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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/02/2004

San Giuliano Vecchio:
sobborgo dimenticato

Un reportage su San Giuliano Vecchio e su alcuni aspetti poco qualificanti della politica comunale. La stazione abbandonata, il viale divelto, i marciapiedi scomparsi, la strada pericolosa, la sporcizia in piazza...

   

I sobborghi di Alessandria, come Ghost town, come città fantasma? Non siamo proprio a questo punto, ma è chiaro che l'ormai annoso disinteresse delle varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo ha fatto i suoi effetti. Molte frazioni del capoluogo paiono abbandonate a se stesse, lamentano una lenta progressione nella distribuzione dei servizi (metanizzazione, acquedotto, fognature, e altro), una trascuratezza accentuata di quegli elementi come la pulizia, gli arredi, la manutenzione del patrimonio pubblico: pare essersi accentuata la distanza fra città e campagna a danno della seconda. E la tranquillità dell'esistenza, il vivere maggiormente a contatto con la natura, il ritrovare ritmi ed equilibri di una vita meno caotica e nervosa non sembrano controbilanciare tale divario. Durante la campagna elettorale per la scelta del nuovo sindaco di Alessandria (2002), un illuminato Gianfranco Zino aveva trovato il modo di sintetizzare queste micro azioni dovute dall'Amministrazione Comunale ai suoi cittadini con uno slogan: "trasandatezza tolleranza zero". Un problema trasversale che presuppone una serie d'interventi: tutelare le zone più belle della città e dei sobborghi, ma anche occuparsi delle cose più piccole: fioriere, colori delle facciate, aiuole, ecc. Recuperare i manufatti obsoleti, gli angoli particolari, le piazze. Insomma, occuparsi della cura costante e continua del patrimonio urbano. Per Zino, e anche per noi, era e rimane un problema di civiltà. Così, un breve, ma intenso sopralluogo a San Giuliano Vecchio, accompagnato dal Consigliere circoscrizionale Giuseppe Ferrara e dall'attento Aldo Peron, mi ha permesso di rendermi conto del disimpegno dell'attuale amministrazione comunale e dello stato di trasandatezza in cui vivono alcune zone di Alessandria. Ad iniziare dalla Stazione ferroviaria e dal viale che ad essa conduce. L'immobile è in condizioni di abbandono accentuate, nonostante sia stato costruito un sottopasso, visto che fermata e passaggio dei treni sono attivi. La sala d'attesa non è utilizzabile e la sporcizia è caratteristica diffusa. Perché non pensare che l'Amministrazione Comunale possa fare pressioni su Trenitalia affinché eroghi ai propri viaggiatori un servizio più consono al biglietto che gli stessi pagano? Dicevo del viale. Sconnesso l'asfalto, saltati i marciapiedi. Ora le piante, con le loro radici, mettono anche in apprensione il proprietario della casa vicina, che è una trunera, cioè una casa di terra, caratteristica costruttiva particolarmente diffusa in "Frascheta". A far ancor più contrasto alcune panchine nuove installate da non molto, come se qualcuno avesse pensato che, in mancanza di un recupero serio, bastasse sostituire qualche particolare. Poi il marciapiedi che porta al cimitero, ove ormai la terra ha riavuto il sopravvento sulla pavimentazione. E del Cimitero, con le alcune sue vecchie lapidi sciaguratamente infrante, ho detto in un'interpellanza puntuale. E ancora, una strada provinciale come via Novi che sfila le villette e le case del Paese, senza che vi sia un marciapiede a proteggere i passanti dagli autoveicoli, né qualche sistema per dissuadere dalla velocità di passaggio questi ultimi. Gli abitanti si lamentano, espongono le proprie valutazioni, ma si ha la sensazione - forse la certezza - che l'Amministrazione sia lontana e che, nonostante la presenza in paese di qualche importante amministratore pubblico, non vi sia grande volontà di intervenire. Ho provato a tratteggiare velocemente il senso di una presenza, rafforzata da un reportage fotografico, che pubblico sul sito internet www.fabbio.it, sperando che qualche segnalazione possa diventare un patrimonio dell'intera comunità alessandrina e che i problemi possano essere risolti. Ma è altrettanto chiaro che non è di un intervento episodico, seppur risolutivo, di cui si ha necessità, ma di un vero e proprio cambiamento filosofico. Riusciranno i nostri eroi? Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria