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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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07/04/2014

LMCA: 700 anni di Consuetudini

Dal pesce di aprile alle Consuetudines, spiegate da Mauro Remotti al corso 'Ritratti dall'Alba'. Ecco alcuni esempi...

   

LMCA: 700 anni di Consuetudini

Al di là dell’omaggio - in apertura – dei Tre Martelli a Camillo Benso di Cavour, genio diplomatico, dopo l’ultima puntata dedicata alla Guerra di Crimea, ‘La Mia Cara Alessandria’, trasmissione curata e condotta da Piercarlo Fabbio in onda ogni martedì dalle 12,15 alle 13,15 dalle frequenze di Radio Bbsi e disponibile nella sezione podcast dei siti www.fabbio.it e www.ritrattidallalba.it, inizia il mese di aprile con un proverbio ‘Avrì, na stisa al dì’ (Aprile una goccia al giorno), ma non dimenticando, certo, la storia del pesce. E degli scherzi, consentiti anche se in periodo di Quaresima. “Da giovani – ricorda Fabbio - disegnavamo con il gesso il pesce sulla schiena di un compagno ignaro, visto che alle elementari vestivamo il grembiule nero oppure ritagliavamo un pesce di carta e poi lo incollavamo sulla schiena del malcapitato con nastro adesivo o coccoina. Non resisteva come quello disegnato con il gesso, ma bastava per farci sorridere… Peccato che anche altri ridessero di me che, nell’attaccare il pesce al compagno probabilmente subivo la stessa sorte. ‘Chi la fa, l’aspetti’, tanto per rimanere ai proverbi…”. E così c’era lo scherzo del ‘mur pist’, che vuol dire faccia pesta: “consisteva nel dire a un amico: ‘Uarda: vàm a crumpè du liri ‘d mur pist e su l’ha nenta pist o pistà fatli pistè da lü’. (Guarda, vammi a comprare due lire di faccia pesta e se non ne ha pesta o già pestata, fattela pestare da lui”) Ovviamente lo scherzo, concordato con il negoziante, finiva con un sonoro schiaffone all’acquirente”. Più o meno simile quello della Squadra e Cartella. “Uarda, va da Libero e fat dé na squadra e na cartela’, Libero, falegname, consegnava la squadra e alla domanda: ‘E la cartela?’, arrivava un altro sonoro schiaffone…”.
Ma perché il primo aprile si fanno gli scherzi ‘ittici? Forse anche per abitudine o consuetudini. Alessandria era dotata di un corpus di regole che raccoglievano queste abitudini, come spiegato da Mauro Remotti durante un incontro al corso ‘Ritratti dall’Alba’, tornando indietro fino al 1179, tra le nebbie della civitas nova. Ventidue consuetudini, raccolte a sole 11 anni dalla sua nascita, che si occupano di diritto privato. Messe insieme nel 1179, si sono poi ritrovate nella parte finale del Codex Statutorum), stampato dai Moscheni nel 1547. E sono rimaste in vigore, probabilmente con residuali aggiustamenti, dal 1179 al 1838, anno in cui diventa vigente il codice civile albertino e vengono abrogate, di conseguenza, le Consuetudines. Molte anche curiose e originali, tanto che alcune regole, durate circa 700 anni, appaiono ancora oggi straordinariamente moderne. Come la prima sui beni cosiddetti parafernali, cioè quelli oltre alla dote, che non solo rimanevano di proprietà della moglie, ma era concesso potessero rimanere in possesso della donna che ne poteva disporre anche con il testamento. E poi il cosiddetto ‘dono del mattino’. Dopo la prima notte di nozze, il marito riconosceva l’onorabilità della moglie con un dono prezioso davanti ai parenti.

Dopo ‘L’almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria’, da consuetudine ‘La Mia Cara Alessandria’ si chiude con una playlist ‘da scherzo’: ‘Il re del Portogallo’, Quartetto stars; ‘Vivere’, Enzo Jannacci; ‘L'onorevole bricolle’, Clara Jaione; ‘Il tamburo della banda d'Affori’, Dea Garbaccio, Nella Colombo, Aldo Donà; ‘Pippo non lo sa’, Silvana Fioresi e il Trio Lescano; ‘Cornutone’, gli Squallor; ‘La Canzone Mononota’, Elio e le storie tese.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria