Altro blitz della 'giuntarossa' comunale che, anziché con atti amministrativi, continua a operare con il cancellino.

Dopo l'annullamento costante di delibere assunte dalla precedente giunta, con il risultato di fare aggravare la situazione finanziaria dell'ente fino al dissesto, con un sol colpo durante un'assemblea dei soci revoca 'per giusta causa' il presidente Amag Lorenzo Repetto e il consiglio di amministrazione. Per sostituirli con un altro presidente, il 'solito' ripescato Antonello Paolo Zaccone, attuale ragioniere capo, e un cda altrettanto 'amico', in cui compare l'altrettanto 'fidato' e ripescato ingegnere capo Marco Neri. Resteranno in carica per il periodo necessario ad esperire le procedure per la ricerca pubblica dei soggetti che saranno chiamati a comporre il futuro consiglio di amministrazione “e comunque – si legge nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Rosso - per gestire al meglio la società durante questo periodo”. Alla precedente gestione sono, al solito genericamente, contestate criticità. Accuse, come sempre, pesanti, soprattutto contro chi è considerato vicino al centro destra.

L'ennesima cancellazione in poche settimane di 'amministrazionerossa', poco interessata a valutazioni complessive e non solo di parte. In nome della legalità e trasparenza, purchè non riguardi loro.

Invece Piercarlo Fabbio, presidente Pdl in consiglio comunale, sindaco fino al maggio scorso, difende il Gruppo e il suo presidente, con cui ha lavorato per anni con l'obiettivo comune di fare crescere Alessandria. “Non posso infatti che ringraziare Amag per avere investito sulla e per la città. Come amministrazione avevamo chiesto di aiutarci ed è stato fatto, per esempio, con 60 chilometri di fognature, interventi per il verde e il decoro urbano, il sostegno allo sport, anche per dilettanti e disabili. Grazie al presidente, che proprio con quella gestione che viene così tanto criticata da essere interrotta ha portato a milioni di euro gli utili, ottenendone in cambio, nonostante la difesa anche di diversi sindaci di centro sinistra, la sfiducia. Hanno vinto gli altri, con la memoria troppo corta per ricordare l'attenzione che il Gruppo aveva comunque riservato loro”.