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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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17/01/2014

LMCA: Don Bosco in Alessandria e i primi calci di Rivera

Breve storia dei salesiani in città. Le loro opere e le loro battaglie, prendendo spunto dalla visita della reliquia del Santo alessandrino

   

LMCA: Don Bosco in Alessandria e i primi calci di Rivera

Terra di santi. Non solo l’Italia, ma proprio la nostra città. E ‘La Mia Cara Alessandria’, trasmissione curata e condotta da Piercarlo Fabbio in onda ogni martedì dalle 12,15 alle 13,15 dalle frequenze di radio Bbsi e disponibile anche nella sezione podcast del sito www.fabbio.it, ne parla, ancora una volta, nella puntata del 14 gennaio. Lo ha già fatto con Madre Teresa Michel e Carolina Beltrami, protagoniste una via femminile alla santità, che ha caratterizzato il Novecento in Alessandria. Continua con un altro ‘alessandrino’, San Giovanni Bosco, nato a Castelnuovo d’Asti, ai Becchi, nel 1815, quando quel Paese era ancora in provincia di Alessandria. Tra fine dicembre e inizio gennaio una reliquia è stata esposta per qualche giorno in città e il prossimo anno sarà celebrato dai salesiani il bicentenario della nascita di questo santo, “il cui ricordo – confida Fabbio - mi emoziona sempre. Spero anche a voi, visto che Don Bosco ha proprio incominciato ad aprire case fuori Torino, qui vicino a Mirabello Monferrato. Era l’anno 1863 e aveva affidato la direzione del suo nuovo ‘Piccolo Seminario’ a Don Michele Rua, che nel 1898 dà inizio alla presenza dei salesiani in Alessandria. In via Santa Maria di Castello, oratorio festivo, convitto interno per elementari, ginnasio e scuole superiori; direttore Don Giovanni Mazzetti. Ma Don Bosco veniva saltuariamente in Alessandria. Chiamato dalle autorità a un ufficio pietoso. Nel carcere giudiziario di via Parma (ora sorge un parcheggio un poco futuristico) venivano, infatti, rinchiusi i condannati a morte. Quando si trattava di giovani poco più che adolescenti, da Torino era sempre chiamato lui, che, dietro una grata di ferro, confessava per l’ultima volta lo sfortunato. Ora quella grata è esposta nella cappella dell’Assunta del Duomo di Alessandria Ma il ricordo di Don Bosco deve fare inclinare al sorriso, all’allegria, come quando dichiara la sua regola:
'Se vuoi farti buono pratica tre sole cose e tutto andrà bene (...). Eccole: Allegria, Studio, Pietà. È questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e far molto bene all’anima tua'”.
Un anno prima, nel 1862, lo studente di teologia Giovanni Bonetti annotava in una delle sue cronache: 'Don Bosco è solito a dire a’ giovani dell’ Oratorio voler da essi tre cose: Allegria, lavoro e pietà. Ripete sovente quel detto di S. Filippo Neri ai suoi giovani: “Quando è tempo, correte, saltate, divertitevi pure finché volete, ma per carità non fate peccati'”. Intanto Alessandria entra nuovamente nell’organizzazione lasciata da Don Bosco ai posteri."

Nel 1922 diventa terzo successore del santo, cioè superiore generale della congregazione, Don Filippo Rinaldi, nativo di Lu Monferrato, ma la cui madre era di Castelceriolo. Nel 1924 sarà in Alessandria a visitare l’opera salesiana. Il 5 aprile 1945 un bombardamento alleato colpisce la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di via Gagliaudo; perdono la vita quattro suore, tre novizie, 31 bambini, due educande e tre pensionanti: 43 vittime in totale.

Nel tempo – come ben raccontato in ‘1898-1998 Cento anni con i Salesiani in Alessandria’ a cura di Francesco Bombonato - con varie modifiche le attività principali sono quelle religiose, del convitto, dell’oratorio, del teatro, delle proiezioni cinematografiche, del sostegno all’associazionismo cattolico, dell’internato, della formazione professionale (anche se i nuovi locali al Cristo) saranno inaugurati nel 1980. E poi il gioco del pallone, che aveva visto nel dopoguerra, il giovane Gianni Rivera dare i primi calci nel cortile di Santa Maria di Castello. Nel 1957 si erige la Parrocchia di San Giuseppe artigiano, che in aprile viene affidata ai Salesiani, dopo il rettorato di Mons. Luigi Riccardi. Cabanette, Casermette, Villaggio Profughi, una parte del Cristo costituiscono il territorio della parrocchia.

Nel 1977 si chiudono le attività a Santa Maria di Castello. Il Comune, in quel periodo di governo di sinistra del sindaco Borgoglio, “mai tenero con i salesiani, che più volte vanno in conflitto con l’ente locale”, acquista i locali per la scuola media Cavour. Le attività si trasferiranno interamente al Centro Salesiano del Cristo. E la storia proseguirà fino ai giorni nostri con l’Arrivo dell’urna.
Dopo l’almanacco del giorno prima fatti successi tanti tanti fa in Alessandria, la puntata si chiude con la playlist, seconda parte di ‘Un assaggio di Blues’, curata da Fabbio con Roberto Cristiano, che propone: ‘Stop!’, Joe Bonamassa; ‘It Hurts Me Too’, Luther Allison; ‘Nun me scoccià’, Pino Daniele; ‘Quello che non ho’, Fabrizio De Andrè; ‘Texas Flood’, Stevie Ray Vaughan.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria