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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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07/12/2014

LMCA ‘finisce’ nella ‘Ruota degli esposti’ dove erano abbandonati tanti Francesco

La vicenda del bimbo di Caserta lasciato in canonica dalla madre finisce per muovere Piercarlo Fabbio alla ricerca di tante storie purtroppo simili nell'Alessandria dei secoli precedenti a noi

   

LMCA ‘finisce’ nella ‘Ruota degli esposti’ dove erano abbandonati tanti Francesco

Francesco è stato abbandonato una decina di giorni fa sulla porta della canonica della parrocchia di Santa Maria Santissima dell’Arco, a Frignano, nei pressi di Caserta. A dargli il nome è stato Don Roberto Caterino, che si è trovato di fronte a un piccolo di quattro mesi, piangente, con un biberon di latte accanto, una borsa di omogeneizzati, avvolto in una coperta di lana del Napoli Calcio. Un tentativo di affidare la persona cui si vuol bene di più a chi potrebbe avere le risorse per allevarlo. Meglio che il cassonetto dell’immondizia.

Ma il ‘fatto’ non è nuovo, forse non sarebbe neppure una notizia se la guardassimo con gli occhi della storia e con l’ausilio della macchina del tempo, la stessa che usa ‘La Mia Cara Alessandria’ - in onda ogni martedì dalle 12,15 alle 13,15 dalle frequenze di Radio Bbsi e disponibile nella sezione podcast dei siti www.fabbio.it oppure (solo per la parte storica) www.ritrattidallalba.it – riportando indietro di secoli, “quando – spiega Piercarlo Fabbio - disfarsi dei figli in eccesso era una regola per molti versi socialmente accettabile. ‘Empio come il cuculo, il padre genera ed abbandona in luoghi solitari i figli che codesta ruota accoglie come illegittimi’. E’ l’iscrizione che si leggeva a Senigallia, nelle Marche, in pieno Stato del Vaticano, nei pressi di quella che da tutti è conosciuta come ‘Ruota degli esposti’. Invenzione abbastanza moderna rispetto alla storia dell’uomo, visto che il primo caso si registra in Francia, a Marsiglia, nell’Ospedale dei Canonici. E’ il 1188 ma dieci anni dopo sarà istituita anche in Italia da Papa Innocenzo III. Alessandria è ormai città da una trentina d’anni”.

La ruota è un meccanismo, di norma costruito in legno con una feritoia ove si poteva deporre l’infante. La feritoia combaciava con un’apertura sul muro. Facendola girare si poteva recuperare il neonato dall’interno e colui o colei che lo aveva depositato non poteva essere riconosciuto. Molte erano dotate di una cassettina dove collocare monili o documenti, che rimanevano di proprietà del bimbo per un successivo eventuale riconoscimento da parte dei genitori naturali. Anche in Alessandria funzionava fin dai primi secoli della sua vita, così come era presente nella vicina e alleata Milano: il primo brefotrofio era sorto proprio nella città meneghina nel 787 presso la cattedrale. Mille anni dopo, esattamente nel 1769, nella nostra città la Confraternita del Santo Crocifisso istituisce una ruota che funziona da centro di raccolta “a vantaggio del pubblico bene”. Coloro che dovrebbero essere accolti, scrive Paola Lanzavecchia nel suo ‘I figli della colpa’, sono quelli che "dispersi vivono, e nell’ozio senza educazione cristiana, né civile, e con aggravio, e disturbo della società”.

Ma quanti sono i trovatelli, anche chiamati ‘gettatelli? Già molti nei primi anni dell’Ottocento. Nel circondario alessandrino se ne contano circa 300 nel 1811 e 184 nel 1817; Alessandria ha poco più di 30 mila abitanti in quel periodo e i nati sono circa 1300/1400 ogni anno. E’ dunque assai alta la percentuale degli esposti. Una volta recuperati dalla ruota, i bimbi vengono dati a balia. Non tutti in città. Molti anche nelle campagne del circondario. Non mancano episodi di vendita di neonati o trovatelli o orfani già cresciuti a commercianti senza scrupoli oppure di sottrazioni misteriosi dagli istituti. Destinazione? Le grandi capitali europee, per ingrossare le fila della corte dei miracoli. Quale la loro sorte? La strada, se bimbe a vendere il loro corpo, oppure a suonare strumenti come il flauto o la chitarra oppure ancora a mostrare topi in gabbia e chiedere l’elemosina. Insomma o prostitute o mendicanti, essendo nati abbandonati o solamente sfortunati. Ma la stragrande maggioranza di loro rimaneva in loco tra città e campagna. E non sempre le loro condizioni, da quelle sfortunate della nascita, si trasformavano in un destino migliore.

Spostandosi ‘Stra per Stra’ in questa puntata del 18 novembre arriviamo in via Braschi, da via Tonso alla ferrovia (parallela a via Zucchi). La famiglia Braschi ha antiche origini milanesi, ma fin dalla fondazione di Alessandria è presente. Gli storici ipotizzano che alcuni suoi componenti fossero giunti da Milano, al fine di popolare la città. Nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini si schierò sempre dalla parte del Papa. Da questo ceppo nacque Giovanni Angelico o Giannangelo Braschi; (Cesena, 25 dicembre1717 – Valence-sur-Rhône, 29 agosto1799) è stato il 250esimo vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica dal 15 febbraio 1775 alla morte. Il Papa, pur tra le mille difficoltà del suo papato che si dovette scontrare con la Rivoluzione Francese, non si dimenticò delle origini familiari alessandrine, tanto che regalò al Comune il suo ritratto. Fatto prigioniero dai francesi, fu trasferito a Grenoble e a Valence, dove, ormai ottuagenario, non resistendo ai patimenti, si spense in carcere il 29 agosto 1799.

Dopo le tradizionali rubriche sui proverbi e l’Almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria; finale in musica con la playlist della settimana, a cura di Roberto Cristiano, che propone i miti del soul: James Brown, ‘I'm a Soul Man’; Joss Stone, ‘Right To Be Wrong’; Tracy Chapman, ‘Baby Can I Hold You’; Adele, ‘Rolling In The Deep’; Nina Simone, ‘I put a spell on you’; Amy Winehouse, ‘Rehab’; Arthur Conley, ‘Sweet Soul Music’; Aretha Franklin, ‘Chain of Fools’; Stevie Wonder, ‘I Wish’ (the original version).

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria