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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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22/06/2014

LMCA: pont Tani tra bombardamenti e alluvioni

Il ponte costruito nel 1891 caratterizza il Novecento, fino a quel 6 novembre 1994, che, di fatto, ne decreta la fine

   

LMCA: pont Tani tra bombardamenti e alluvioni

Piedi sempre ben fermi sui ponti. Quello che dalle origini della città contraddistingue il passaggio tra Bergoglio – poi La Cittadella – e Alessandria entrotanaro. Non un unico manufatto, ma almeno un unico luogo, metro più, metro meno. Tanto per arrivare al ponte inaugurato nel dicembre 1891, se ne contano almeno tre, se non quattro, considerando quello di legno settecentesco che sostituisce quello continuamente ammalorato di fine Quattrocento. La macchina del tempo de ‘La Mia Cara Alessandria’ - guidata ogni settimana da Piercarlo Fabbio, in onda ogni martedì dalle 12,15 alle 13,15 dalle frequenze di Radio bbsi e disponibile nella sezione podcast del sito www.fabbio.it e, solo per la parte storica, www.ritrattiddallalba.it – nella puntata del 17 giugno ci deposita sul nuovo ponte Tanaro, che colpisce per la larghezza, circa 12, 13 metri e l’altezza; per le arcate, dieci di cui una al coperto, tutte uguali a sesto ribassato.

Intanto le rotaie del tramway, ancora a vapore – gli alessandrini lo chiamano ‘ra cafetera' – sono posizionate su un lato e non ingombrano come quelle precedenti. Il ponte è largo a tal punto che riesce a contenere anche l’assalto dei militari all’ora della libera uscita dalla fortezza della Cittadella. Ma anche carri e nuove diavolerie dell’epoca, come le autovetture – tanto care a Gabriele d’Annunzio - o addirittura le carrozze automobili. Non passano però che tre mesi e mezzo dall’inaugurazione che il ponte assaggia la potenza del Tanaro. E forse qualcuno, già sbilanciato a suo sfavore, la vede come una rivincita della natura sulla ‘vaghezza’ degli uomini: la piena del Tanaro presenta il 31 marzo una delle massime inondazioni; “… l’acqua aumentava di oltre 10 centimetri all’ora da sorpassare poi il piano d’imposta del nuovo ponte, onde ne rimasero allagati gli Orti, la Piazza d’armi e tutti i dintorni della città…” (Giovanni Berta, Cenni di Cronistoria alessandrina, dall’anno 1168 all’anno 1900).

Nel novecento poi è un continuo susseguirsi di notizie che riguardano più il fiume che il ponte: piene, esondazioni, allagamenti. Fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale e ai bombardamenti del 1944-45, quando il ponte vicino alla Cittadella fu però risparmiato, a discapito di quello dormiente della fortezza, che ebbe rase al suolo tre arcate. Dopo la guerra continua la teoria delle esondazioni, più o meno catastrofiche. Su tutte quella del 30 novembre 1959, ma la città è molto diversa; per esempio, il Palasport verrà costruito di lì a tre anni e per il Villaggio dei commercianti bisognerà attendere 1966.

L’alluvione più catastrofica è sicuramente quella del 6 novembre 1994. E’da alcuni giorni che in Piemonte piove. Tra Piemonte e Liguria, dal 4 al 6 novembre cadono approssimativamente su ogni metro 250 litri di pioggia. A fare i conti sul territorio del Comune di Alessandria è l’architetto Fulvio Cellerino. “Qui sono stati allagati circa 4000 ettari sui complessivi 20.000. 80 milioni di metri cubi d’acqua ipotizzando una copertura media di due metri”… ed è chiaro che tutta quest’acqua non può essere mantenuta dal letto del fiume. “Qualche tempo dopo si darà una spiegazione scientifica del disastro: a far da diga erano state le arcate del ponte ferrovia intasate dal legname trasportato da monte. Si era così creato un grande lago a monte della città in una zona golenale ove la protezione della massicciata della linea ferroviaria Torino-Alessandria non aveva retto. Come quando si toglie il tappo da un contenitore, lo sfondamento del rilevato ferroviario aveva improvvisamente consentito che il lago si scaricasse con violenza su Astuti, San Michele, l’Osterietta ritornando a cercare il letto del Tanaro, sopravanzandolo d’un colpo ed andando a colpire con forza gli Orti”.

Se questa è la prima e più forte ondata, non manca neppure la spiegazione per l’entrata in città del Tanaro tra i due ponti – il Ferrovia e il Cittadella – probabilmente dovuto al rigurgito delle acque trattenute dal Cittadella sicuramente in pressione, cioè con le arcate ormai chiuse dall’acqua impetuosa. “Il Tanaro arriverà fino a piazzetta della Lega e raggiungerà dagli spalti l’Ospedale Santi Antonio e Biagio, nonché l’ospedale infantile Cesare Arrigo. 12 saranno le vittime, per non contare d’altro. I mesi seguenti portano alla città nuove norme e nuove polemiche. Su tutte quella dei ponti. Saranno rifatti quello della ferrovia e quello degli Orti, che è coevo con il Cittadella. Tutto scorre abbastanza liscio, ma appena si giunge sul ‘Pont Tani’ l’atmosfera si fa rovente. Nonostante tutto, come già nel 1885, passano due anni e il Comune, allora governato dal sindaco Francesca Calvo, decide per un nuovo ponte. E’ il 1998 quando viene affidato l’incarico della progettazione ad una delle archistar mondiali. Si tratta di Richard Meier, architetto newyorkese, premio Pritzker nel 1984, progettista, tra le tante altre cose, del Getty Center a Los Angeles o del Museo dell’ARA Pacis a Roma (comunque posteriore al ponte)”. E da qui, però, inizia un’altra storia che La mia Cara Alessandria racconterà la prossima settimana.

Dopo le consuete rubriche ‘Ferro e poltiglia ovvero Eventuali riferimenti a fatti, persone o cose sono decisamente voluti, proverbi piemontesi affidati alle inflessibili parole di un poco immaginario Vittorio Alfieri: ‘Giugn cu trouna, anadabouna’, e ‘L’almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria’, si chiude con la playlist, dedicata a Stefano Bollani: Tango Jazz Bollani - El Choclo parodia jovanotti, con la presentazion e di Renzo Arbore; Copacabana Paolo Conte; Parodia Capossela, Vasco Rossi; Quizas, quizas, quizas, Stefano Bollani Banda Osiris; Le solite cose, Enrico Rava; Pianofortissimo, Renato Carosone.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria