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Mercoledì 15 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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17/03/2011

Una nuova quadreria in Comune

Nuovi dipinti nella galleria del piano nobile del Municipio di Alessandria. Il 16 e il 17 vi è già stata l'occasione per vederli ad uffici aperti

   

Una nuova quadreria in Comune

In occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia è stato realizzato un nuovo allestimento delle opere pittoriche nelle sale del Palazzo Comunale. Di seguito il dettaglio.

 

Ingresso piano nobile

Pietro Morando
L’erpice
olio su tela cm. 99 x 119

 

Pietro Morando
La radice del male
olio su tela, cm 140 x 140
Museo Civico e Pinacoteca di Alessandria

 

Pietro Morando, Cino Bozzetti e Alberto Caffassi sono stati, per quasi tutto il secolo, protagonisti della vita artistica e civile di Alessandria.
Pietro Morando studia all'Accademia Albertina di Torino e nel 1913, grazie ad una borsa di studio, si iscrive ai corsi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Frequenta lo studio di Angelo Morbelli e condivide con lui la passione per il divisionismo. Dai divisionisti, l’artista recepisce la simbologia, l’ideologia più che il linguaggio. Come artista ufficiale nasce con “I disegni di guerra” dai caratteri stilistici ben definiti. Le opere verranno poi pubblicate nel volume "I Giganti".
L’artista frequenta lo studio milanese dell’amico Carlo Carrà. Si distingue per un suo stile semplice e incisivo, per i colori intensi e i tratti decisi con cui dà forza e vita, ma anche poesia, ai suoi soggetti, quasi sempre la povera gente, facchini e contadini, oltre agli scorci della sua città e della campagna monferrina.
A partire dal 1920 espone alla Promotrice di Torino e partecipa alla Quadriennale di Roma e alla Triennale di Milano. Opere di Morando si trovano presso il Museo civico di Rovereto e il Museo Civico e Pinacoteca civica di Alessandria.

Atrio Sala Consiglio

 

Alberto Caffassi (Alessandria 1894 - 1973)
Tramonto invernale
1920
olio su tela, cm 77 x 105
Museo Civico e Pinacoteca di Alessandria
Opera giovanile di ambito divisionista di alto profilo estetico ed esecutivo. E' tra i capolavori di Caffassi in assoluto.

 

Alberto Caffassi (Alessandria 1894 - 1973)
Natura morta. Funghi
1967, olio su tela
cm 60 x 80,5

 

L’attività artistica di Alberto Caffassi (Alessandria 1894 -1973) può essere suddivisa in tre periodi: il primo, può essere definito il periodo colorato o ligure. Dopo gli studi accademici, con Giacomo Grosso e Cesare Tallone, la sua ricerca si indirizza sul colore, sulla materia e sulla luce. Tra gli esempi di questa fase sono da citare: “Tramonto invernale” 1920, “Viozene” 1920 e “Spiaggia di Varigotti”. Dal 1930 Caffassi alla esplosione della luce sostituisce i toni grigi, un lume filtrato, una materia diluita. A questo periodo appartengono “Castelvecchio di Rocca Barbena” del 1932, “Paese delle Langhe” del 1930. Il terzo periodo si protrae dal 1944 alla morte, nel suo lavoro si accentuano le capacità esecutive fino al virtuosismo (“Natura morta. Funghi” del 1967).
Nel 1996 gli eredi donano alla città di Alessandria un cospicuo nucleo di opere. La donazione si compone di 26 dipinti ad olio, 3 tempere, 4 pastelli, 8 monotipi, 21 disegni e 3 tecniche miste. Il lascito entra a far parte delle raccolte civiche che già possedevano tre dipinti dell’artista.

 

 

Ufficio del Sindaco

 

Anonimo
Dipinto raffigurante il monumento eretto sulle alture di Balaclava alla Memoria Degli Ufficiali Piemontesi Morti in Crimea
Al centro è raffigurata una lapide in memoria di F. De Rossi, antenato della famiglia Cuttica di Revigliasco
Collezione Cuttica di Revigliasco

Sala Giunta

 

Cesare Viazzi (Alessandria 1857 – Predosa 1943)
La Monarchia giura fedeltà allo Statuto
olio su tela, cm. 100 x 54
Museo Civico e Pinacoteca di Alessandria
Opera in cui si fonde mito e natura – caratteristico del simbolismo nordico.

 

Francesco Mensi (Grava – Al 1800 – Alessandria 1888)
Ritratto di Urbano Rattazzi
olio su tela, cm. 92 x 75
Museo Civico e Pinacoteca di Alessandria

 

Anonimo
Ritratto di Andrea Vochieri
gessetti e pastelli su carta
cm 90 x 62

 

Sala Consiliare
 

Nella Sala Consiliare, in simmetria con lo stemma di Alessandria, ancora negli anni cinquanta c’era, stranamente, lo stemma della Città di Mondovì. In quegli anni il Sindaco Nicola Basile, appassionato cultore anche di storia locale, scoprì nell’Archivio Storico di Mondovì, una pergamena che aveva per oggetto un patto di “con cittadinanza” fra le due città, concluso il 2 maggio 1236. Questa “con cittadinanza” era una consuetudine dei liberi Comuni medievali allorché decidevano di allearsi per difendersi da nemici comuni, o anche semplicemente per prestarsi uno in soccorso dell’altro.
Sempre nella Sala Consiliare si trovava, fino agli anni cinquanta del secolo scorso, un grande quadro, con una magnifica cornice dorata, in cui era raffigurato Vittorio Emanuele II a cavallo, di ritorno da una ispezione al suo Quartiere generale, posto sulle colline di S. Salvatore Monferrato. L’opera era stata eseguita dal pittore Enrico Gamba (1831-1883).
 

A sinistra vi è un mezzobusto di marmo dedicato a Garibaldi con la scritta “A Giuseppe Garibaldi. Il Municipio. 6 giugno 1882”.
 

A destra, un altro mezzobusto in gesso dedicato al pittore Giovanni Migliara con la scritta: “A Giovani Migliara, pittore, la Patria, 1839”.
 

Sotto la tribuna del pubblico una lapide è dedicata al filantropo alessandrino Ferrufino, con la scritta (tradotta dal latino): “A Cesare Ferrufino, sacerdote particolarmente retto e colto, per aver lasciato in dono i suoi beni, in perpetuo, essendo protettore e procuratore dei poveri, e per aver dato, per testamento, al collegio dei giurisperiti e dei giudici, il diritto di elezione e di difesa per la pia opera, gli stessi colleghi posero, secondo le carte dell’Archivio di Carlo Fabrizio Alessio: 2 marzo 1669”.

 

Cino Bozzetti - Olio su tela

Il Ritorno dai campi
 

Francesco Bozzetti detto “Cino” (Lecce 1876 - Borgoratto (Al) 1949). Il dipinto raffigura alcuni contadini, con i loro buoi e carri lungo la strada del ritorno, dopo le fatiche di una lunga giornata di lavoro.
Cino Bozzetti dimostrò di essere tra i migliori incisori del primo Novecento italiano. Il suo stile nel disegnare la campagna alessandrina e il sapore eterno del mondo agricolo impregnano le sue opere. Cino Bozzetti ha saputo trarre dalla contemplazione della natura e dalla fatica dei contadini, immagini di intensa poesia. Nel 1915 si contraddistinse come una delle personalità di maggior spicco presente alla “Mostra dell’incisione italiana” e quindici anni dopo, confermò di essere tra i migliori artisti italiani del primo Novecento.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria