rio Loreto, Valmadonna, valle San Bartolomeo), giunge a Pavone e arriva fino a Pietra Marazzi ove si rigetta in Tanaro. Gli ettari serviti sono oltre 3000 e 4500 i proprietari dei terreni interessati. Complessivamente il canale è lungo 22 chilometri e largo tra i 4 e i 5 metri. Circa 4 chilometri sono rivestiti in calcestruzzo, mentre il resto è arginato in terra. La stagione irrigua va dal 15 marzo al 15 settembre e negli ultimi anni, oltre alla tradizionale irrigazione a scorrimento, sono state costruite condotte e stazioni di sollevamento, che consentono di far giungere l’acqua anche ai terreni acclivi, cioè non pianeggianti. Due centrali idroelettriche sfruttano le prese d’acqua a Felizzano in riva sinistra e in territorio di Masio in riva destra del Tanaro.

Con la rubrica ‘Stra per Stra’ arriviamo in questa puntata del 2 dicembre in via Giacomo Stornini, da via Galimberti a viale Michel (parallela a via Pochettini). Nasce a Cantalupo alessandrino nel 1868. Studia presso i salesiani, poi in Seminario, dove si consacra sacerdote nel 1891. E’ destinato come viceparroco alla Chiesa di Santa Maria di Castello; nel 1897 è canonico presso il Carmine. Assistente della San Vincenzo de’ Paoli, cappellano della Chiesetta Agosti in via Guasco e dell’Ospedale Psichiatrico, docente in Seminario; la sua preoccupazione sono i giovani dei genitori che lavorano. Nel 1914 fonda l’Oratorio, che chiama ‘Ricreatorio’ San Domenico Savio, in via Isonzo all’angolo con spalto Gamondio e via Piave. Per oltre cinquant’ anni sarà anima vitale, feconda e coraggiosa della gioventù della nostra città. Vicino al sedime, comperato dal Comune per 3781 lire, ci sono le case popolari e il canonico si rivolge proprio a quei giovani che meno hanno di altri, ma possono dare molto. Un piccolo campetto fangoso d’inverno e polveroso d’Estate, ma il Canonico saprà far squadra con i suoi “fanciot”. Su quel campetto sorgerà la Chiesa dedicata a San Pio V, mentre il complesso sportivo verrà ampliato e spostato in fregio a Viale Massobrio. Si spegne nella sua stanzetta di via Guasco il 19 febbraio 1953. Ai suoi funerali parteciperà tutta la città. Un suo busto, opera di Renato Battiglia, è collocato nel campo giochi vicino alla Chiesa, mentre la sua salma riposa nella nuova edificazione di quella Chiesa che lui stesso aveva fondata.

Dopo i tradizionali Proverbi – “Disember slà u va nenta dispresà”; “Su fa bel a Sonta Bibiouna, quaronta dì e na smouna”; “Ogni cosa a so temp” – si chiude con ‘L’Almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria” e la playlist della settimana, curata con Roberto Cristiano, per accogliere l’inverno: Aphrodites Child, ‘Rain and Tears’; Fabrizio de André, ‘Inverno’; Freddie Mercury, ‘A Winter Tale’; Guns N' Roses, ‘NovemberRain’; Nada, ‘Ma Che Freddo Fa’; Loredana Bertè, ‘Il mare d'inverno’; Shel Shapiro e i Rokes, ‘E' la pioggia che va’.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria