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Domenica 12 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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23/10/2012

Il tesoro di Marengo a La mia cara Alessandria

Su Radio Bbsi il mistero, che porta 'Voce alessandrina' fino in Egitto

   

Il tesoro di Marengo a La mia cara Alessandria

Lasciato il quartiere Cristo cui sono state dedicate due puntate, la macchina del tempo con cui si muove 'La mia Cara Alessandria', trasmissione curata da Piercarlo Fabbio in onda tutti i martedì dalle 12,15 alle 13,15 dalle frequenze di Radio Bbsi, questa settimana si sposta in un'altra parte di Alessandria.
“Ci sono misteri che scorrono sotto i nostri occhi e neppure ce ne accorgiamo. Ci sono tesori che rimangono sotto i nostri passi per secoli, occultati all’unico senso che abbiamo per poter percepire il vero. Eppure nemmeno di questi, una volta scoperti, siamo sicuri. E il mondo è sempre il milieu stretto intorno a noi o un macrocosmo planetario… Forse anche queste frasi sono un enigma, magari un arcano di casa nostra, mi appresto a svelarvelo, cavalcando come al solito, a mio piacimento, il tempo…”.

E leggendo da 'Terrarossa' di Francesca Chiara Robboni (edito nel dicembre 2007), dedicato alle case in terra rossa (le trunere) ma anche alla storia della Frascheta, di quel tesoro d'argento scoperto nell'aprile 1928 alla Villa Stortigliona da Francesco Tartara, affittuario dagli eredi Gabba, in un campo a circa 100 metri dal margine della strada durante alcuni lavori di sbancamento. Tra i vari reperti, ci sono una "tabula ansata" che riporta la dedica del prefetto della Flotta della Mesia, terra tra Serbia e Bulgaria, alla fortuna migliore; un busto dell'imperatore Lucio Vero con tanto di corazza, alto 55 centimetri, unico al mondo; una fascia lunga un metro raffigurante le dodici divinità; più pezzi minori, per un peso complessivo di quasi 13 chilogrammi e un valore di 500mila lire (all'epca una bicicletta nuova costava 300 lire). Pezzi di notevole pregio, sui quali però restano molti misteri: per esempio, sulla destinazione di alcuni di loro, che non sono conservati nel Museo torinese ma andati, magari, ad antiquari interessati (come il genovese Ferruccio Bossi) o addirittura, almeno secondo un'indagine di cui si riferisce anche sul settimanale diocesano 'La Voce Alessandrina' in un articolo dell'8 novembre 1951, finiti in Egitto, a Il Cairo, nella villa dei conti Karkathopulos. Si tratterebbe di reperti ammaccati, in parte bruciati, così come ritrovati nel letto di sabbia nel campo a Villa Stortigliona dopo che erano stati portati via da barbari o saccheggiatori da qualche cappella votiva o dai cristiani proprio da quel tempio pagano intitolato alla fortuna.
“Ma i misteri restano e anche noi lasciamo quest'aura d'incertezza...” , ritornando però sempre indietro nel tempo, con l'Almanacco del giorno prima fatti successi tanti tanti anni fa ad Alessandria, al 23 ottobre 1643, quando “...allettati li francesi dal bottino che nel mese di agosto fecero nella campagna di Alessandria verso Bergoglio, vi ritornarono e, allargatisi nel territorio che giace tra questa città e il luogo di San Salvatore, vi fecero una ricca preda, benché in seguito sia loro costata ben cara”.
La playlist della settimana, infine, è riservata ai 'The Pub 73', band punk rock nata nel dicembre 2010 da tre ragazzi ventunneni di Spinetta Marengo, Giulio Legnaro (chitarra, voce), Jacopo Robotti (basso, cori) e Roberto Cassano (batteria, cori), influenzati musicalmente da Green Day, Rancid, The Offspring, Bad Religion, Sum 41, Blink 182, Ramones. Sono tutt'ora impegnati nella registrazione autoprodotta del loro primo cd che uscirà a breve.

 

 

 

 

 

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